Serata dedicata al cinema d’animazione quella di giovedì  22 agosto all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles che ha ospitato la seconda edizione del festival ItaliAnimation, organizzato in collaborazione con la fondazione Cinema Without Borders, l’Art Institute of California – Los Angeles e l’ELMA (European Languages and Movies in America).
 
Nel contesto di un crescente interesse verso questo particolare genere cinematografico, la manifestazione vuole rendere omaggio sia ad affermati artisti dell’animazione italiani e americani, sia alla creatività delle nuove generazioni di disegnatori, presentando i lavori più originali e interessanti realizzati da studenti di cinematografia del Centro Sperimentale di Torino e dell’Art Institute di Los Angeles sotto la guida del professor Mike Rogers.
 
Dopo il delizioso rinfresco a cura di Obikà, il Direttore Alberto Di Mauro e il fondatore di CWB, Bijan Tehrani, hanno introdotto la proiezione dei 12 cortometraggi animati ed evidenziato le potenzialità  di questa moderna forma d’arte al pubblico di addetti ai lavori, appassionati e semplici curiosi. In qualità di ospiti d’onore erano presenti all’evento noti produttori ed animatori quali Phil Roman (The Simpsons), premiato con il “Life Achievement Award” nella scorsa edizione 2012, Phil Mendez (The Black Snowman), Cinzia Angelini (Despicable Me) e il fondatore della rivista Animation Magazine Terry Thoren (The Rugrats).
 
Alcuni dei film presentati durante la serata hanno riscosso un particolare successo grazie all’ironia del soggetto narrato (Il pianeta perfetto e Training autogeno di A. Smeriglia; Modern Myth di L. Ingleman) o al profondo legame con la storia e la cultura italiane (La danza del piccolo ragno di G. Compagnone, A. Febo, L. Rotelli, E. Vasile; Muri puliti di D. Tromba).
 
Pur essendo basate su tecniche d’animazione molto diverse tra loro (2D, 3D, computer grafica stop motion), caratteristica comune a tutte le opere in programma è stata la capacità  di creare un forte impatto visivo ed emotivo. Come sottolineato dagli ideatori del festival, infatti, l’animazione è una forma di comunicazione estremamente creativa e diretta, che utilizza un linguaggio comprensibile a tutti per esprimere il punto di vista dell’artista sulla realtà  e la società contemporanee. Un aspetto che è emerso in maniera evidente anche attraverso il confronto tra gli stili delle produzioni italiane e quelle americane.
 Il Direttore Di Mauro premia Marco Regina

 Il Direttore Di Mauro premia Marco Regina

Nel corso dell’evento, inoltre, è stato reso uno speciale tributo a due animatori professionisti, come riconoscimento del loro talento e successo professionale in questo campo della cinematografia, il character designer di Dramworks Marco Regina e il premio Oscar, padre della “clay animation”, Will Vinton.
 
Grazie alla sua determinazione, ma anche alla passione e al talento per questo mestiere, Marco Regina (Shrek 4; Kung Fu Panda 2) ha lavorato come animatore prima in Italia, poi in Spagna, e infine ha realizzato il suo sogno approdando nei grandi studi americani dove – a prescindere dall’originalità creativa, che in Europa di certo non manca – le opportunità di carriera sono decisamente maggiori e ci si può sentire “davvero rispettati per il proprio lavoro di artisti”.
 
Testimonianza di quanto affermato da Regina è  lo stesso “Life Achievement Award” conferito da parte dell’IIC e della fondazione CWB a Will Vinton, la cui lunga carriera di successi è stata ripercorsa attraverso un video illustrativo dagli esordi (Closed Mondays, cortometraggio animato che gli valse il premio Oscar nel 1975; The Little Prince; Return to Oz) fino al periodo di più intensa sperimentazione delle tecniche d’animazione (The Adventures of Mark Twain; Moonwalker; The California Raisin Show).
 
Dopo aver lavorato per importanti studi di produzione tra cui Disney, Vinton ha seguito la propria inclinazione all’esplorazione e alla collaborazione artistica, costituendo la “Freewill Entertainment” e la propria squadra di animatori con i quali essere libero di dare massimo sfogo alla propria creatività, nonché di dedicarsi all’insegnamento. Il team e l’azienda, entrambi in rapida espansione, si sono concentrati soprattutto sullo sviluppo di nuove tecnologie da impiegare nel settore dell’animazione, fino a coniare il termine “claymation” per definire lo stile peculiare della loro arte, che hanno illustrato nel breve documentario Claymation: Three Dimensional Clay Animation nel 1978.
 
Come sottolineato dal collega e amico Terry Thoren, che ha personalmente consegnato il premio, punto di forza del lavoro di Vinton è sempre stata la positività dei valori cui si ispira e che si riflettono nei personaggi, nelle storie e nelle musiche da lui create. Ben lontano dal sentirsi alla fine della propria carriera, Vinton ha in serbo nuovi e ambiziosi progetti per il futuro, in particolare un debutto a Broadway per testare l’applicazione al teatro delle tecniche d’animazione elaborate insieme ai suoi collaboratori.
 
Ma che consiglio possono dare questi affermati professionisti agli animatori di domani? Marco Regina raccomanda uno studio approfondito dei movimenti, per ottenere la massima fluidità e naturalezza nella rappresentazione dei personaggi.
 
Vinton, invece, rifacendosi alla saggezza dei propri genitori che seppero trasmettergli l’amore per la conoscenza e l’importanza di migliorarsi costantemente, suggerisce di dedicarsi anima e corpo alla propria passione in quanto “è sempre meglio sentirsi sfiniti che arrugginiti”.
 
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