The headquarters of the Monte dei Paschi , in Siena (Photo: Tinamou/Dreamstime)

Banks: we all use them but have we ever thought about when and how they were created?

History tells us that the earliest forms of banking – or something close to it – were practiced by the Assyrians and the Babylonians in Mesopotamia, as far back as 2,000 years before the birth of Christ. It was quite normal for the wealthy to entrust their riches to members of the royal palace or to religious functionaries for safekeeping. This connection between financial and religious activities continued in Ancient Greece, where priests would set near the temple their trapeza, a stall where they could directly manage and control all offers made to the temple itself.

It is, however, during the Italian Middle Ages and Renaissance, at the time of comuni and signorie, that the idea and concept of “bank” came closer to what we know today. That’s why we often say banks as an institution are an Italian creation.

In the beginning, it was all in the hands of goldsmiths, who were in charge of assessing the value of gold and silver coins, depending on the level of purity of the metal. Soon, people would also deposit sums of money at their workshops for safekeeping. At some stage – we don’t have an exact date – goldsmiths in Tuscany and, very likely Liguria and Veneto (Genoa and Venice were key trade cities, with plenty of money circulating) started issuing note di banco, “counter notes,” their name coming from the fact they were often signed on the goldsmith’s working counter. These receipts showed the amount of money received for safekeeping. In the late Middle Ages, noblemen and merchants began using lettere di credito, “credit letters,” a very early form of cheque.

The 1472 statute of the Monte dei Paschi di Siena (Photo: Ombretta8888)

Back then, however, things worked very differently if you think that noblemen and even royals would often get rid of debts by simply bestowing a title on their creditor: we have a very famous example of it in the De Medici family, who became signori of Florence, hence the city’s effective rulers, as a repayment for a loan they had previously granted.

Florence, the De Medicis, Tuscany… this quaint and precious corner of Italy is key for the development of financial institutions and it is there, in Siena to be precise, that the first bank was born.

Giovanni di Bicci de Medici, Florentine banker from the famous Renaissance family (Photo: Michelle Bridges/Dreamstime)

The Monte dei Paschi di Siena was founded in 1472 and, with its 551 years of activity, it is the oldest active bank in the world. Founded as a mount of piety called Monte Pio by the leadership of the Republic of Siena, its statute was approved, as mentioned, in 1472: despite its historical ups and downs, the last of which took place between 2013 and 2017, when Monte dei Paschi was saved from bankruptcy by statal intervention, the bank has operated without interruption since then.

Initially,  Monte Pio worked just like a pawn shop: you would bring something valuable and receive money in exchange for it, and you could get whatever you surrendered only if you paid back in time the money you had borrowed. When Siena became part of the Grand Duchy of Tuscany in 1555, Monte Pio started offering loan agreements to landowners in the region. In 1580, it also became a tax collector, adding another important public financial activity to its belt. Less than 50 years later, in 1624, a second banca pubblica focusing only on the financial activities of landowners and farmers was created, with the name of Monte non vacabile dei Paschi della città e stato di Siena. Among its clients, there was also the Grand Duke of Tuscany Ferdinand II, who gave to the Monte all revenues from state-owned farmland in Maremma (the paschi) as a guarantee for his debts.

In 1783, the Monte Pio and the Monte dei Paschi were unified. A century later, their name became Monte dei Paschi di Siena, the same that the bank still holds today.

Banche: tutti le usiamo, ma abbiamo mai pensato a quando e come sono nate?

La storia ci dice che le prime forme di banca – o qualcosa di simile – furono praticate dagli Assiri e dai Babilonesi in Mesopotamia, già 2.000 anni prima della nascita di Cristo. Era del tutto normale che i ricchi affidassero le loro ricchezze a membri del palazzo reale o a funzionari religiosi per custodirle. Questo legame tra attività finanziarie e religiose continuò nell’Antica Grecia, dove i sacerdoti ponevano vicino al tempio la loro trapeza, una bancarella dove potevano gestire e controllare direttamente tutte le offerte fatte al tempio.

È però nel Medioevo e nel Rinascimento italiano, all’epoca dei comuni e delle signorie, che l’idea e il concetto di “banca” si avvicinano a quello che conosciamo oggi. Ecco perché spesso diciamo che la banca come istituzione è una creazione italiana.

All’inizio tutto era nelle mani degli orafi, che avevano il compito di valutare il valore delle monete d’oro e d’argento, a seconda del grado di purezza del metallo. Ben presto, la gente depositò presso le loro botteghe anche somme di denaro da custodire. A un certo punto – non abbiamo una data precisa – gli orafi toscani e, molto probabilmente, liguri e veneti (Genova e Venezia erano città chiave per il commercio, con molto denaro in circolazione) iniziarono a emettere note di banco, il cui nome deriva dal fatto che spesso erano firmate sul banco di lavoro dell’orafo. Queste ricevute indicavano l’ammontare del denaro ricevuto in custodia. Nel tardo Medioevo, nobili e mercanti iniziarono a utilizzare le lettere di credito, una forma molto precoce di assegno.

All’epoca, però, le cose funzionavano in modo molto diverso, se si pensa che spesso i nobili e persino i reali si liberavano dei debiti semplicemente conferendo un titolo al loro creditore: ne abbiamo un esempio molto famoso nella famiglia De Medici, che divennero signori di Firenze, quindi effettivi padroni della città, come rimborso per un prestito che avevano precedentemente concesso.

Firenze, i De Medici, la Toscana… questo caratteristico e prezioso angolo d’Italia è fondamentale per lo sviluppo delle istituzioni finanziarie ed è proprio lì, a Siena per la precisione, che nasce la prima banca.

Il Monte dei Paschi di Siena fu fondato nel 1472 e, con i suoi 551 anni di attività, è la più antica banca attiva al mondo. Fondato come monte di pietà chiamato Monte Pio dai vertici della Repubblica di Siena, il suo statuto fu approvato, come detto, nel 1472: nonostante le vicissitudini storiche, l’ultima delle quali si è verificata tra il 2013 e il 2017, quando il Monte dei Paschi è stato salvato dal fallimento grazie a un intervento statale, la banca ha operato da allora senza interruzioni.

Inizialmente, il Monte Pio funzionava come banco dei pegni: si portava qualcosa di valore e si riceveva denaro in cambio, e si poteva ottenere ciò che si cedeva solo se si restituiva in tempo il denaro preso in prestito. Quando Siena entrò a far parte del Granducato di Toscana nel 1555, il Monte Pio iniziò a offrire contratti di prestito ai proprietari terrieri della regione. Nel 1580 divenne anche esattore delle tasse, aggiungendo un’altra importante attività finanziaria pubblica. Meno di cinquant’anni dopo, nel 1624, fu creata una seconda banca pubblica che si concentrava solo sulle attività finanziarie dei proprietari terrieri e dei contadini, con il nome di Monte non vacabile dei Paschi della città e stato di Siena. Tra i suoi clienti, c’era anche il Granduca di Toscana Ferdinando II, che diede al Monte tutti i proventi dei terreni agricoli di proprietà dello Stato in Maremma (i paschi) come garanzia per i suoi debiti.

Nel 1783, il Monte Pio e il Monte dei Paschi furono unificati. Un secolo dopo, il loro nome divenne Monte dei Paschi di Siena, lo stesso che la banca porta ancora oggi.


Receive more stories like this in your inbox