Una nuova esposizione di sculture monumentali a è aperta al Giardino di Boboli a Firenze. Xhixha, che oggi vive e lavora tra Milano e Dubai, è nato in Albania ed è figlio d’arte.

Proprio grazie al padre, già in giovane età scopre la propria vocazione alla scultura, che diventa nel tempo monumentale e impegnata su temi sociali ed esistenziali, e che riscuote grande successo: le sue iconiche strutture in acciaio inossidabile oggi compaiono in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. La sua opera più famosa finora è forse Iceberg, dedicata al tema del cambiamento climatico: una massa potente di acciaio emergente dall’acqua, essa fu la prima installazione mai autorizzata a galleggiare sul Canal Grande durante la Biennale di Venezia del 2015. L’opera riscosse notevole eco anche sui media internazionali, come The New York Times, The Guardian e la CNN. Nel 2016, per l’inaugurazione della London Design Biennale, Xhixha è stato chiamato ad allestire il cortile centrale della Somerset House, e premiato con il Public Award per Bliss, una serie di blocchi concentrici ma drammaticamente spezzati, metafora visuale della migrazione dei popoli.

La mostra, Helidon Xhixha In Ordine Sparso è curata dal Direttore delle Gallerie degli Uffzi, Eike Schmidt insieme al critico d’arte Diego Giolitti. In uno straordinario percorso attraverso quindici fra sculture e installazioni monumentali, distribuite tra il giardino di Boboli e la città di Firenze, Helidon Xhixha esplora l’idea di caos e ordine. Le sue opere rendono omaggio al modo in cui questi concetti sono stati affrontati nei secoli, in filosofia e nelle arti (geometria sacra), ma anche nel mondo naturale.

Con le loro forme e superficie specchianti queste opere si fondono all’ambiente circostante, e proseguendo una sofisticata indagine intellettuale ed estetica che affonda le sue radici già nel XVI e XVII secolo, offrono nuove interpretazioni sul tema dell’intreccio tra arte e natura così caro in quei secoli agli artisti dei Medici, che lo descrissero con sorprendenti fontane e grotte meravigliose. Le opere esposte sono in gran parte inedite, create dall’artista per l’occasione. Otto su quattordici, per la precisione, tra le quali Ordine e Caos, Helium e Neon, esposte nell’Anfiteatro del Giardino di Boboli. Insieme ad esse ne vengono presentate altre create tra il 2010 e il 2016 (Symbiosis, Deserto, Fragmento, Elliptical Light, Luce, The Four Elements) a testimoniare la recente produzione artistica di Helidon Xhixha. Collocate nello spazio antistante Palazzo Pitti, Conoscenza e Infinito sono un tramite con Firenze e con il carattere austero e matematico della sua estetica urbana: Conoscenza riporta alla mente Fibonacci, la risposta più immediata della natura alla Sezione Aurea, mentre Infinito richiama i concetti fondamentali di ordine, equilibrio e regolarità.

Con Caos, monumentale installazione creata per la Limonaia del Giardino di Boboli, l’artista indaga la natura con lo scopo di comprendere il caos. Ispirandosi alla Cueva de los Cristales di Naica in Mexico – dove in una miniera di piombo e argento si ergono straordinari cristalli di selenite alti fino a quattordici metri – Xhixha ha creato un nuovo ordine di strutture, in apparenza casuale e caotico, ma che ad un’osservazione attenta si rivela come una risposta chiarificatrice e squisitamente intellettuale dell’uomo rispetto alla formazione naturale: imponenti colonne di acciaio rivestito da tessuto invitano il visitatore ad entrare per esplorare – come in una grotta, appunto, e quasi da una dimensione lillipuziana – la potente interpretazione artistica di una delle meraviglie del cosmo. Nella maggioranza delle sue opere, Helidon Xhixha trasforma l’acciaio inossidabile lucidato a specchio in incredibili forme astratte di immensa grandezza e bellezza, commento visivo dell’interazione tra metallo e luce, tra oggetto e ambiente circostante, e tra tangibile e intangibile.

I recenti successi riscossi alla Biennale di Venezia nel 2015 e alla Biennale del Design di Londra, e i prestigiosi riconoscimenti ricevuti, hanno conferito all’artista una posizione di prestigio nel panorama del mondo artistico internazionale e le sue opere sono ad oggi fra le più riconoscibili e ricercate nell’ambito della scultura contemporanea.

L’arte di Xhixha ha un respiro naturale e come tale parla a tutti, a differenti altezze culturali e intellettuali: come evidenzia il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, queste opere hanno una particolare tensione comunicativa e creano una relazione diversa e unica con ogni osservatore: “Come per un ingrandimento della doppia natura della luce – onda e particella – dalla dimensione quantica a quella monumentale, le sculture di Helidon Xhixha sono allo stesso tempo oggetti solidi e specchio effimero: solidi che tuttavia paiono esistere solo in relazione a ciò che li circonda e a chi li osserva. E tuttavia esse non sono illustrazioni di complessi ragionamenti teoretici ma offrono esperienze immediate e viscerali negli osservatori, a prescindere dall’età e dalla formazione intellettuale.

È raro che la scultura sia riuscita ad attirare l’attenzione allo stesso tempo di ragazzi e adulti, che invece spesso esaminano a lungo le opere di Xhixha e in genere ricorrono agli smartphone per catturare la propria immagine insieme a quelle che si riverberano sull’acciaio. Esse inoltre agiscono come magneti per i più piccoli, che spesso toccano l’insolita superficie muovendosi attorno ad essa e osservando i cambiamenti della propria figura riflessa, facendo boccacce o saltando davanti ad essa. Questi oggetti altamente interattivi e comunicativi moltiplicano, smistano, distorcono, in molti casi capovolgono l’immagine dell’osservatore”. Grazie alla Città di Firenze, l’artista è stato inoltre invitato a esporre una nuova scultura monumentale in Piazza San Firenze intitolata La “O” di Giotto, in riferimento alla leggendaria idea di perfezione per il pittore Giotto da Bondone.

“La “O” di Giotto di Heldon Xhixha» afferma il Sindaco di Firenze Dario Nardella «sarà l’opera d’arte che inaugurerà la nuova veste di Piazza San Firenze, una piazza riqualificata anche attraverso i linguaggi dell’arte e della cultura contemporanee. E’ proprio in questa ottica che, con le Gallerie degli Uffizi, abbiamo deciso di estendere la mostra personale del noto artista albanese a piazza San Firenze, nella costruzione di un dialogo virtuoso tra opere d’arte contemporanea e le straordinarie architetture barocche e rinascimentali presenti. Il Museo Nazionale del Bargello, Palazzo Gondi, il Complesso di San Filippo Neri costituiscono l’affascinante perimetro di una delle più rappresentative piazze del centro storico cittadino che da oggi potrà essere anche sede di esposizioni temporanee d’arte pubblica”.


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