The journey from Sicily to California was an opportune one for many Italians immigrating from “the old country.” Landscape architect and artist, Robert (Bob) La Rocca’s parents both immigrated to the U.S. at an early age, growing up in San Jose. Bob himself is a native San Franciscan, born and raised in San Francisco’s North Beach District, fondly referred to as Little Italy.
La Rocca describes those early days in the City this way: “I was born in San Francisco in 1938.
My parents never spoke Italian to me because they believed in America and its future was to speak English. I learned a little Italian from my many trips to Italy. All my friends were Italian in school.
I went to the Salesian Grammar school at Saints Peter and Paul Church. I joined the Salesian Boys’ Club when I was nine years old. They took us to concerts, plays, and cultural events. Our director at that time said we were to become leaders not followers.” Robert La Rocca did just that.
He went on to graduate from U.C. Berkeley with a degree in landscape architecture and later from the Graduate School of Design at Harvard University with a Master’s Degree. Upon his return to San Francisco, he was employed by the prestigious landscape architectural firm of Lawrence Halprin and Associates. Halprin’s celebrated projects include Berkeley’s Sproul Plaza, Ghirardelli Square, and Sea Ranch on the California coast.
And thus began La Rocca’s long and illustrious career as a landscape architect. Perseverance and hard work brought rewards. In 1973 he went into private practice with partners, Fong, Jung & La Rocca, Inc., with offices in San Francisco, Beverly Hills and Newport Beach. In 1980 he was appointed to the San Francisco Art Commission, on which he served for fourteen years, becoming President in 1987. In 1995, La Rocca was appointed to the Board of Trustees of the San Francisco Botanical Gardens. An honorary Ph.D. was awarded by the San Francisco Academy of Art College in 1990.
Now in private practice as Robert La Rocca & Associates, he has offices in San Francisco, Oakland, Shanghai and Tokyo. Projects are located all over the world, including ventures for Raychem Corporation in Germany, urban planning in Saipan and a chateau in France. Closer to home, he sits on the San Francisco Art Commission Citizens’ Advisory Committee for selection of art at San Francisco International Airport.
La Rocca describes his journey this way: “my exposure to art started at San Francisco City College, where I enrolled in pre-architecture courses. I took sculpture and design classes with the goal of going to UC Berkeley. I have always known my place since I worked as a student, part-time, at Podesta Baldocchi, a then famous San Francisco florist shop. Once at UC, I took more sculpture courses and within three years, I graduated.
“I toured Europe with a national student group. That is when I started to see fine arts and the Italian way: it was in 1961. My mother had saved all my paper route monies for years just so I could go to Europe. She had great foresight. I saw all the great fountains, plazas, villas, and museums. That was the beginning of my experience with world art. When I was accepted at Harvard, my parents were so proud since they had little, almost no education.
“It was then that I was also exposed to the history of landscape architecture from my professor, who spent many hours lecturing on Italian villas and fountains, and their construction. The Italian villas set the standard all other European nations followed: France, England, Russia. These were the classic gardens with classical art. So after graduation, I was hired by Lawrence Halprin and Associates, here in San Francisco and was given many design opportunities for plazas and fountains. This was a creative time …the 60’s and the 70’s.”
L’Italo-Americano asked La Rocca to describe his favorite projects. “What are my most exciting projects? There are so many. I like Stanford Shopping Center because it has high public use and a wonderful environment; lots of fountains, plazas, art work. I like my Britannia Oyster Point (biopharmaceutical research and development campus in South San Francisco). I designed a sculptural fountain for which I abstracted the concept of gene splicing into an art fountain of large granite slices with jets shooting up. I design fountains that will have a strong sculptural image even when the water is turned off, which here in California happens many times. My UC Davis Medical Building is a high point, where I designed a circular pattern and have copied into my paintings.”
And how did you transition to painting? “I belong to a men’s club and we have a painting group that saw some of my set designs and asked me to help in paint /chalking the theater sets so in the last three years they have encouraged me to produce more art, more paintings. They have pushed me forward to where I am today. I have transferred the geometry of my plazas and fountains to my paintings. It comes very natural to me. Where it goes, who knows? But, so far, I’m pleased to continue painting, which I do every day on my deck at home in Cow Hollow.”
Il viaggio dalla Sicilia alla California è stato opportuno per molti italiani immigrati dal “vecchio paese”. I genitori dell’architetto paesaggista e artista, Robert (Bob) La Rocca si sono trasferiti negli Usa in giovane età, crescendo a San José. Bob stesso è originario di San Francesco, nato e cresciuto nel quartiere North Beach di San Francisco, conosciuto come Little Italy.
La Rocca descrive così i primi giorni in città: “Sono nato a San Francisco nel 1938.
I miei genitori non mi hanno mai parlato in italiano perché credevano nell’America e il futuro era parlare in inglese. Ho imparato un po’ d’italiano dai miei numerosi viaggi in Italia. A scuola tutti i miei amici erano italiani.
Sono andato alla Salesian Grammar School presso la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Sono entrato nel Club dei Ragazzi Salesiani quando avevo nove anni. Ci hanno portato a concerti, giochi e eventi culturali. Il nostro direttore allora ci diceva che dovevamo diventare leader non seguaci”. Robert La Rocca ha fatto proprio questo.
Ha proseguito laureandosi a U.C. Berkeley con una laurea in architettura del paesaggio e successivamente con un Master alla Graduate School of Design dell’Università di Harvard. Al suo ritorno a San Francisco, è stato impiegato dalla prestigiosa società di architettura del paesaggio Lawrence Halprin and Associates. I celebri progetti di Halprin includono Sproul Plaza di Berkeley, Piazza Ghirardelli e Sea Ranch sulla costa della California.
E così è cominciata la lunga ed illustre carriera di La Rocca come architetto paesaggista. La perseveranza e il duro lavoro hanno portato ricompense. Nel 1973 è entrato nello studio con i partner, Fong, Jung & La Rocca, Inc., con uffici a San Francisco, Beverly Hills e Newport Beach. Nel 1980 è stato nominato nella Commissione d’Arte di San Francisco, in cui ha lavorato per quattordici anni diventandone presidente nel 1987. Nel 1995 La Rocca è stato nominato nel Consiglio di fondazione dei Giardini Botanici di San Francisco. Un Ph.D. onorario gli è stato assegnato dal San Francisco Academy of Art College nel 1990.
Ora con lo studio Robert La Rocca & Associates, ha uffici a San Francisco, Oakland, Shanghai e Tokyo. I progetti si trovano in tutto il mondo, inclusi quelli per Raychem Corporation in Germania, la pianificazione urbanistica di Saipan e un castello in Francia. Più vicino a casa, è nel comitato consultivo cittadino della Art Commission di San Francisco per la selezione delle opere d’arte dell’aeroporto internazionale di San Francisco.
La Rocca descrive il suo percorso in questo modo. “La mia esposizione all’arte è iniziata al San Francisco City College, dove mi sono iscritto ai corsi di pre-architettura. Ho preso lezioni di scultura e design con l’obiettivo di andare alla UC Berkeley. Ho sempre avuto chiaro il mio posto sin da quando ho lavorato come studente, part-time, presso Podesta Baldocchi, allora un famoso negozio di fiori di San Francisco. Una volta alla UC ho seguito più lezioni di scultura e nel giro di tre anni, mi sono laureato.
“Ho visitato l’Europa con un gruppo di studenti connazionali. Allora è stato quando ho iniziato a vedere le belle arti e lo stile italiano. Avvenne nel 1961. Per anni mia madre aveva messo da parte tutti i miei guadagni della consegna dei giornali solo perché io potessi andare in Europa. Aveva una grande aspettativa. Ho visto tutte le grandi fontane, le piazze, le ville e i musei. Questo è stato l’inizio della mia esperienza con il mondo dell’arte. Quando sono stato accettato a Harvard, i miei genitori erano così orgogliosi perché avevano poco, quasi nessuna istruzione”.
“Fu allora che sono stato anche esposto alla storia dell’architettura del paesaggio da parte del mio professore, che ha trascorso molte ore a fare lezione sulle ville e le fontane italiane e sulla loro costruzione. Le ville italiane fissarono lo standard che poi hanno seguito tutte le altre nazioni europee: Francia, Inghilterra, Russia. Questi erano i giardini classici con l’arte classica. Così, dopo la laurea, sono stato assunto da Lawrence Halprin e Associates, qui a San Francisco, e ho avuto molte opportunità nella progettazione di piazze e fontane. Quello fu un momento creativo … gli anni ’60 e gli anni ’70”.
L’Italo-Americano ha chiesto a La Rocca di descrivere i suoi progetti preferiti. “Quali sono i miei progetti più emozionanti? Ce ne sono così tanti. Mi piace il centro commerciale di Stanford perché ha un elevato uso pubblico e ha un ambiente meraviglioso: un sacco di fontane, piazze, opere d’arte. Mi piace il mio Britannia Oyster Point (campus biofarmaceutico di ricerca e sviluppo nel sud di San Francisco). Ho progettato una fontana scultorea per la quale ho estratto il concetto di splicing genico in una fontana d’arte fatta di grandi fette di granito con getti che saltano su. Ho disegnato fontane che hanno un forte impatto scultoreo anche quando l’acqua è spenta, cosa che qui in California succede molte volte. Il mio UC Davis Medical Building è un punto elevato, dove ho progettato un modello circolare e l’ho copiato nei miei quadri”.
Come mai è passato alla pittura? “Io appartengo ad un club di uomini e abbiamo un gruppo di pittura che ha visto alcuni dei miei disegni e mi ha chiesto di aiutare a dipingere / colorare i set teatrali così negli ultimi tre anni mi hanno incoraggiato a produrre più arte e più dipinti. Mi hanno spinto in avanti, qui dove sono oggi. Ho trasferito la geometria delle mie piazze e delle mie fontane ai miei quadri. Mi viene molto naturale. Dove va, chi lo sa? Ma, finora, sono contento di continuare a dipingere, cosa che faccio ogni giorno sul mio terrazzo di casa a Cow Hollow”.
L’arte e l’architettura di Robert La Rocca possono essere visualizzate all’indirizzo http:// www. laroccadesign.com e http://www. laroccapaintings.com.
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