La cerimonia di premiazione con il libro speciale che celebra i veneziani (Ph. Marta Buso - Ateneo Veneto)

Il premio “Pietro Torta” per il restauro di Venezia «goes to»… i Veneziani! Sì, esattamente. La Commissione esaminatrice non ha avuto dubbi e invece di assegnare il premio a un singolo intervento di restauro, quest’anno ha deciso di premiare tutti coloro che lavorano e partecipano alla vita cittadina, anticipando alcune tematiche che verranno trattate nel 2024, anno del cinquantesimo anniversario del premio. Il riconoscimento consegnato all’intera cittadinanza vuole dire a chiare lettere che senza veneziani non ci può essere Venezia. Il premio è cioè per tutti i cittadini, veneziani per nascita o per scelta, che s’impegnano ogni giorno per preservare e costruire il futuro della città.

Il rapporto tra Venezia e i veneziani è il tema più dibattuto tra le calli della Serenissima. Residenti sempre più scarsi, in fuga. Residenti considerati una riserva e ormai tragicamente scesi sotto le 50mila unità. E ci sono già sestieri dove gli edifici privati adibiti a uso turistico hanno superato quelli abitati da residenti. I veneziani però non ci stanno, resistono e lottano.
L’Ateneo Veneto è la più antica istituzione culturale della città lagunare ancora in attività, fondata per decreto napoleonico nel lontano 1812. Il premio, istituito nel 1974 è dedicato alla memoria dell’ingegnere veneziano Pietro Torta (1896-1973), appassionato cultore dell’opera di restauro del patrimonio edilizio della città, per molti anni presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Venezia. In questo mezzo secolo di vita il premio è stato assegnato (prima annualmente e dal 1999 a cadenza biennale) a soggetti che si sono distinti nel promuovere o realizzare importanti interventi di restauro e recupero del patrimonio di Venezia. Edizione dopo edizione, le valutazioni delle varie Commissioni che si sono succedute hanno preso in considerazione ambiti sempre più ampi e complessi della Città Metropolitana relativi al restauro del patrimonio edilizio, dell’architettura monumentale fino al paesaggio, all’ambiente e alle infrastrutture urbane. Partendo da questi presupposti la Commissione 2023 – composta da rappresentanti dell’Ateneo Veneto, dell’Ordine degli Ingegneri di Venezia e del Collegio degli Ingegneri di Venezia – si è interrogata su che cosa significasse oggi “restauro”, o meglio, l’intervento sull’esistente, e come si sia evoluto il concetto del restaurare in questi ultimi cinquant’anni.

Le ultime due edizioni del Premio avevano visto le affermazioni della Procuratoria di San Marco “per la vastità, la complessità e la qualità degli interventi dedicati alla conservazione della Basilica di San Marco” (2021) e lo studio Sauerbruch e Hutton, per l’intervento del distretto di M9 a Mestre (2019), grande esempio di restauro urbano nella Città Metropolitana. La 37° edizione del Premio Torta invece ha celebrato i veneziani. Quale miglior “restauratore” di chi che se ne prende cura quotidianamente? I veneziani sono abitanti innamorati di una città senza eguali, protagonisti di questa «ordinaria straordinarietà», che si adoperano per consegnare alle generazioni presenti e future il patrimonio che hanno ricevuto. Dal pescivendolo allo spazzino, dai docenti che insegnano cosa sia Venezia alla gente comune che facendo la spesa contribuisce a far girare l’economia. E poi ancora tutto quell’esercito nautico che scorrazza su e giù per la laguna, gli stagionali, gli studenti e i bambini che con il loro entusiasmo, dicono al mondo intero che Venezia è una città viva e dove è bello crescere.

Ciliegina sulla torta, il volume che accompagna il Premio che quest’anno è stato realizzato con una copertina “riflettente”, per fare in modo che i cittadini vedessero loro stessi, “riflettendo” su ciò che è stato fatto e su quanto si dovrà fare per la città. Un libro la cui copia omaggio attende ogni veneziano nella sede dell’Ateneo Veneto, in Campo San Fantin, a pochi minuti da piazza San Marco. Congratulazioni veneziani!


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