Nella corte rinascimentale del palazzo, racchiuso dalle geometrie perfette delle sue linee architettoniche, si ergerà, fino all’altezza delle prime arcate, un obelisco puntato verso il cielo, sospeso sopra uno specchio d’acqua. La superficie dell’obelisco, fatta di una lamina d’acciaio altamente tecnologica, rifletterà tutto quello che lo circonda, cambiando lentamente prospettiva, grazie al suo movimento rotatorio.
Felice Limosani, artista che fa della formazione multidisciplinare la sua forza, ha ideato “Pezzi di Pace” su commissione di Roberto Casamonti, un lavoro dove ogni limite concettuale e fisico viene assottigliato a favore di un’armonia visiva che integra e fa dialogare e accordare tutti gli elementi coinvolti; un’opera metafisica che crea un rapporto magnetico e di totale adesione con lo spettatore, accogliendolo fisicamente in un solenne canone ideale.
Limosani ci invita a riflettere sul momento attuale, sul desiderio collettivo di Pace, condizione ambita ma costantemente disattesa per l’incapacità di sedare i conflitti, per la negazione dei diritti, a causa delle tensioni religiose ed etniche, e dei disastri ambientali. Pezzi di Pace, nell’intenzione dell’autore, è un segno, non ha niente di politico, siamo tutti chiamati a contribuire con un pezzetto alla pace attraverso la cultura, la conoscenza, l’educazione, la gentilezza, il rispetto reciproco, valori fondamentali alla sua realizzazione e l’arte è un mezzo. Non a caso, l’artista, ha scelto una forma antica, per questa narrazione, una forma che ripercorre la Storia, come quando l’esercito di Roma occupò l’Egitto e si portò via l’obelisco di Heliopolis, caro agli egizi, come ben descrive Sonia Zampini nel saggio critico che accompagna l’esposizione. In quel caso fu sottratto qualcosa che, oltre a testimoniare la conquista, rappresentava l’identità culturale di quel luogo con tutte le implicazioni legate alla simbologia mitologica che rappresentava. Pezzi di Pace è un ideale congiungimento tra cielo e terra, tra dimensione umana e luogo delle idee; è un desiderio di completare e mettere in equilibrio gli opposti: noi e il mondo, noi e gli altri.
“Ho concepito l’opera Pezzi di Pace – dichiara Felice Limosani – come un’installazione che partendo dall’esperienza estetica si avvale di rimandi poetici, simbolici e metaforici. L’obelisco non è solo un monumento commemorativo, la cui etimologia riconduce al verbo latino monere (ricordare), ma in questo caso vuole essere un simbolo perentorio e assertivo. Si erige nello spazio come una annotazione visiva che senza radicarsi nella terra è sospeso su uno specchio d’acqua. La sua condizione statica quanto estatica rappresenta l’equilibrio tra concretezza e sogno. La rotazione allude al processo continuo ed evolutivo della vita, mescolando riflessi e prospettive, verità e percezione. Simultaneamente l’acciaio, ci parla di forza e resistenza, valori universali che determinano la crescita e lo sviluppo di ogni condizione vivente. Nella superficie levigata e specchiante dell’opera si riflette la realtà e con essa anche l’auspicio alla pace, come condizione che persiste, sempre in atto, sottesa nelle nostre coscienze e nei nostri gesti.”
“Sono andato a trovare Felice Limosani al suo studio” racconta Roberto Casamonti. “Ho trovato nei suoi lavori una grande tecnica e una grande abilità ma anche una grande visionarietà intrisa di pensiero e poesia. Considero Limosani un bravissimo artista, un artista vero, ed è mia intenzione rappresentarlo a tutti gli effetti nel mondo dell’arte. Sono rimasto molto affascinato dal progetto che Felice e Sonia, direttrice della Collezione, hanno elaborato insieme per Palazzo Bartolini Salimbeni. L’obelisco è un simbolo, carico di storia, perfetto per questo luogo, ha un potere quasi ipnotico. Pezzi di Pace è un titolo evocativo, in un periodo storico così buio, dominato da guerre, disastri ambientali e ingiustizie sociali. Vorrei, con questa opera, contribuire, nel nostro piccolo, a far sì che la pace possa compiersi in tutte le sue dimensioni per noi e per le generazioni future”.
L’installazione sarà visibile fino al 28 gennaio 2024.
FELICE LIMOSANI – Artista riconosciuto in ambito internazionale, interprete e innovatore delle Digital Humanities, esperto di avanguardie espressive e linguaggi emergenti. Lavora con l’idea di integrare discipline umanistiche e tecnologie digitali attraverso l’arte e il design, per creare sotto forma di esperienze sinestetiche, nuovi livelli di percezione, di conoscenza e di cultura espansa. Basato a Firenze, il suo studio multidisciplinare opera con la status giuridico di Società Benefit per sviluppare inediti modelli di valorizzazione del patrimonio culturale, anche a supporto di contesti sociali, didattici e ambientali. I suoi lavori spaziano dalle installazioni artistiche, alla costruzione di ambienti immersivi fisici e virtuali fino alla curatela di progetti corporate su commissione.
Ricercatore impegnato nel connettere linguaggi estetici e sensoriali con interfacce evolute, tiene conferenze in università e centri studi, collocando il fattore umano al centro delle innovazioni sociali, tecnologiche e culturali. É stato membro del comitato scientifico della Fondazione Matera Capitale della Cultura Europea 2019 e della Fondazione Venezia Museo Multimediale M9. Ha curato per la Triennale di Milano la mostra “Pianeta Expo 2015 conoscere, gustare, divertirsi”. Harvard University ha acquisito nella sezione digital collections, la sua opera Dante, il Poeta Eterno, per la custodia e divulgazione a tempo indeterminato.