Piazza Plebiscito è il cuore pedonale di Napoli ed è una delle piazze più grandi d’Italia (Ph Luca Ferrari)

Non si può dire di conoscere o aver visitato l’Italia se non si è fatto una tappa a Napoli, secondo molti, città emblema del calore umano del Belpaese. Non solo turisti ma anche autoctoni. Una visita a Napoli racconta una storia che difficilmente si potrà trovare altrove.

Arrivare nel capoluogo campano è quanto di più facile ci possa essere, comodamente raggiungibile su rotaia con parecchi treni al giorno, che peraltro consentono di scendere dal vagone proprio a ridosso del centro come accade con le altrettanto comode stazioni di Roma Termini, Firenze Santa Maria Novella e Venezia Santa Lucia.
Le affinità con le altre città turistiche non finiscono qua. In comune hanno anche un centro storico sempre più intasato, ma che cosa si può fare? Sono città meravigliose e cittadini da ogni dove le vogliono, a ragione, visitare. Noi italiani non andiamo tutti a Londra, Parigi o Berlino, giusto per citare le mete preferite più vicine?
Il tempo di sbarcare e sono già in metropolitana, accolto curiosamente da un rumore sotteraneo-oceanico. Ed eccomi lì, nel cuore pulsante della città partenopea, nella centralissima via Toledo. Fino a poche ore fa era solo un nome utile per cercare un posto dove fermarsi a pernottare e adesso ci sto camminando.

Il 2023 per Napoli non è stato un anno come tutti gli altri. È stato l’anno del terzo scudetto di calcio. Il primo campionato italiano vinto dal Napoli dai tempi di Maradona. Per mesi è stato un tripudio di bandiere azzurre, in centro come in periferia. Impossibile non partire da qui. Impossibile non partire da quello sport che è autentica passione e riscatto.

Il business commerciale impone le sue leggi ed è davvero difficile non scontrarsi con la massa. Per fortuna che poco distante c’è la spaziosa Galleria Umberto I, costruita verso la fine del XIX secolo tra il 1887 e il 1890, e dedicata al monarca in seguito alla Legge per il Risanamento della città. Sul tamburo della cupola è visibile la Stella di Davide, il cui simbolo rappresenta anche la massoneria. Una scelta non casuale poiché la suddetta Galleria fu la sede della massoneria napoletana, e in particolare della loggia massonica Grande Oriente d’Italia. La Galleria ricorda non poco la Galleria Vittorio Emanuele II, costruita pochi anni prima (1865-1877) a Milano. Per raggiungerla, è quasi d’obbligo una dolce capatina a “La Sfogliatella Mary”, un piccolo negozio da asporto dove assaporare le tipiche sfogliatelle alla crema e l’altrettanto tipica dolcezza locale, la pastiera napoletana, qui presente in tutte le dimensioni possibili e immaginabili, da mignon a giganti.

Da lì in poi, raggiungere lo storico Teatro San Carlo è questione di pochissimi minuti. Il caso vuole che ci passi davanti nel momento di una rappresentazione, vedendo così un pubblico estremamente elegante avvicinarsi per entrare. Sarà la sua storia secolare, ma per un attimo mi sembra come di sentire il rumore degli zoccoli dei cavalli che trainano le carrozze con l’antica nobiltà a bordo. Costruito nel 1737 per volontà del Re Carlo III di Borbone, il teatro napoletano è più antico della Scala di Milano e della Fenice veneziana.

Adesso tocca a «lei» perchè se c’è una cosa che l’Italia ha sono le piazze.
A Napoli c’è piazza del Plebiscito, un’area di oltre 25mila metri quadrati, con all’estremità l’imponente Basilica di San Francesco di Paola, tra i più importanti esempi di architettura neoclassica italiana. Fu costruita nell’800 per volontà di Ferdinando I delle Due Sicilie. Dopo sorti alterne, la piazza ora è interamente pedonale e chiusa al traffico. Altrettanto imponenti sono le due statue equestri di Carlo III di Borbone (iniziatore della dinastia borbonica) e di suo figlio Ferdinando I. La prima fu realizzata dal celebre scultore veneto Antonio Canova. A causa della morte dell’artista, che comunque riuscì a fare il cavallo, il secondo regnante pare sia opera del suo allievo Antonio Calì. A chiudere una porzione prospettica, il Palazzo Reale, ospitante (tra gli altri) la Biblioteca Nazionale. “Ho vissuto in tante città ma io adoro Napoli” mi dice una signora, cuore partenopeo verace e tanta voglia di viverla ancora insieme a figli e nipoti.

Napoli città d’arte? Sì. Napoli città storica? Certo. Ma Napoli è anche città di mare. Qualche minuto di passeggiata e si passa a uno scenario romantico. Il mare, i suoi colori e i suoi riflessi infiniti. Il vicino Castel dell’Ovo merita una visita approfondita. Mi fermo . Quasi non me ne accorgo poi, eccolo davanti a me. Di cosa sto parlando? Del Vesuvio, ovviamente. Fino ad oggi lo avevo solo visto sui libri e su qualche servizio televisivo. Adesso è lì, davanti a me. Un’immagine visiva alimentata dal fascino di questo “signore”, attivo da 40.000 anni, nel curriculum più di una eruzione, oltre a quella celebre del 79 d.C. che portò alla distruzione di Ercolano, Stabia e Pompei. Pompei, già. Ecco la prossima meta.


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