Giuseppe Garibaldi, known as the Hero of the two Worlds. Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Wikicommons/Public Domain.

Dear Readers,

Giuseppe Garibaldi (1807- 1882) was contacted by our 16th president, Abraham Lincoln, during the Civil War (1861-1865) and offered the rank of Major General in the Union Army, but he did not accept. 

During this patriotic month of July, let me recycle and refresh your memory and mine on this Italian Connection to US history.

Garibaldi was born in the then-Ligurian city of Nice on July 4, 1807. 

When Garibaldi went to sea as a merchant, the northern sections of the country were largely under the control of the Austrian Empire. The southern regions, including Sicily, were ruled by Spanish-Bourbon kings. The Pope was regarded as absolute sovereign in Rome and most of central Italy, while the Kingdom of Sardegna, with its capital in the Piemontese city of Torino, was governed by what might be considered an authentically Italian administration.

As a sailor, Garibaldi visited many ports. In 1833, while docked in Marseilles, the young seaman was introduced to members of the Young Italy Society. The Society was an underground organization pledged to the task of driving the foreign regimes from Italy and uniting the land as a modern republic. The organization told him to enroll in the Royal Piemontese Navy and to organize a rebellion among fellow sailors. In the Navy’s eyes this amounted to mutiny and in 1834 Garibaldi was sentenced to death. Garibaldi was forced to flee Italy and his travels in exile eventually took him to South America. There he became involved in the struggle for independence of areas of Brasil and Uruguay, which led him to almost twelve years of guerilla warfare. While trying to outfit his men in Montevideo he bought a supply of smock-like red shirts intended for local slaughterhouse workers. The red color camouflaged the animal’s blood. This was the original Garibaldi’s Red Shirt uniform.

A charismatic man with brownish-red hair flowing to his shoulders, he was adored by his soldiers, Italian exiles, and Anita, a biracial woman of Portuguese and African descent and the woman who shared his adventures and later bore his children.

With Anita by his side, Garibaldi successfully led the defense of the Republic of Uruguay in its war against Argentina. It was during this campaign that he organized his famous, red-shirted “Italian Legion.” In 1846, the Legion won a surprising victory although outnumbered and Garibaldi’s reputation as a clever, capable commander was firmly established.

Garibaldi and Anita. Copyrighted work available under Creative Commons agreement. Author: Tancredi Scarparelli @ www.lookandlearn.com. Public Domain.

In 1848, Garibaldi and his Legion left South America and sailed back to participate in the long-awaited liberation of their homeland. The small but heroic Kingdom of Sardegna had taken up the liberation cause and was engaged in war with the powerful Austrian Empire. Sadly, the war proved disastrous for Sardegna, and Austria gradually regained control over northern Italy. The following year, Garibaldi and his Legion led the defense of the glorious but tragically ill-fated Roman Republic. Again, Garibaldi was forced to flee his homeland. This time, he sailed to the United States. 

Garibaldi arrived in New York City on July 30, 1850. He lived in the United States as a guest of Antonio Meucci, the hapless inventor of the telephone. They lived in Meucci’s cottage on Staten Island, which now houses the Garibaldi Meucci Museum. 

The ascension of Vittorio Emanuele II to the Sardinian throne brought new hopes for Italian liberation during the next decade. An alliance with Louis Napoleon of France resulted in renewed war with Austria in 1859 and Garibaldi was called to take command of a special Italian regiment known as the Alpine Chasseurs. The war was successful and added the region of Lombardy to the Kingdom of Sardegna (which was now referring to itself proudly as the Kingdom of Italy).

In 1860, Garibaldi invaded Sicily with 1,000 red-shirted volunteers, and in a brilliant, spectacular campaign he succeeded in liberating all of southern Italy from the tyrannical Bourbons. Vittorio Emanuele, meanwhile, had invaded central Italy and penetrated southward to meet Garibaldi near Naples. There, Garibaldi handed over his conquests to the Sardinian monarch: for the first time in 2000 years, Italy was united. 

In 1866, Italy reopened its war with Austria to liberate the region of Venezia, which still remained in the enemy’s hands. The war was successful. With the Italian liberation completed, Garibaldi took to the battlefield again in 1870 to defend the French Republic against the invading Prussians and, though the conflict ended with a defeat for France, Garibaldi emerged as the only general in the French forces who did not surrender his sword to the enemy.

The closing of the war was also the closing of his active career. Stiffened by arthritis and tired from decades of continuous struggle, white-haired and aging, he settled quietly on his humble island farm of Caprera off the Sardinian coast, where he died in 1882.

Cari lettori,

Giuseppe Garibaldi (1807-1882) fu contattato dal nostro 16° presidente, Abraham Lincoln, durante la guerra civile (1861-1865) e gli fu offerto il grado di maggiore generale nell’esercito dell’Unione, ma non accettò.
In questo patriottico mese di luglio, permettetemi di rispolverare e rinfrescare la vostra e la mia memoria su questa Italian Connection con la storia degli Stati Uniti.

Garibaldi nacque nell’allora città ligure di Nizza il 4 luglio 1807.

Quando Garibaldi prese il mare come mercante, le regioni settentrionali del Paese erano in gran parte sotto il controllo dell’Impero austriaco. Le regioni meridionali, compresa la Sicilia, erano governate dai re borbonici di Spagna. Il Papa era considerato sovrano assoluto a Roma e nella maggior parte dell’Italia centrale, mentre il Regno di Sardegna, con capitale nella città piemontese di Torino, era governato da quella che potrebbe essere considerata un’amministrazione autenticamente italiana.

Come marinaio, Garibaldi visitò molti porti. Nel 1833, mentre era attraccato a Marsiglia, il giovane marinaio fu presentato ai membri della Società della Giovane Italia. La Società era un’organizzazione clandestina che si batteva per cacciare i regimi stranieri dall’Italia e a unire il Paese in una moderna repubblica. L’organizzazione gli disse di arruolarsi nella Regia Marina Piemontese e di organizzare una ribellione tra i marinai. Agli occhi della Marina questo equivaleva a un ammutinamento e nel 1834 Garibaldi fu condannato a morte. Garibaldi fu costretto a fuggire dall’Italia e i suoi viaggi in esilio lo portarono in Sud America. Lì fu coinvolto nella lotta per l’indipendenza di aree del Brasile e dell’Uruguay, cosa che lo portò a quasi dodici anni di combattimenti. Mentre cercava di rifornire i suoi uomini a Montevideo, acquistò una scorta di camicie rosse simili a quelle dei macellai locali. Il colore rosso mimetizzava il sangue degli animali. Questa divenne l’uniforme originale delle Camicie Rosse di Garibaldi.

Uomo carismatico, con capelli rosso-bruni che gli arrivavano alle spalle, era adorato dai suoi soldati, dagli esuli italiani e da Anita, una donna di origini portoghesi e africane che condivise le sue avventure e che in seguito gli diede i figli.
Con Anita al suo fianco, Garibaldi guidò con successo la difesa della Repubblica dell’Uruguay nella guerra contro l’Argentina. Fu durante questa campagna che organizzò la sua famosa “Legione Italiana” dalle Camicie Rosse. Nel 1846, la Legione ottenne una sorprendente vittoria, sebbene in inferiorità numerica, e la reputazione di Garibaldi come comandante intelligente e capace si consolidò.

Nel 1848, Garibaldi e la sua Legione lasciarono il Sud America e tornarono a navigare per partecipare alla tanto attesa liberazione della loro patria. Il piccolo ma eroico Regno di Sardegna aveva sposato la causa della liberazione ed era impegnato in una guerra contro il potente Impero austriaco. Purtroppo, la guerra si rivelò disastrosa per la Sardegna e l’Austria riprese gradualmente il controllo dell’Italia settentrionale. L’anno successivo, Garibaldi e la sua Legione guidarono la difesa della gloriosa ma tragicamente sfortunata Repubblica Romana. Ancora una volta, Garibaldi fu costretto a fuggire dalla sua patria. Questa volta salpò per gli Stati Uniti.

Garibaldi arrivò a New York il 30 luglio 1850. Visse negli Stati Uniti come ospite di Antonio Meucci, lo sfortunato inventore del telefono. I due vissero nel cottage di Meucci a Staten Island, che oggi ospita il Museo Garibaldi Meucci.
L’ascesa di Vittorio Emanuele II al trono sardo portò nuove speranze di liberazione dell’Italia nel decennio successivo. L’alleanza con Luigi Napoleone di Francia portò a una nuova guerra con l’Austria nel 1859 e Garibaldi fu chiamato ad assumere il comando di uno speciale reggimento italiano noto come Alpini Chasseurs. La guerra ebbe successo e aggiunse la regione Lombardia al Regno di Sardegna (che ora si definiva orgogliosamente Regno d’Italia).

Nel 1860, Garibaldi invase la Sicilia con 1.000 volontari in camicia rossa e, con una campagna brillante e spettacolare, riuscì a liberare tutta l’Italia meridionale dai tirannici Borboni. Vittorio Emanuele, nel frattempo, aveva invaso l’Italia centrale e penetrò verso sud per incontrare Garibaldi nei pressi di Napoli. Lì, Garibaldi consegnò le sue conquiste al monarca sardo: per la prima volta dopo 2000 anni, l’Italia era unita.

Nel 1866, l’Italia riaprì la guerra con l’Austria per liberare la regione di Venezia, ancora in mano al nemico. La guerra ebbe successo. Completata la liberazione dell’Italia, Garibaldi scese nuovamente in campo nel 1870 per difendere la Repubblica francese dall’invasione dei prussiani e, anche se il conflitto si concluse con una sconfitta per la Francia, Garibaldi emerse come l’unico generale delle forze francesi che non cedette la spada al nemico.

La chiusura della guerra fu anche la chiusura della sua carriera attiva. Irrigidito dall’artrite e stanco per decenni di lotta continua, con i capelli bianchi e l’età avanzata, si stabilì tranquillamente nella sua umile fattoria sull’isola di Caprera, al largo della costa sarda, dove morì nel 1882.


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