“Anatomie degli Invisibili. Precari nella vita. Precari nel lavoro”, della giornalista e scrittrice Tiziana Grassi, con prefazione del sociologo del lavoro Domenico De Masi (Nemapress, Alghero, 2012).
Il volume, che ha ricevuto il Premio Speciale della Commissione Critici allo Spoletofestivalart 2013, osserva e scandaglia un dramma sociale che da anni colpisce il nostro Paese “coinvolgendo milioni di precari – ha dichiarato la Grassi – nella tragica morsa di una invisibilità ontologica, nello spaesamento e nel ripiegamento dato da un tempo triste e ingiusto, un tempo senza promesse e orizzonti in cui ogni giorno almeno una persona, piccolo imprenditore o artigiano, si toglie la vita per problemi economici legati alla crisi economica da troppo tempo in corso. Una strage quotidiana di cui, purtroppo, pochi si occupano e si preoccupano.
Ed è una perdurante crisi – ha proseguito la giornalista per molti anni autrice di programmi per gli Italiani all’estero a Rai International e studiosa di emigrazione – che sta causando un gravissimo processo di disgregazione ed esclusione sociale, di stridenti asimmetrie tra chi ha e chi non ha, tra chi è tutelato e chi non lo è, e che rimane così fuori dal ‘banchetto della vita’ e da diritti fondativi. La mancanza di lavoro equivale a una messa in crisi dell’identità, individuale e collettiva, equivale alla mancanza della dignità, della libertà individuale e quindi di un qualsiasi progetto di esistenza.
A tutti loro, agli ‘Invisibili’ ripiegati e inespressi, ai senza-voce a cui sono negati orizzonti programmatici, divorati dall’ansia da vita, che mendicano attenzione nelle agende politiche di ieri e di oggi, e che attendono maggiore giustizia sociale ed equità, è dedicato questo libro-denuncia in versi e cronaca. Per troppo tempo ha dilagato il compulsivo mantra dei tagli e dell’austerity paralizzante, il mantra di asettici parametrici econometrici quando invece dovremmo andare con visione lucida verso un’economia umanistica, verso una visione antropo-centrica della società e del nostro tempo.
Tra l’altro – ha aggiunto la Grassi – le Nazioni Unite hanno dichiarato il Terzo Millennio, il millennio dell’Uomo, centrato su una nuova e necessaria humanitas, ma a tutt’oggi non ne vedo ancora incoraggianti segnali.
Perciò, a tutti i crocifissi del terzo millennio, titolo di alcuni miei versi, alle anatomie scarnificate di milioni di ‘Invisibili’ troppo a lungo in bilico e sottotraccia, impauriti dal futuro, perché la paura sembra essere la cifra di questo nostro tempo, spaventati dalla mancanza di ogni orizzonte autorealizzativo, continuerò a dedicare il mio impegno di persona, di cittadina, di scrittrice e giornalista.
E anche la poesia, con la sua parola capiente, nel sollecitare la coscienza collettiva, nello smuovere equilibri stratificati, nell’essere connessa proprio con il suo essere nella storia, può togliere dal cono d’ombra, può focalizzare l’attenzione, oltre ogni riduttiva analisi fattuale e meramente numerica. Può andare oltre.
Perché – ha detto ancora la Grassi a Spoleto – come ci ricorda Oriana Fallaci, ‘Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre’”.