San Zeno Cathedral in Pistoia (Photo: Alkan2011/Dreamstime)

Of all the provinces of Tuscany, Pistoia is, perhaps, the one we are less familiar with. Yet, it was Italy’s Capital of Culture only a handful of years ago (it was 2017), and it has one of the best-preserved and maintained medieval town centers in the country. But Pistoia finds its roots further back than the Middle Ages if it’s true that Sallustius mentioned it when discussing the death of Catilina, in 62 BC. The Romans called it Pistoria or Oppidum Pistoriense, according to Ammianus Marcellinus, but they weren’t the first to settle in the area, which was inhabited by the Etruscans and also by the Ligurians. In fact, this is a relatively recent discovery, because it was only after the finding, in 1972, of an Etruscan funerary stone dating between the 6th and the 5th century BC, that the presence of the mysterious, ancient inhabitants of Tuscany in the area was confirmed.

Its name, very likely, comes from the Latin pistor, baker, even though some linguists believe its origin may be Etruscan or Ligurian.

In 406 AD, Pistoia was razed to the ground by the Ostrogoths but, just like the legendary phoenix, it was born again from its ashes and enjoyed a true renaissance under the Lombards in the 8th century AD: the vestiges of their presence are still visible in the urban layout of the town.

And just like that, in the blink of an eye, we are in the Middle Ages, the period of Pistoia’s true blossoming. In the title above, I wrote that Pistoia was the first comune in Italy, but to be truthful, that isn’t entirely correct: in fact, the first free commune, or libero comune, was the small village of Lazise, on Lake Garda, which requested – and obtained – significant territorial and financial autonomy from the Holy Roman Empire in 983 AD. 

Mind, though, Pistoia became a libero comune only a century later, in 1105.

San Giovanni Baptistery, in Pistoia (Photo: Alberto Manosvo/Dreamstime)

So why the clickbait-y title, you ask? Well, because the very first public document related to a libero comune, in other words, the first written attestation of the functions and duties of this seminal social, economic and cultural institution, comes from Pistoia.

The Statuto dei Consoli del Comune di Pistoia (the Consuls of the Commune of Pistoia’s Statute), written in 1117, is an early version of what we would today call a judiciary statute, and the oldest set of laws related to an Italian commune still extant. After Pistoia, other comuni produced similar documents, of which we still have copies, in primis Genoa (1243) and Pisa (1162-1164). These were the early decades of the rise to power of the comuni, so many others likely penned similar statutes, even though we no longer have copies of them.

So, we can say that, if Pistoia is not the first libero comune of Italy, it is certainly the first to have given itself a written set of laws. The Statuto is actually very important from a historical and legal point of view because it is the first example we have in our country of a set of rules a community implemented to regulate its relationships with external authorities and to organize its internal government. In the Statute there were laws about the relationship between religious and temporal authorities, about elections and the duties of the consuls (the leaders of the comune), about local institutions, justice, the protection of citizens and their belongings, all the way to how much workers should be paid. A pretty modern set of rules, when you think of it.

And this is why, despite not being literally the first libero comune in Italy, Pistoia somehow wins the title anyway – please, Lazise, don’t be upset: because the first significant document of a modern, urban institution comes from there.

If you are interested, you can read more about the Statute on Pistoia’s online archive, at www.societapistoiesestoriapatria.it/fonti-on-line/. Here, you can read and view the Statute, which has been entirely digitalized, as well as several other historical documents related to the city of Pistoia.

Di tutte le province della Toscana, Pistoia è, forse, quella che ci è meno familiare. Eppure, è stata Capitale italiana della Cultura solo una manciata di anni fa (era il 2017), e ha uno dei centri storici medievali meglio conservati e mantenuti del Paese. Ma Pistoia affonda le sue radici più indietro nel tempo rispetto al Medioevo, se è vero che Sallustio la menziona quando parla della morte di Catilina, nel 62 a.C. I Romani la chiamarono Pistoria o Oppidum Pistoriense, secondo Ammiano Marcellino, ma non furono i primi a insediarsi nella zona, che fu abitata dagli Etruschi e anche dai Liguri. In realtà, si tratta di una scoperta relativamente recente, perché fu solo dopo il ritrovamento, nel 1972, di una pietra funeraria etrusca datata tra il VI e il V secolo a.C., che nella zona fu confermata la presenza dei misteriosi e antichi abitanti della Toscana.

Il suo nome, molto probabilmente, deriva dal latino pistor, fornaio, anche se alcuni linguisti ritengono che la sua origine possa essere etrusca o ligure.

Nel 406 d.C., Pistoia fu rasa al suolo dagli Ostrogoti ma, proprio come la leggendaria Fenice, rinacque dalle sue ceneri e godette di una vera e propria rinascita sotto i Longobardi nell’VIII secolo d.C.: le vestigia della loro presenza sono ancora visibili nell’impianto urbano della città.

E così, in un batter d’occhio, siamo nel Medioevo, il periodo della vera fioritura di Pistoia. Nel titolo sopra ho scritto che Pistoia è stato il primo comune d’Italia, ma a dire il vero non è del tutto corretto: il primo libero comune, infatti, fu il piccolo villaggio di Lazise, sul lago di Garda, che chiese – e ottenne – una significativa autonomia territoriale e finanziaria dal Sacro Romano Impero nel 983 d.C.
Attenzione, quindi, Pistoia divenne libero comune solo un secolo dopo nel 1105.

Allora, perché questo titolo da clickbait, vi chiederete? Beh, perché il primo documento pubblico relativo a un libero comune, in altre parole, la prima attestazione scritta delle funzioni e dei compiti di questa seminale istituzione sociale, economica e culturale, viene da Pistoia.

Lo Statuto dei Consoli del Comune di Pistoia, scritto nel 1117, è una prima versione di quello che oggi chiameremmo uno statuto giudiziario, e il più antico insieme di leggi relative a un comune italiano ancora esistente. Dopo Pistoia, altri comuni produssero documenti simili, di cui abbiamo ancora copie, in primis Genova (1243) e Pisa (1162-1164). Questi erano i primi decenni dell’ascesa al potere dei comuni, quindi è probabile che molti altri abbiano scritto statuti simili, anche se non ne abbiamo più copie.

Quindi, possiamo dire che, se Pistoia non è stato il primo libero comune d’Italia, è stato certamente il primo ad essersi dato un insieme di leggi scritte. Lo Statuto è in realtà molto importante dal punto di vista storico e giuridico perché è il primo esempio che abbiamo nel nostro Paese di un insieme di regole che una comunità ha attuato per regolare i suoi rapporti con le autorità esterne e per organizzare il suo governo interno. Nello Statuto c’erano leggi sul rapporto tra autorità religiose e temporali, sulle elezioni e sui doveri dei consoli (i capi del comune), sulle istituzioni locali, sulla giustizia, sulla protezione dei cittadini e dei loro beni, persino su quanto dovevano essere pagati i lavoratori. Un insieme di regole piuttosto moderno, se ci pensate.

Ed è per questo che, pur non essendo letteralmente il primo libero comune d’Italia, Pistoia in qualche modo vince comunque il titolo – per favore, Lazise, non te la prendere: perché viene da lì il primo documento significativo di un’istituzione urbana moderna.

Se siete interessati, potete leggere di più sullo Statuto sull’archivio online di Pistoia, su www.societapistoiesestoriapatria.it/fonti-on-line/. Qui potete leggere e visionare lo Statuto, che è stato interamente digitalizzato, così come diversi altri documenti storici relativi alla città di Pistoia.


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