Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto in dono dai Frati del Sacro Convento di Assisi la “Lampada della pace di San Francesco”.

A consegnare la Lampada al Capo dello Stato è stato il custode del Sacro Convento padre Mauro Gambetti: “Noi cerchiamo – ha detto – uomini umili e saggi per governare, che non amino il protagonismo dei narcisisti, non facciano continuamente propaganda”.

Il riconoscimento, nelle ultime edizioni, era stato assegnato al presidente delle Repubblica Colombiana, Juan Manuel Santos, “per lo sforzo tenuto nei processi di riconciliazione con le Farc”; alla Cancelliera tedesca, Angela Merkel che “nella sua Germania e in Europa, si è distinta nell’opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli”; e al Re di Giordania, Abdullah II, per “la sua azione e il suo impegno tesi a promuovere i diritti umani, l’armonia tra fedi diverse e l’accoglienza dei rifugiati”.

Il Capo dello Stato ha poi visitato la Tomba di San Francesco e assistito al Concerto di Natale. Nel corso della visita ad Assisi, Mattarella ha incontrato la comunità francescana. Questa una sintesi del suo discorso: “ Ringrazio molto il Sacro Convento per la Lampada della Pace: ne interpreto la consegna e il significato come un riconoscimento all’Italia. La Repubblica, nel rispetto e in coerenza con la sua Costituzione, ha sempre, costantemente e attivamente, ricercato la pace. Lo ho fatto e lo fa con i Paesi vicini. I confini territoriali del nostro Paese, anche dove decenni e decenni addietro si vedevano scontri ed episodi di crudeltà, sono oggi punti d’incontro, luoghi di pace, di amicizia e di collaborazione attiva per il comune futuro”.

L’Italia, ha detto ancora, “sviluppa la pace e la persegue non soltanto nei suoi rapporti con gli altri paesi, vicini e lontani, ma collabora attivamente per promuoverla dove non c’è, in ogni parte del mondo, anche in paesi lontani, e per consolidarla dove esiste. Lo fa con la sua azione politica, con la sua attività diplomatica, con le missioni dei suoi militari, in luoghi molto lontani”.

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