In Italy, Halloween is a new thing, but All Saints and All Souls' day have been celebrated for centuries. Photo:© Narongrit Dantragoon | Dreamstime.com

Traditionally, Italy has never really celebrated Halloween, a feast we imported in the past 20 years from the Anglo-American world and that became particularly popular among children — hello “trick or treating!”— and the younger generations — hello, spooky parties!

But the days between the end of October and the beginning of November  have always been dedicated to the worship and the care of the Dead, an idea which is in fact at the heart of the “real” Halloween, the Celtic festival of Samhain. Culturally tied to the Judeo-Christian heritage and spiritually still largely a Catholic nation, Italy remembers the Dead on the 2nd of November and, a day earlier,  she celebrates all the Saints, even those who do not have a day dedicated to them on the calendar. 

Beside their religious meaning,  All Saints and All Souls day are a moment filled with traditions that may differ from region to region, but have all in common one thing: they involve the Departed. In this, yes: Italy does have her own “Halloweens.”

In Piemonte, for instance, people add a plate to the dinner table for the family’s Dead and, in the past, children used to received little presents from their souls, often left in the kids’ shoes or on their bed (spoiler alert: it was mom and dad). Parents would also asked their children to make their beds before heading to mass on All Souls day, because the Dead would come visit the house and take a rest in them. The little presents were  a “thank you” gift, my grandmother would say, for letting them take a nap there. 

It’s interesting to see how the traditional habit to carve and light pumpkins is common in many a region of Italy and isn’t an imported tradition, as many may believe. In Tuscany, pumpkins carved to resemble a human  face were lighted with a candle, “dressed” with rugs and placed in  half hidden places to play tricks and scare passersby. Interestingly, the tradition of carving and lighting pumpkins was pretty common across the Pianura Padana, too, at least until the first half of the 20th century. However, they weren’t used to spook people off, but to provide light in particularly dark alleys and corners. There was also a religious and spiritual connotation: in Veneto, for instance, the candle inside them symbolized Resurrection. 

In Tuscany, pumpkins are carved to resemble human faces, just like jack o’lanterns. Photo: © Nikkytok | Dreamstime.com

Moving to the Centre and the South of the peninsula, other peculiar customs appear. In Abruzzo, but also in Emilia-Romagna, it was tradition to go around knocking on doors to ask offers for the Dead, a sort of less child-oriented “trick or treat” extravaganza. The slightly unsettling thing was that, sometimes, offers weren’t to  honor dead people, but to placate their rage. Spooky. 

Campania and Puglia had the same habit as Piemonte: on All Souls day, the table would be set both for the Dead and the living and Calabria… ah, Calabria would go all Paleo-Christian and have its people dine directly on their loved ones’ graves: indeed, this was an  extremely common habit among the early Christians, one that they had inherited from pagan rites. Eating by a tomb was at once an offering to the souls of the Dead and a moment of conviviality and sharing, in which the Dead themselves were believed to participate. North and South meet again in Sicily, where children receive presents from the Dead, just like young Piedmontese of yore.

In Sardinia, pumpkins once more take centre stage. In Gallura, adults  walk around town  making noise with all sorts of tools, including axes and knives,  while children carry around, you guessed it, carved pumpkins with a candle inside. The aim of all that racket is to scare the pumpkin-carrying kids. In the meanwhile,  Young adults and slightly older kids would go around town  banging all sort of objects together to make noise and announce their presence in the street: they would then knock on doors and ask for sweets and cookies as a gift. Sounds familiar? 

In many regions of Italy, including Piemonte, the table is set for the Dead to come and feast. Photo:© Jsanerkin | Dreamstime.com

If something can be learned from this brief Halloween/All Souls trip through Italy is that, as we say here in the Stivale, tutto il mondo è paese, it’s a small world. A world where traditions and habits often find their most ancient origin in the same customs,  or in customs which  had once been influenced by one another. It is the case of Halloween and the old pagan and Roman rituals related to the cult  of the Dead that were to be embraced by Christians and that we see around Italy, sometimes, still today. The common denominator for both  is  the already mentioned Celtic festival of  Samhain, which is known to be the “original Halloween,” but which is also believed to have somehow influenced the Romans’ cult of the Dead, which in turn was at the heart of early Christians’ way of caring and praying for loved ones’ souls. 

So, this year, while you carve your pumpkin, remember there is someone, in a small village in Italy, who’s probably doing the same and not because it’s Halloween, but  because they’ve been doing so for centuries!

Tradizionalmente, l’Italia non ha mai veramente festeggiato Halloween, una festa che abbiamo importato negli ultimi 20 anni dal mondo anglo-americano e che è diventata particolarmente popolare tra i bambini – benvenuto “dolcetto o scherzetto” – e le giovani generazioni – benvenute, feste spaventose!

Ma le giornate tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre sono sempre state dedicate al culto e alla cura dei Morti, un’idea che è di fatto al centro del “vero” Halloween, la festa celtica di Samhain. Culturalmente legata all’eredità giudaico-cristiana e spiritualmente ancora in gran parte cattolica, l’Italia ricorda i Morti il 2 novembre e, un giorno prima, celebra tutti i Santi, anche quelli che non hanno una giornata a loro dedicata in calendario.

Oltre al significato religioso, la giornata di Ognissanti è un momento ricco di tradizioni che possono essere diverse da regione a regione, ma che hanno tutte in comune una cosa: riguardano i Defunti. In questo, sì: l’Italia ha i suoi “Halloween”.

In Piemonte, per esempio, si aggiunge un piatto a tavola per i Defunti della famiglia e, in passato, i bambini ricevevano piccoli regali dalle anime, che venivano spesso lasciati nelle scarpe dei bambini o sul letto (allarme spoiler: erano mamma e papà). I genitori chiedevano anche ai loro figli di rifarsi il letto prima di andare a messa il giorno di Ognissanti, perché i Morti avrebbero fatto visita alla casa e si sarebbero riposati su di essi. I regalini erano un dono di ringraziamento, diceva mia nonna, per averli lasciati riposare lì.

È interessante notare come l’abitudine tradizionale di intagliare e accendere le zucche sia comune in molte regioni d’Italia e non sia una tradizione d’importazione, come molti credono. In Toscana, ad esempio, le zucche intagliate per assomigliare a un volto umano venivano illuminate con una candela, “vestite” con dei tappeti e poste in luoghi semisotterranei per fare scherzi e spaventare i passanti. È interessante notare che la tradizione di intagliare e illuminare le zucche era piuttosto comune anche nella Pianura Padana, almeno fino alla prima metà del XX secolo. Tuttavia, non erano usate per spaventare la gente, ma per fornire luce in vicoli e angoli particolarmente bui. C’era anche una connotazione religiosa e spirituale: in Veneto, ad esempio, la candela all’interno simboleggiava la Resurrezione.

Spostandosi verso il centro e il sud della penisola, compaiono altre usanze particolari. In Abruzzo, ma anche in Emilia-Romagna, era tradizione andare in giro a bussare alle porte per chiedere offerte per i Morti, una sorta di “dolcetto o scherzetto” meno infantile. La cosa un po’ inquietante è che, a volte, le offerte non erano per onorare i morti, ma per placare la loro rabbia. Spaventoso.

La Campania e la Puglia avevano la stessa abitudine del Piemonte: nel giorno di Ognissanti, la tavola veniva apparecchiata sia per i morti che per i vivi e la Calabria… ah, la Calabria diventava paleocristiana e faceva cenare la gente direttamente sulle tombe dei propri cari: era questa un’abitudine estremamente comune tra i primi cristiani, ereditata dai riti pagani. Mangiare vicino a una tomba era al tempo stesso un’offerta alle anime dei defunti e un momento di convivialità e condivisione, al quale si credeva che i defunti stessi partecipassero. Nord e Sud si incontrano di nuovo in Sicilia, dove i bambini ricevono regali dai Morti, proprio come i giovani piemontesi di un tempo.

In Sardegna, le zucche tornano ad essere protagoniste. In Gallura, gli adulti passeggiano per la città facendo rumore con ogni sorta di utensili, tra cui asce e coltelli, mentre i bambini portano in giro, avete indovinato, zucche intagliate con una candela all’interno. Lo scopo di tutto quel baccano è spaventare i bambini con la zucca. Nel frattempo, i giovani adulti e i ragazzini un po’ più grandi vanno in giro per la città sbattendo insieme ogni sorta di oggetti per fare rumore e annunciare la propria presenza per strada: poi bussano alle porte e chiedono in regalo dolci e biscotti. Vi suona familiare?
Se c’è qualcosa che si può imparare da questo breve viaggio su Halloween/Ognissanti in giro per l’Italia è che, come diciamo qui nello Stivale, tutto il mondo è paese, il mondo è piccolo. Un mondo dove le tradizioni e le abitudini trovano spesso la loro origine più antica nelle stesse usanze, o in usanze che nel tempo si sono influenzate a vicenda. È il caso di Halloween e degli antichi riti pagani e romani legati al culto dei Morti che verranno poi abbracciati dai cristiani e che vediamo in giro per l’Italia, a volte, ancora oggi. Il comune denominatore è la già citata festa celtica di Samhain, nota per essere l'”Halloween originale”, ma che si ritiene abbia influenzato in qualche modo il culto romano dei Morti, che a sua volta era al centro del modo in cui i primi cristiani si prendevano cura e pregavano per le anime dei propri cari.

Quindi, quest’anno, mentre intagliate la zucca, ricordate che c’è qualcuno, in un paesino d’Italia, che probabilmente sta facendo lo stesso e non perché è Halloween, ma perché lo fa da secoli!


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