Sono stati fatti film, serie televisive, romanzi  ma lui, il grande Leonardo Da Vinci, al di là di ogni possibile interpretazione, resta un genio. Se un comune umano lo osserva attraverso ciò che ci ha lasciato,  la domanda sorge spontanea: come faceva a fare tutto questo?

Ebbene questa è la sostanziale differenza tra noi  esseri umani, che eccelliamo in una o due discipline al massimo se siamo particolarmente dotati, e un genio, che riesce e primeggia in ogni sua iniziativa, aggiungendo parte del suo estro che rende unico il suo intervento. Così Leonardo Da Vinci inventava, dipingeva, scriveva codici.

Ricostruzione della macchina del tempo e i suoi circuiti

Ricostruzione della macchina del tempo e i suoi circuiti

Siamo nel 1452  quando Leonardo nacque nel contesto del fulgido Rinascimento italiano. Fu simbolo della sua epoca in tutto quello che fece. Non si può negare che i suoi codici restano una della parti più intriganti del suo operato. Cosa dareste per sfogliarne uno? Non sareste spaventati da trovarvi di fronte a tanto mistero, meraviglia, intelligenza?  Se vi capiterà di osservare da vicino alcuni di essi, scoprirete un mondo parallelo. Dai codici non emerge lo stesso Leonardo che dipinse su un’ampia superficie L’ultima Cena e neppure il ritrattista dai tratti puliti e perfetti che rese immortale la Gioconda; non emerge neanche il meticoloso ingegnere che progettò il sistema di chiuse che regola la navigazione dei canali artificiali chiamati navigli, che attraversavano tutta la città di Milano. 

  Ricostruzioni in miniatura alla mostra di Milano

  Ricostruzioni in miniatura alla mostra di Milano

 

Dai codici emerge l’altro Leonardo: introverso, amante della solitudine, incontentabile, insofferente e forse, in prima analisi, criptico: la sua scrittura da destra a sinistra sembra confermare la complessità della sua personalità oltre a dare adito a interpretazioni di vario genere. Potendo ammirare i codici da vicino (se siete a Milano fino al 31 Luglio potrete accedervi agevolmente grazie  alla mostra Leonardo 3d nelle sale del re in Galleria Vittorio Emanuele – ingresso da Piazza della Scala) noterete come ogni pagina sia piena di invenzioni e riflessioni ancora una volta  riunibili sotto un’unica definizione : geniali.

Ebbene sì, facciamocene una ragione,  la genialità è esistita nella storia,  anche se purtroppo meno frequentemente che la follia. Soffermatevi sul Codice Atlantico, chiamato così perché le pagine erano grandi come quelle di un atlante. Uno dei modi per apprezzare fino in fondo la bellezza di questi codici  è provare a tornare ai tempi in cui Leonardo era curvo sulla sua scrivania e far finta di essere al suo fianco mentre scriveva.  In questo codice sul foglio 881 vi troverete cinquantaquattro elementi. Come mai  i progetti di così tanti oggetti sono sparsi su un’unica pagina?

C’è una risposta a tutto, perché la loro somma è il progetto di un sommergibile meccanico. Non si può che rimanere incantati e basiti.  Era il secolo XV  e Leonardo aveva progettato uno strumento che sarebbe stato realizzato, in via definitiva , solo qualche secolo dopo. Tante sono le sue invenzioni e solo ammirando i codici si capisce  come Leonardo superasse con la sua mente le barriere del tempo, proiettandosi in un futuro non improbabile.

Leonardo, chiuso nella sua casa, librava i pensieri verso il cielo infinito, desiderando superare i limiti dell’etere: tutto questo è ampiamente testimoniato nel suo Codice di Volo, scritto verso il 1509. Sulle pagine di questo libro ingiallito dal tempo, nel foglio 9v , Leonardo si avvicina al progetto alare  dei moderni aeroplani. Ancora una volta la domanda sorge spontanea: come è possibile? Siamo all’inizio del XVI secolo! Sul foglio 15 v dello stesso codice il genio tenta di comprendere il centro di gravità degli uccelli durante il volo.

Questa analisi sarà la base di partenza di numerose sperimentazioni pratiche con la costruzione di macchinari che simulano il volo del nibbio, della libellula , del pipistrello ( nello stesso codice sono dedicate a ciò le pagine  5 r, 12v, 16 e 17r e 17 v). Perché Leonardo si dedicò a così tanti e differenti studi?

Forse per superare la mediocrità e dar spazio ai suoi pensieri, oppure per oltrepassare i limiti che rendono l’uomo un essere così piccolo. Non c’è la possibilità di rispondere con certezza a questo quesito, ma ci resta , dopo secoli, la possibilità di entrare nei meandri della sua mente attraverso i codici, dipinti, invenzioni e, magari, avere un’occasione per riflettere.

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