Nell’immaginario collettivo, quando si pensa a un robot lo si immagina come una macchina dalla forma più o meno antropomorfa capace di svolgere funzioni al posto dell’uomo.
Quando invece ci si trova di fronte ad “Adam”, il robot ideato dalle giovani menti italiane di Hands Company, si ha subito l’impressione di avere a che fare con un “collaboratore domestico” intelligente e allo stesso tempo attraente.
Comandi vocali, capacità di interagire con tutti gli apparati elettronici della casa, controllo a distanza della domotica, abilità di movimento tra le stanze, sistema di video-sorveglianza, questi sono solo alcuni dei prodigi che questo personal robot è in grado di compiere.
Abbiamo incontrato Gianmarco Cataldi, Antonio Cavaliere e Francesca Iannibelli, i tre fondatori di questa azienda nata a Milano, ma dall’anima meridionale, venuti per un mese negli Stati Uniti per presentare il loro ultimo prototipo di assistente della casa del futuro.
Un momento della presentazione di Adam al Ces di Las Vegas
Un momento della presentazione di Adam al Ces di Las Vegas
Dopo aver presentato “Adam” lo scorso gennaio al CES di Las Vegas, la più grande fiera mondiale del settore, i tre ragazzi si sono trasferiti a San Francisco, base logistica e porta d’accesso per la Silicon Valley.
Da qui hanno iniziato a partecipare a incontri ed eventi per start-up come il “Shark Tank, Showcase Demo and Pitch Expo”. In uno di questi, selezionati da alcuni investitori fra le sei migliori compagnie presenti, hanno impressionato il pubblico tanto da riuscire a instaurare contatti per futuri appuntamenti con “investors” interessati.
“Durante il CES di Las Vegas, in base alle proprie esperienze personali le persone vedevano in Adam lo strumento utile per realizzare un loro scopo: una libreria, servizi per aeroporti, addirittura per un architetto sarebbe uno strumento utile per seguire a distanza i lavori di ristrutturazione di case a Bagdad”, ci ha detto Gianmarco, ingegnere meccanico e fondatore di Hands Company, da sempre appassionato di robotica.
“Nelle presentazioni che facciamo in queste Demo e’ come essere in fiera, essendo molto utile anche per ricevere apprezzamenti e idee da sviluppare in futuro”, ha aggiunto Antonio, il quale si occupa più’ della parte commerciale del progetto, data la sua formazione in Economia alla Cattolica di Milano.
“Dopo aver fatto un’attenta ricerca di mercato” – ci ha spiegato Francesca, laureanda in ingegneria edilizia al Politecnico di Milano – “ ci siamo resi conto che non esisteva un robot per la casa. Oggi tutti hanno uno smartphone, ma perché non avere un personal robot?”
Gianmarco ilustra le capacita’ di Adam
Gianmarco ilustra le capacita’ di Adam
A questo quesito hanno dato risposta i tre giovani ragazzi originari di Foggia, tutti ventitreenni, i quali dal 2011 fanno parte di Hands Company, creata da un’idea di Gianmarco Cataldi il quale ha iniziato a lavorare su un primo prototipo di robot di telepresenza per la casa.
Nel novembre del 2012, dopo la loro esposizione alla fiera Robotica Expo di Milano, decidono di sviluppare un vero e proprio assistente domestico, utile in tutte le fasi della giornata e dal design moderno. È così che un anno dopo nasce il nuovo modello “Adam”, nome che simbolizza il primo robot creato per la casa.
Ora fanno parte del team anche altre persone e ciò che accomuna tutti, oltre alla giovane età, è il fatto di fare questo lavoro per passione in quanto innamorati del progetto.
“La Bay Area e Silicon Valley sono il posto giusto per noi: in Italia parlare di start-up e imprenditoria è ancora difficile. Invece qui ci troviamo in un ambiente stimolante, pieno di idee da poter sviluppare”, ci ha spiegato Francesca.
La stessa positività si coglie nelle parole di Antonio: “Nei tanti eventi a cui abbiamo partecipato si incontrano persone davvero interessanti, e si ha la sensazione di trovarsi in un ambiente informale anche in presenza di gente che ha ricevuto già finanziamenti molto importanti. Anche chi sta ad un livello più’ alto del tuo e’ sempre pronto ad aiutarti”.
“Abbiamo potuto osservare la grande apertura mentale della Silicon Valley, terra di grandi opportunità in questo campo, ma anche qui vi sono delle difficoltà”. Dal primo contatto all’incontro vero e proprio con un investitore interessato, ci vuole sempre molto tempo data il grande numero di start-up presenti e una selezione molto dura da affrontare”, ci ha rivelato Gianmarco.
I ragazzi di Hands Company hanno avuto la possibilità’ di conosceri con i fondatori di “Emotive Inside”, start-up da sempre vista come modello da seguire, con i quali il 22 febbraio avranno un incontro far conoscere “Adam” ai loro clienti e dirigenti.
L’esperienza in California dei talentuosi ragazzi di Hands Company, oltre a dimostrare che il sogno americano esiste ancora, ha attirato su di loro l’attenzione di media locali e nazionali italiani.
Visti i riconoscimenti e apprezzamenti ricevuti fino ad ora, non possiamo che augurarci di vedere il loro “Adam” sul mercato il pù presto possibile.