“Leonardo da Vinci avrebbe assolutamente amato questa Esposizione Universale”. Il Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, John Kerry, dopo la First Lady Michelle Obama accompagnata dalle figlie, ha visitato Expo Milano 2015 e un padiglione americano che ha superato i 5 milioni di visitatori. 
Ha parlato della necessità di garantire cibo buono e sufficiente per tutti, con uno sguardo preoccupato rivolto verso le generazioni che verranno: “Considerate che una persona su nove si sveglia ogni mattina con la fame. Quasi la metà delle morti infantili è causata dalla mancanza di cibo sano: ottomila bambini non possono riceverlo”. 
Ha parlato di sostenibilità: “Dobbiamo produrre più cibo: si calcola che si dovrà aumentare la produzione del 60% da ora al 2050 per soddisfare i bisogni. Dobbiamo saper gestire meglio il cibo che abbiamo: un terzo del cibo che produciamo a livello globale viene scartato”. E ha spiegato: “Pensate ai milioni di persone che potrebbero mangiare di più, se fossimo più intelligenti”. 
Ha parlato di immigrazione, l’attuale emergenza europea che da più di 20 anni è italiana: “Se le persone non si possono guadagnare da vivere, cercheranno altre opportunità in altre zone e porteranno la malnutrizione e la fame con loro”. 
All’indomani del World Food Day celebrato a Expo alla presenza del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, Kerry non ha dimenticato di toccare il tema sempre attuale della fame nel mondo: “Nei prossimi 35 anni passeremo da 7 a 9 miliardi di persone. E tutte avranno bisogno di cibo sano per prosperare e sopravvivere. Assicurarsi cibo sufficiente, per quelle generazioni future, non sarà una piccola sfida”. E ha aggiunto: “Ci crediate o no, stiamo sprecando cibo più velocemente di quanto non ne produciamo”.
 
Ha citato il grave problema del cambiamento climatico e l’influenza negativa che questo ha non solo sulla sicurezza alimentare: “Non occorre essere scienziati per capire che il mondo sta cambiamento radicalmente. Vedremo sempre più cambiamenti, se non passiamo all’azione. Inondazioni che si verificavano una volta ogni 500, poi ogni 100 anni, ora accadono ogni 25 anni”.
 
E se i temi sollevati da Expo, ha detto Kerry, “non sarebbero potuti essere più importanti e più urgenti”, i cambiamenti climatici sono oggi “la più significativa minaccia alla sicurezza alimentare globale”. In questo senso ha ricordato i recenti disastri che hanno colpito la West Coast, a dimostrazione del fatto che la minaccia è in casa nostra, non in Paesi lontani da quelli in cui viviamo: “Gli americani che vivono in California, stanno ora affrontando colate di fango enormi e incredibili grandinate proprio mentre stanno vivendo la siccità più estrema nella storia dell’intero Stato”.
A questo punto il segretario di Stato ha esortato “tutte le nazioni ad impegnarsi per intervenire velocemente”. Bisogna essere creativi, flessibili ma soprattuto uniti.
 
“La verità è che fino a quando la comunità globale non lavorerà insieme sui cambiamenti climatici, ciascuna di queste sfide – siccità, inondazioni, condizioni meteorologiche estreme, acidificazione degli oceani, fame, malnutrizione – diventerà solo più difficile e questo significa che nutrire il pianeta,  che è il compito più basilare che abbiamo, diventerà un obiettivo sempre più arduo da raggiungere”. Per essere chiari ha rimarcato: “Non fraintendete: le implicazioni saranno ben oltre la fame. Qui non c’è in ballo solo la sicurezza alimentare ma la sicurezza globale”.
 
Gli obiettivi a questo punto sono tre: “Aumentare la produttività agricola in modo sostenibile, rendere gli attuali sistemi alimentari adatti a reggere gli impatti climatici con cui ci stiamo già scontrando e ridurre le emissioni inquinanti di origine agricola”. Ma la chiave di volta è una sola. Per il segretario Usa è necessario unire le forze e cooperare per vincere la sfida planetaria. “Dobbiamo pensare in grande usando approcci multipli allo stesso tempo. Come Leonardo Da Vinci, dobbiamo riuscire a scrivere con una mano e disegnare con l’altra”.

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