Si sapeva che raccogliere l’eredità di Antonio Conte sarebbe stato complesso ed era perfettamente chiaro che affrontare le qualificazioni al Mondiale, nello stesso girone di Spagna e Albania, avrebbe presentato qualche insidia. 
Nessuno, però, poteva ipotizzare che i rischi corsi dall’Italia di Ventura, nelle prime tre partite del girone di qualificazione, sarebbero stati così elevati. 
Dopo la vittoria stiracchiata in Israele sono arrivati il soffertissimo pareggio in casa contro la Spagna e la rubacchiata vittoria a Skopje, in Macedonia.
 
A UN PASSO DALLA SCONFITTA – Tutte le tre partite ufficiali disputate dalla Nazionale di Ventura hanno visto gli Azzurri soffrire. In Israele, dopo l’avvio positivo, gli errori di Chiellini hanno fatto prepotentemente rientrare in gara i padroni di casa e solo nel finale il 3-1 di Immobile ha chiuso l’incontro. Nel match di Torino contro la Spagna, le Furie Rosse hanno dominato per 70’ minuti, con gli Azzurri entrati in partita solo dopo essere passati in svantaggio. Nella tremenda notte di Skopje, infine, l’Italia ha sofferto per larghi tratti del match, ha dilapidato l’iniziale vantaggio e, solo dopo un disperato assalto finale, ha ottenuto l’obiettivo minimo dei tre punti. 
 
ATTEGGIAMENTO SBAGLIATO ED ERRORI INDIVIDUALI – L’approccio degli Azzurri a queste tre gare è stato sempre simile: un preoccupante mix di timori e superficialità. Non è un caso che l’Italia abbia sempre avuto bisogno di arrivare a un passo dal baratro, per poi scuotersi. È anche indicativo che molti dei problemi per gli Azzurri siano nati da clamorosi errori individuali, sintomo di poca concentrazione e poca sicurezza: l’assurdo ‘rosso’ di Chiellini in Israele, la ‘papera’ di Buffon contro la Spagna, gli ‘orrori’ di Verratti e della difesa in Macedonia sono campanelli di allarme. 
 
IL CONTRIBUTO DI VENTURA – Il Ct ci ha messo del suo in questo percorso così incerto. Dopo aver più volte sottolineato la necessità di lasciare alle spalle l’era Conte, proprio Ventura è stato uno dei più grandi fautori della continuità ad ogni costo. Il Ct ha proseguito nello schierare gli Azzurri con il 3-5-2, lo schema ‘marchio di fabbrica’ di Conte. Era però difficile aspettarsi altro: la dimestichezza di Ventura con questo modulo può anzi essere vista tra i motivi principali della sua nomina.
 
Nelle tante stagioni a Torino, l’attuale selezionatore ha sempre giocato con questa disposizione, praticando un calcio molto organizzato e coperto: il Ventura super offensivo dei tempi di Bari è un lontano ricordo. Forse, in Federazione, vedevano di buon occhio un allenatore che sapesse proseguire sulla strada tracciata da Conte. Al 3-5-2 dell’Italia di oggi, però, mancano del tutto la grinta e gli automatismi che Conte, durante l’Europeo, aveva saputo inculcare alla squadra.
 
Un altro elemento di perplessità riguarda la scelta degli uomini: invece che seguire i suggerimenti del Campionato, Ventura ha continuato a schierare il tandem d’attacco dell’era Conte: Eder e Pellè, nonostante il primo sia ai margini dell’Inter e il secondo giochi nel Campionato cinese. 
Non può nemmeno essere taciuta la scriteriata formazione scelta per affrontare la Macedonia: nell’illusione di poter comandare il gioco con la sola qualità, il Ct, non rinunciando al 3-5-2, ha costruito un centrocampo sbilanciatissimo, privo di recuperatori di palloni e con giocatori troppo offensivi nel ruolo di mezz’ala (Bonaventura e Bernardeschi), con alle spalle Verratti.
 
NERVI A FIOR DI… PELLÈ Proprio uno dei reduci dell’Europeo, Graziano Pellé, è divenuto suo malgrado emblema del momento complicato della Nazionale: sostituito dopo 59’ minuti incolori contro la Spagna, ha evitato di stringere la mano all’allenatore, ricoprendolo poi di improperi una volta sedutosi in panchina. Risultato? Il centravanti – nonostante le scuse presentate nel dopo gara – è stato rispedito in Cina dal Ct. Difficile che per lui ci sia ancora spazio in azzurro.
 
ATTENUANTI – Ci sono comunque delle attenuanti che possono rendere il giudizio su questa Italia meno severo. Tanto per cominciare, il tempo a disposizione di Ventura per costruire una squadra è stato molto poco: un numero limitato di allenamenti, una sola amichevole (contro la Francia, avversario complicato e rodato) e tre partite ufficiali di cui due in trasferta e una contro la Spagna. 
Da annoverare nella componente sfortuna vanno anche citati i numerosi errori arbitrali visti contro la Spagna e anche contro la Macedonia. 
 
SGUARDO AL FUTURO – Nonostante tutto, questa Nazionale ha un futuro: può diventare squadra. Pur avendo corso troppi rischi e senza mai brillare, l’Italia ha comunque fatto sin qui un percorso adeguato in termini di risultati: contro Israele e Macedonia ha vinto, mentre il pareggio interno, contro una Spagna che attualmente ci è superiore, ci può sicuramente stare. 
Quello che però fa ben sperare è la qualità dei giovani interpreti a disposizione di Ventura. Bonaventura, Romagnoli, Verratti, Immobile e Belotti sono i principali esponenti del nuovo corso del calcio italiano e, con un po’ di coraggio e con tanto lavoro, potranno comporre l’ossatura di una squadra che saprà regalare soddisfazioni. 
 
Il Ct ne è consapevole: pur non nascondendo le difficoltà di questo suo avvio sulla panchina azzurra, non smette di sottolineare le cose buone prodotte dai suoi uomini, soprattutto dai più giovani. Certo, la strada da percorrere è lunga, ma Ventura sostiene che questo gruppo saprà raggiungere traguardi importanti. Si tratta di pazientare e di provare, cercando di raggiungere al più presto la quadratura del cerchio, tanto dal punto di vista del modulo, quanto da quello della scelta degli uomini. Belotti e Immobile, tanto per cominciare, devono essere la coppia titolare in avanti, così come Ventura dovrà far coesistere De Rossi con Verratti, per dare alla mediana il giusto mix di grinta, qualità, esperienza e fantasia. 
 
Forse, proprio nell’ottica di gestire il post-Conte e quello che sempre più appare come un ricambio generazionale, sarebbe potuto essere utile programmare qualche amichevole più morbida rispetto a quelle previste per questa stagione (dopo la Francia, toccherà a Germania e Olanda). È anche vero, però, che da tradizione gli Azzurri danno il meglio solo in partite ‘di cartello’: gli stimoli generati da avversari blasonati potrebbero risultare utili alla causa. 
Insomma: sin qui, il percorso di Ventura alla guida della Nazionale, è stato un po’ troppo accidentato ma ci sono ampi ed evidenti margini di miglioramento che fanno ben sperare. Spetta al Ct sfruttarli fino in fondo. 

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