Dox was a German Shepherd dog (Photo:Dmytro Tolmachov | Dreamstime.com)

Dear readers, 

An August assortment of Italian connections for you. 

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Roman police inspector Brigadier Giovanni Maimone retired from the police department and received a pension immediately. However, when his partner Dox von Coburger Land retired from the Roman police force at the age of 15, the authorities decided that he was not entitled to a pension. Why? Because he was a dog and not a person. They ignored the fact that Dox had solved more cases than any other detective on the force (contributing to the arrest of 560 suspects in 171 assignments), received 38 decorations for his accomplishments, and was wounded seven times in the line of duty. Since he held the rank of corporal, lower-ranking human policemen had to salute him when he approached. 

There was, nonetheless, no denying he was a dog. Although the uneven-eared German shepherd — half of his left ear had been shot off by a fleeing gunman — managed a few stunts that normal dogs could barely imagine—emptying a loaded pistol or untying a man’s rope to a chair, for instance—Dox was most famous for a truly canine feature, his nose. He could follow trails far older and farther than other dogs, and even recognized the scent of criminals he had pursued years earlier. In one famous case, Dox led police to the hideout of a suspected jewel thief. When the man protested his innocence and no evidence could be found, the police went back to headquarters, but Dox insisted on returning to the scene of the crime, found a loose button, and then led the police back to the suspect. Finding a suspicious closet, he opened the door with his mouth, pulled a coat off a hanger, and pointed his nose at the spot where the button had been torn off. The loose button he had found earlier clearly belonged there, and the suspect confessed.

Although he was a police officer, Dox really belonged to one man, Brigadier Giovanni Maimone, who was so strong he was sometimes called the “Hercules Cop.” The team performed many special assignments, but could most often be seen patrolling Rome on a motor scooter. Dox could open the scooter trunk with his mouth. When Dox retired, Maimone did the same and opened a dog training center called Casa Dox, where the 19-year-old dog died in 1965. Feeling that Dox had never received his proper recognition as a civil servant, Maimone continued to sue for a pension. In 1974, 13 years later, the court agreed and gave Dox a posthumous award.

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Art theft from museums generates the most headlines, but experts say that more than 50% of art vanishes from homes and businesses. Art crimes are said to be a $6 billion a year global business, and Interpol says that Italy and France suffer the most. And while in the US the FBI has just a dozen agents dedicated part-time to art crime, Italy fights art crime with over 200 officers. Founded with only a handful of men, they are considered a touchstone for similar forces throughout the world.

Art thieves in Italy have had to work harder since 1991, when General Roberto Conforti reorganized the Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico, a quasi-military branch of the country’s police force that safeguards the nation’s artistic patrimony and investigates crimes against the country’s treasure trove of art. Carabinieri is one of three branches of law enforcement in Italy. In addition, there is the Guardia di Finanza, which governs money-related crimes, and the Polizia di Stato, the national police force. Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico was formed in 1969, a full year before the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) recommended that all countries try to stop the illegal trafficking of stolen art. This elite force operates from headquarters in Piazza Sant’ Ignazio in Rome’s ancient heart. Visitors have included delegations from Hungary and Palestine. All came to learn Italy’s tricks of the trade for tracking stolen works of art.

Roughly 2,000 art thefts are reported annually in Italy. Private collections, galleries, antique dealers, churches, and archaeological sites are the hardest hit. Almost half of these works now make it back to their original owners. One of the strongest weapons at the Carabinieri‘s disposal is its databank of stolen art. Updated daily, this powerful tool is considered one of the best in the world. Based on countless catalogues and photographic archives, it can respond immediately to questions concerning stolen works of art. An important art recovery on Conforti’s watch was the 1994 retrieval of 20 Renaissance paintings stolen from the small Betona Museum in Umbria in 1979, eventually traced to Kingston, Jamaica, and returned to Italy.

Cari lettori,

un assortimento agostano di Italian Connections per voi.

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Quando l’ispettore di polizia romano, il Brigadiere Giovanni Maimone, lasciò il Dipartimento di polizia e ricevette immediatamente la pensione. Invece, quando il suo socio Dox von Coburger Land lasciò la polizia romana all’età di 15 anni, le autorità decisero che non aveva diritto a una pensione. Perché? Perché era un cane e non una persona. Ignoravano il fatto che Dox aveva risolto più casi di qualsiasi altro detective di polizia (contribuendo all’arresto di 560 sospettati in 171 incarichi), ricevuto 38 decorazioni per i suoi successi e era stato ferito sette volte durante l’adempimento del dovere. Poiché aveva il grado di caporale, i poliziotti umani di grado inferiore dovevano salutarlo quando si avvicinava.

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Tuttavia, non si poteva negare che fosse un cane. Sebbene il pastore tedesco dalle orecchie irregolari (metà del suo orecchio sinistro era stato colpito da un uomo armato in fuga) riuscisse a compiere qualche acrobazia che i cani normali difficilmente riuscirebbero a immaginare (come svuotare una pistola carica o slegare la corda di un uomo da una sedia, per esempio), Dox era famoso soprattutto per una caratteristica tipicamente canina: il suo naso. Riusciva a seguire tracce molto più vecchie e lontane di altri cani e riconosceva persino l’odore dei criminali che aveva inseguito anni prima. In un caso famoso, Dox condusse la polizia al nascondiglio di un sospetto ladro di gioielli. Quando l’uomo protestò la sua innocenza e non si trovarono prove, la polizia tornò al quartier generale, ma Dox insistette per tornare sulla scena del crimine: lì trovò un bottone allentato e poi condusse la polizia di nuovo dal sospettato. Trovando un armadio sospetto, aprì la porta con la bocca, tirò fuori un cappotto da una gruccia e puntò il naso nel punto in cui era stato strappato il bottone. Il bottone allentato che aveva trovato in precedenza chiaramente apparteneva a quel posto e il sospettato confessò. Sebbene fosse un agente di polizia, Dox apparteneva in realtà a un uomo solo, il brigadiere Giovanni Maimone, che era così forte che a volte veniva chiamato “poliziotto Ercole”. La squadra eseguiva molti incarichi speciali, ma il più delle volte la si poteva vedere pattugliare Roma su uno scooter. Dox poteva aprire il bagagliaio dello scooter con la bocca. Quando Dox andò in pensione, Maimone fece lo stesso e aprì un centro di addestramento per cani chiamato Casa Dox, dove il cane diciannovenne morì nel 1965. Sentendo che Dox non aveva mai ricevuto il giusto riconoscimento come dipendente pubblico, Maimone continuò a fare causa per una pensione. Nel 1974, 13 anni dopo, la corte acconsentì e assegnò a Dox un premio postumo.

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Il furto di opere d’arte dai musei genera la maggior parte dei titoli sui giornali, ma gli esperti affermano che oltre il 50% delle opere d’arte scompare da case e aziende. Si dice che i crimini d’arte siano un business globale da 6 miliardi di dollari all’anno e l’Interpol afferma che Italia e Francia ne soffrono di più. E mentre negli Stati Uniti l’FBI ha solo una dozzina di agenti dedicati part-time ai crimini d’arte, l’Italia combatte i crimini d’arte con oltre 200 ufficiali. Questo gruppo è considerato un punto di riferimento per forze simili in tutto il mondo. 

I ladri d’arte in Italia hanno dovuto lavorare duramente dal 1991, quando il generale Roberto Conforti ha riorganizzato i Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico, un ramo quasi militare della forza di polizia che salvaguarda il patrimonio artistico della nazione e indaga sui crimini contro il tesoro d’arte del Paese. I Carabinieri sono uno dei tre rami delle forze dell’ordine italiane. Gli altri sono la Guardia di Finanza, che combatte i crimini legati al denaro, e la Polizia di Stato, la forza di polizia nazionale. I Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico sono stati formati nel 1969, un anno prima che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) raccomandasse a tutti i Paesi di cercare di fermare il traffico illegale di opere d’arte rubate. Questa forza d’élite opera dal quartier generale in Piazza Sant’Ignazio nel cuore antico di Roma. Tra i visitatori ci sono state delegazioni dall’Ungheria e dalla Palestina. Tutti sono andati lì per imparare i trucchi del mestiere per rintracciare le opere d’arte rubate. 

In Italia vengono segnalati circa 2.000 furti d’arte all’anno. Collezioni private, gallerie, antiquari, chiese e siti archeologici sono i più colpiti. Quasi la metà di queste opere ora torna ai proprietari originali. Una delle armi più potenti a disposizione dei Carabinieri è la banca dati delle opere d’arte rubate. Aggiornato quotidianamente, questo potente strumento è considerato uno dei migliori al mondo. Basato su innumerevoli cataloghi e archivi fotografici, può rispondere immediatamente a domande riguardanti le opere d’arte rubate. Un importante recupero d’arte sotto la sorveglianza di Conforti è stato il recupero nel 1994 di 20 dipinti rinascimentali rubati dal piccolo Museo di Betona in Umbria nel 1979, alla fine rintracciati a Kingston, in Giamaica, e restituiti all’Italia.


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