Photo: Igorr/Dreamstime

Have you ever wondered why, when Italians answer the phone, they always say “Pronto?” 

First of all: what does that pronto word mean? It means, quite simply, “I am ready.”

And what does it have to do with answering the phone? The origins of this habit are not too clear, but there are two plausible explanations. The first brings us back to telephones’ early years when, in order to make a call, you had to go through a switchboard and talk to an operator, who would connect you with your interlocutor. When a line became available and the conversation could start, the operator would say that the collegamento è pronto, that is, “the line is ready.” In time, the  use of the word “pronto” just extended to answering the phone in general. A curiosity within the curiosity: in Italy, phone connections through operator continued for long-distance calls until 1970. 

There is, however, another theory and it involves the military. 

Straight after their invention, phones were mostly used by members of the army, often to connect officials and their subordinates. In this context, saying “Pronto!” (ready) when picking up made a lot of sense, especially if you consider the peremptory tone Italians still use today when saying it! Another trivia about Italy and phones: the first phone connection in Milan took place between the Fire Station and the Townhouse. 

The use of the word “Pronto” to answer the phone is probably linked the origin of the phon itself. Photo:CristinaConti/Dreamstime.

It’s funny to note how Italy stands out from the rest of Europe — and indeed the world —  when it comes to answering the phone. From England to Germany, all the way to France and Spain, people say the usual “hello” when answering a call, even though each country seems to have alternatives: for instance, in Britain and Ireland, people also answer saying their phone number or their surname; the latter is the way Germans answer to calls, too. In the Netherlands people say both their surname and name, while Russians use the French “Allo,” or, quite simply, “Da” (yes). In Spain, many use “Diga,” tell me along with, of course, “Hola”. Outside of Europe the “hello” form is ubiquitous: in China, for instance,  they say “wey,” in Japan “moshi moshi,” which mean  just that, hello. 

But why the use of “hello” when answering the phone is so common all over the world? The answer is simple: the USA. When Alexander Graham Bell, who patented the phone in 1876, carried out his first experiments, he would use the expression “Ahoy, ahoy!” to understand whether there was anyone on the line and he could be heard. Soon, “ahoy” became “haloo,” and then “hello,” which, by the way, was also used to signal passengers to board their ship. Legends say that, in 1877, Thomas Edison wrote a letter to the president of the Telegraph Company in Pittsburgh  stating that using “hello” was the best way to answer the phone. Edison’s advice was followed and, just a handful of years later, women working as phone operators were known as “hello girls.” All this to say the very word used in most of the world — even translated — to answer the phone comes from America. 

Italians, sometimes, don’t simply say “pronto,” but add a peremptory “chi parla” or “con chi parlo,” which means “who am I speaking with?” In the old days, when everyone had a landline, children were taught to always ask the name of their interlocutor when answering the phone, but today this necessity has become obsolete: most of us use cell phone, where callers’ identity is always known and many modern landline handsets show phone numbers, too.  

Cell phones changed the way Italians answer to calls  also in another way: because of caller ID, people often tend to personalize the way they answer, depending on the person on the other end of  the line. More often that not, though,  they use the most popular of Italian words: “Ciao!”

Vi siete mai chiesti perché, quando gli italiani rispondono al telefono, dicono sempre “Pron-to?”.

Prima di tutto: cosa significa la parola pronto? Significa semplicemente: “Sono pronto”.

E cosa c’entra con il rispondere al telefono? Le origini di questa abitudine non sono troppo chiare, ma ci sono due spiegazioni plausibili. La prima ci riporta ai primi anni dei telefoni quando, per fare una telefonata, dovevi passare attraverso un centralino e parlare con un operatore, che ti metteva in contatto con il tuo interlocutore. Quando la linea si rendeva disponibile e la conversazione poteva iniziare, l’operatore diceva il collegamento è pronto, cioè “la linea è pronta”. Col tempo, l’uso della parola “pronto” si è esteso al rispondere al telefono in generale. Una curiosità nella curiosità: in Italia il collegamento telefonico attraverso l’operatore è continuato per le chiamate interurbane fino al 1970.

C’è, però, un’altra teoria e coinvolge i militari.

Subito dopo la loro invenzione, i telefoni vennero usati per lo più dai membri dell’esercito, spesso per collegare gli ufficiali e i loro subordinati. In questo contesto, dire “Pronto!” quando si rispondeva aveva molto senso, soprattutto se si considera il tono perentorio che gli italiani usano ancora oggi quando lo dicono! Un’altra curiosità sull’Italia e sui telefoni: il primo collegamento telefonico a Milano ebbe luogo tra la caserma dei Vigili del Fuoco e il palazzo comunale.

È curioso notare come l’Italia si distingua dal resto dell’Europa – e del mondo – quando si tratta di rispondere al telefono. Dall’Inghilterra alla Germania, fino alla Francia e alla Spagna, la gente dice il solito “hello” quando risponde a una chiamata, anche se ogni paese sembra avere delle alternative: per esempio, in Gran Bretagna e Irlanda, la gente dice anche il proprio numero di telefono o il proprio cognome; quest’ultimo è il modo in cui anche i tedeschi rispondono alle chiamate. Nei Paesi Bassi la gente dice sia il proprio cognome che il proprio nome, mentre i russi usano il francese “Allo”, o, molto semplicemente, “Da” (sì). In Spagna, molti usano “Diga”, insieme, ovviamente, a “Hola”. Fuori dall’Europa la forma “hello” è onnipresente: in Cina, per esempio, si dice “wey”, in Giappone “moshi moshi”, che significa proprio questo, hello.

Ma perché l’uso di “hello” quando si risponde al telefono è così comune in tutto il mondo? La risposta è semplice: gli USA. Quando Alexander Graham Bell, che brevettò il telefono nel 1876, fece i suoi primi esperimenti, usava l’espressione “Ahoy, ahoy!” per capire se c’era qualcuno in linea e se poteva essere sentito. Ben presto, “ahoy” divenne “haloo”, e poi “hello”, che, tra l’altro, veniva usato anche per segnalare ai passeggeri di salire a bordo della loro nave. La leggenda narra che, nel 1877, Thomas Edison scrisse una lettera al presidente della Telegraph Company di Pittsburgh, affermando che l’uso di “hello” era il modo migliore per rispondere al telefono. Il consiglio di Edison fu seguito e, solo una manciata di anni dopo, le donne che lavoravano come operatrici telefoniche erano conosciute come “hello girls”. Tutto questo per dire che la parola usata nella maggior parte del mondo – anche tradotta – per rispondere al telefono viene dall’America.

Gli italiani, a volte, non dicono semplicemente “pronto”, ma aggiungono un perentorio “chi parla” o “con chi parlo”. Un tempo, quando tutti avevano un telefono fisso, ai bambini veniva insegnato a chiedere sempre il nome del loro interlocutore quando si rispondeva al telefono, ma oggi questa necessità è diventata obsoleta: la maggior parte di noi usa il cellulare, dove l’identità di chi chiama è sempre nota e molti telefoni fissi moderni mostrano anche i numeri di telefono.

I cellulari hanno cambiato il modo in cui gli italiani rispondono alle chiamate anche in un altro modo: grazie all’identificazione del chiamante, le persone tendono spesso a personalizzare il modo in cui rispondono, a seconda della persona all’altro capo della linea. Più spesso, però, usano la parola italiana più popolare: “Ciao!”.


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