All’inizio degli anni ’70 Abc, la televisione di stato australiana, fece una sorpresa a chi aveva origini italiane. Trasmise la bellissima serie della Rai sulla Vita di Leonardo Da Vinci con Philippe Leroy. Il programma ebbe un successo tale che fu poi trasmesso più volte in pochi anni. Nel 1973 quel programma vinse un prestigioso Golden Globe negli Stati Uniti per il miglior programma speciale dell’anno. Un premio più che meritato.
Per noi figli di immigrati italiani, soprattutto per chi non era ancora stato in Italia, quel programma fece vedere una Storia sconosciuta. Sapevamo chi fosse Leonardo, ma non i dettagli svelateci dal programma. A scuola si commentava ciò che si era visto il giorno prima.
Benché Lorenzo il Magnifico avesse avuto un ruolo importante nella vita di Leonardo, il personaggio che più mi colpì fu Ludovico il Moro. Fu il mio primo incontro con i condottieri che hanno avuto un ruolo così importante e alla fine disastroso, per il Rinascimento italiano.
Sono ricordi che mi vengono in mente nel vedere la pubblicità al programma sulla famiglia De Medici che la Rai sta per trasmettere in Italia e visto che tra gli attori c’è Dustin Hoffman, sicuramente il programma è già stato venduto a importanti emittenti nel mondo.
A proposito di attori, la Rai ha avuto un’importante intuizione nel scegliere Richard Madden per il ruolo di Cosimo De Medici. L’attore è conosciuto per aver interpretato Rob Stark in Trono di Spade e senza dubbio la sua presenza attirerà il pubblico giovane di tutto il mondo. Intanto, mi viene da ridere a pensare che nel programma c’è David Bradley che fece uccidere Rob Stark nella celebre scena delle “nozze rosse” in Trono di Spade, una scena diventata nota tra il pubblico internazionale.
Sarà interessante vedere che successo avrà il programma a livello internazionale e spero davvero che diventi lo spunto che farà capire ai produttori italiani che esiste un potenziale enorme nel raccontare la Storia d’Italia nei film e nei programmi televisivi. Un potenziale che non è mai stato realizzato in pieno negli ultimi decenni, ma che i produttori cinesi sfruttano in pieno nei loro film storici e con enorme successo.
Non parlo solo di documentari e film su artisti. Leonardo non è stato l’unico trattato dalla televisione o dal cinema. Ci sono stati programmi e film dedicati a Michelangelo, Caravaggio e anche Artemisia Gentileschi ha avuto un film dedicato a lei. Poi, negli ultimi anni i Borgia sono stati giustamente soggetti di teleserie e film importanti, ma non trattati in modo adeguato per la loro importanza.
Però, molti personaggi importanti e anche affascinanti di quell’epoca allo stesso tempo sanguinosa e creativa, sono sconosciuti al pubblico internazionale e, quasi temo a scriverlo, anche a molti italiani.
Ermanno Olmi ne ha introdotto uno, Giovanni De Medici, detto “delle Bande Nere” nel suo bellissimo “Il mestiere delle armi”.
Questo film ha avuto riconoscimenti importanti, anche perché i temi di lealtà e tradimento sono immortali e internazionali. La frase del film “Non basta essere leali e gloriosi nel mestiere delle armi” pronunciata da Francesco Maria della Rovere al condottiero morente nell’introduzione, è il presagio di quel che succederà poi nel film.
Nel nominare Ludovico il Moro, indico solo un personaggio che fuori dei confini del paese è poco conosciuto e degno d’essere raccontato. Esiste un altro personaggio importantissimo dell’epoca e celebre in tutto il continente che sarebbe un soggetto validissimo per un trattamento particolare.
Federico di Montefeltro non era solo il Duca di Urbino, ma un condottiero centrale alle lotte dell’epoca, capitano generale del Papa le cui imprese furono tali che gli furono conferiti riconoscimenti importanti e in particolare dal prestigioso Ordine della Giarrettiera inglese. Le sue lotte con i Malatesta di Rimini sarebbero una cornice giusta per proporlo di nuovo al mondo intero.
L’opera letteraria italiana più importante, la Divina Commedia di Dante, particolarmente nella parte dedicata all’Inferno, è piena di protagonisti e antagonisti di un altro conflitto che segnò la Storia del paese: la lotta tra i Guelfi e i Ghibellini della quale nei libri di Storia internazionali si parla poco, ma che sarebbe un soggetto bellissimo per altri film e serie.
L’episodio più famoso di quello lotta, l’umiliazione di Canossa legato allo scontro tra l’Imperatore del Sacro Romano Impero Enrico IV e il Papa Gregorio VII, vede la nascita della famosa frase “andare a Canossa” che è diventata parte non solo della lingua italiana, come anche di molte altre lingue, per descrivere l’essere costretto alla propria umilizione.
Stranamente e per motivi sconosciuti, possibilmente legati alla Riforma protestante di Enrico VIII, questa frase non esiste nella lingua inglese in alcuna forma.
Fare film e serie televisive di questi soggetti avrebbe due effetti importanti.
Il primo: far conoscere, anzi, a far ricordare, al pubblico internazionale il passato vero del nostro Paese e i motivi per i quali il nostro è il patrimonio culturale più importante del mondo.
Il secondo è legato al primo: far capire ai giovani le origini di quelle glorie che circonda da secoli il nostro Paese e che spesso non hanno capito per intero a scuola. In un certo senso il pubblico italiano è come il famoso operaio della fabbrica di cioccolata che dopo poco tempo perde il gusto delle glorie che una volta sognava tanto.
Siamo circondati da così tanto che spesso perdiamo il senso di quel che abbiamo.
Ho capito questo un giorno a Sulmona quando ho chiesto a un amico cosa fosse il palazzo che vedevo su una montagna sopra la città. Mi ha risposto che era il posto dove avevano tenuto prigioniero un papa. Ho saputo poi che era il luogo dove fece l’eremita Piero di Marrone che sarebbe poi diventato Papa Celestino V del “gran rifiuto” dantesco.
Nelle settimane durante le otto puntate della Storia di “Padroni di Firenze”, come il titolo della serie in inglese definisce i De Medici, pensiamo a quante altre storie potremmo presentare al pubblico internazionale. Per anni ormai, una grande parte della nostra produzione cinematografica e televisiva si è concentrata su soggetti banali, ma il successo di film come “La Grande Bellezza” e “La Migliore Offerta” o tele-serie come “La Piovra” sono la prova di un mercato internazionale pronto a comprare e vedere i nostri migliori prodotti.