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What’s the first thing that comes to  your mind when you think of Italians? They dress well: yeah, sure. They know how to cook! True, true. 

They are passionate: there we go, we’re getting close to the point. Imagine — or reminisce about— an Italian friend passionately discussing about something and, no shadow of a doubt, you’ll picture them vehemently moving their hands and arms around to underline every word and every sentence. 

It’s an undeniable truth: we Italians speak with our hands and it’s one of the characteristics our friends from abroad like to mock us about the most. In the heat of the moment, when  words — which we already use pretty emphatically, mind — seems to no longer suffice, we begin an endless dance of waving and pointing, hands shaping objects in the air and words stressed with what appear to be an arcane and mysterious upper body ballet session.

 In truth, it’s just our way to speak, and we like it. 

A couple of decades ago, children would be taught that speaking with your hands was a synonym of lack of fluency in the mother tongue: basically, that you used your hands a lot when you couldn’t speak Italian well. To be fully honest, this idea did fit pretty well the stereotype of the dark, dialect-speaking Italian with the thick gold chain hanging at his neck who would rise his voice and move his hands with increasing fervor depending on the topic of discussion. 

Woman emphatically using her hands while speaking. Image by Karolina Grabowska from Pixabay

But you know what? That idea wasn’t really accurate. Yes, of course, the stereotypical loud, dark Italian with the gold chain speaks with  his hands, but so do university professors, doctors and priests, so no, formal education and social extraction have not enough to do with  it to be an explanation. 

The  fact is that Italians as whole love non-verbal communication, and while there may be a substratum of truth in the fact that people with a higher level of formal education are less dramatic with their hand gestures, be prepared to see everyone — every-one — to use them. 

While we are all pretty aware that Italians love to speak with their hands, not many may actually know where the habit originates from. Educator and author Linda Falcone says that Italians speak with their  hands because they all are artists at heart, and are in continuous need to create, make and shape: if they have a pen, a brush or  a chisel and scalpel in their hands, perfect, otherwise, they just move them around as if they were there. 

Falcone’s isn’t the  only theory out there trying to explain why we love gesticulating so much. A while back the New York Times, basing its article on the work of professor Isabella Poggi, of the  Psychology Department at Roma Tre University, wrote that Italians use about 250 hand signs while talking, with the aim of strengthening the delivery of their words. Poggi has a more historical take than Falcone, when it comes to the origins of the habit. According to her research, they probably  are to be found in the times of Greek colonization of southern Italy, when cities where busy, crowded and often multicultural, a real melting pot of Mediterranean cultures and languages. Body language was essential not only to catch people’s attention, but also to interact with individuals who may have spoken a different idiom. 

Further studies, on the  other hand, believe the habit developed more recently, between the  14th and the 19th century, when Italy was in large part occupied by foreign powers like Austria, Spain and France  and  the need to communicate with people who spoke an unknown or little understood language increased the use of hand gestures as a way of interacting. 

Whichever interpretation you want to choose, whichever you find more adequate, there is no denying that we Italians are all about expressivity and emphasis: strange to think we are also among the inventors of diplomacy. But this is material for another curiosity…

Qual è la prima cosa che vi viene in mente quando pensate agli italiani? Si vestono bene: sì, certo. Sanno cucinare! Vero, vero.
Sono passionali: ecco, ci siamo, ci stiamo avvicinando al punto. Immaginate – o ricordate – un amico italiano che discute con passione di qualcosa e, senza ombra di dubbio, li immaginerete mentre muovono con veemenza mani e braccia per sottolineare ogni parola e ogni frase.
È una verità innegabile: noi italiani parliamo con le mani ed è una delle caratteristiche per cui i nostri amici stranieri ci prendono più in giro. Nella foga del momento, quando le parole – che già usiamo in modo abbastanza enfatico, badate – sembrano non bastare, iniziamo una danza infinita di mosse e gesti, mani che modellano oggetti nell’aria e parole sottolineate con quella che sembra un’arcana e misteriosa danza della parte superiore del corpo.
In realtà, è solo il nostro modo di parlare, e ci piace.
Un paio di decenni fa, ai bambini veniva insegnato che parlare con le mani era sinonimo di mancanza di scioltezza nella lingua madre: in sostanza, che si usavano molto le mani quando non si sapeva parlare bene l’italiano. Ad essere sinceri, questa idea si adattava abbastanza bene allo stereotipo dell’italiano che usa il dialetto, con una spessa catena d’oro appesa al collo che alza la voce e muove le mani con crescente fervore a seconda dell’argomento di discussione.
Ma sapete una cosa? L’idea non è molto precisa. Sì, certo, l’italiano stereotipato, rumoroso e cupo, con la catena d’oro, parla con le mani, ma così parlano anche i professori universitari, i medici e i preti, quindi no, l’educazione formale e l’estrazione sociale non hanno a che fare con questo per poter servire da spiegazione.
Il fatto è che gli italiani nel complesso amano la comunicazione non verbale, e anche se può esserci un substrato di verità nel fatto che le persone con un livello di educazione formale più elevato risultano meno drammatiche con i gesti delle mani, siate pronti a vederli usati da tutti, ma proprio da tutti.
Anche se siamo tutti abbastanza consapevoli del fatto che gli italiani amano parlare con le mani, non sono in molti a sapere da dove viene l’abitudine. L’educatrice e autrice Linda Falcone dice che gli italiani parlano con le mani perché sono tutti artisti nel cuore, e hanno un bisogno continuo di creare, fare e modellare: se hanno in mano una penna, un pennello, un cesello o uno scalpello, perfetto, altrimenti li muovono come se fossero lì.
Quella di Falcone non è l’unica teoria che cerca di spiegare perché amiamo tanto gesticolare. Qualche tempo fa il New York Times, basando il suo articolo sul lavoro della professoressa Isabella Poggi, del Dipartimento di Psicologia dell’Università Roma Tre, ha scritto che gli italiani usano circa 250 segni delle mani mentre parlano, con l’obiettivo di rafforzare l’espressione delle loro parole. Poggi ha una visione più storica di Falcone, quando si tratta delle origini dell’abitudine. Secondo le sue ricerche, risalgono probabilmente ai tempi della colonizzazione greca dell’Italia meridionale, quando le città erano affollate e spesso multiculturali, un vero e proprio crogiolo di culture e lingue mediterranee. Il linguaggio del corpo era essenziale non solo per catturare l’attenzione della gente, ma anche per interagire con individui che potevano parlare un idioma diverso.
Ulteriori studi, invece, ritengono che l’abitudine si sia sviluppata più recentemente, tra il XIV e il XIX secolo, quando l’Italia era in gran parte occupata da potenze straniere come l’Austria, la Spagna e la Francia e la necessità di comunicare con persone che parlavano una lingua sconosciuta o poco comprensibile aumentava l’uso dei gesti della mano come modo di interazione.
Qualunque sia l’interpretazione che si voglia scegliere, qualunque sia quella che si ritiene più adeguata, non si può negare che noi italiani siamo tutti espressivi ed enfatici: strano pensare che siamo anche tra gli inventori della diplomazia. Ma questo è materiale per un’altra curiosità…


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