E’ stata proclamata “città ideale della rivoluzione industriale del Novecento”: siamo a Ivrea, 54° sito italiano inserito nel prestigioso elenco dei siti Unesco dal 42° Comitato del Patrimonio mondiale che si è svolto a Manama, in Bahrein. L’elenco comprende in tutto 1.092 siti in 167 Paesi. I nuovi luoghi protetti sono stati scelti tra 33 proposte: 17 hanno un valore storico e culturale e tre sono parchi naturali; nove si trovano in Asia, quattro in Europa, tre in America, tre in Africa e uno in Oceania.
“Il riconoscimento di Ivrea – dice il ministro dei beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli – rimanda a una concezione umanistica del lavoro propria di Adriano Olivetti, nata e sviluppata dal movimento Comunità e qui pienamente portata a compimento, in cui il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo”.
Ivrea rappresenta un esempio distintivo della sperimentazione di idee sociali e architettoniche sui processi industriali, e un’esperienza innovativa di produzione industriale di livello mondiale che guarda in special modo al benessere delle comunità locali.
Fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, la città industriale di Ivrea è un progetto industriale e socio-culturale del XX secolo. La maggior parte dello sviluppo di Ivrea avvenne nel periodo degli anni ’30 e ’60 sotto la direzione di Adriano Olivetti, periodo in cui l’azienda Olivetti produceva macchine da scrivere, calcolatrici meccaniche e computer.
La forma della città e gli edifici urbani di Ivrea sono stati progettati da alcuni dei più noti architetti e urbanisti italiani di quel periodo. L’impianto abitativo è composto da edifici per produzione, amministrazione, servizi sociali (come mense o asili) e usi residenzialiche riflettono le idee del Movimento Comunità.
La città industriale di Ivrea rappresenta quindi un significativo esempio delle teorie dello sviluppo urbano e dell’architettura del XX secolo in risposta alle trasformazioni industriali e sociali, inclusa la transizione dalle industrie meccaniche a quelle digitali.