Per quanto impazzi la nuova mania, soprattutto tra i giovani e bambini, di partecipare alla festa di Halloween, che si è diffusa recentemente come fenomeno commerciale in Italia, bisogna considerare che la vera valenza di questa festa nel Bel Paese, ha aspetti più legati alla tradizione religiosa. La festa originaria in Italia è il giorno 1 novembre chiamato Ognissanti: in onore di tutti i santi. In questa occasione vengono anche festeggiati tutti gli onomastici di quei nomi che non hanno un corrispettivo preciso sul calendario durante l’anno. Non è quindi il momento di maghi, streghe e folletti, ma di tutte quelle figure che si sono distinte per una vita pia e che sono state santificate per questa. L’aspetto più godereccio può essere legato al festeggiamento dell’onomastico, che in molte regioni è una ricorrenza importante. Il giorno 1 novembre è festa nazionale per cui tutti a casa dal lavoro! Per molti è un’occasione di unire qualche giorno e farsi uno dei primi ponti invernali, per quanto Dicembre ne regalerà numerosi!
Un tempo le festività di questo periodo si estendevano anche al 2 novembre, il giorno dedicato ai defunti. La tradizione vuole che durante questa occasione i cimiteri siano la meta in cui tutti si va a pregare e trovare i cari che sono venuti a mancare. In realtà questa festività è antecedente all’arrivo della cristianità e risale ai Romani, che pur essendo un popolo politeista, avevano un profondo culto dei morti.
Uno dei fiori simboli della festa dei defunti è il crisantemo. Perché proprio questo fiore? Il suo utilizzo per i defunti è tipicamente italiano. Uno dei motivi è sicuramente di tipo pratico per la copiosa fioritura in autunno, che permette di soddisfare la richiesta del mercato in questa occasione; inoltre è un il simbolo di come si riesca a sopravvivere ai climi freddi e quindi di come la vita superi la morte: uno dei concetti base dalla religione cattolica.
Questa festa così commemorativa è comunque occasione per sfornare dei dolci tradizionali, che variano di regione in regione. A Milano il pane dei morti è il dolce tipico: calorico, ma altrettanto gustoso vista la presenza di frutta secca, cannella e noce moscata. Tutte le panetterie, supermercati e pasticcerie lo vendono di fianco a dei biscotti a base di burro a forma di zucche, fantasmini e pipistrelli.
La Puglia ci regala la Colva, un dolce che deriva in parte dalla religione ortodossa più che cattolica: il grano è il principale ingrediente e viene condito con il vin cotto, nella ricetta originale. Napoli non può fare a meno del cioccolato con il suo gustosissimo O’ Morticello. Sembra un torrone, ma in realtà è una variante creata per questo evento: è tagliato a fette e regala un concentrato di cioccolato, che soddisfa tutti i più golosi!
La Sicilia ha una vasta scelta di dolci per questa occasione: i dolci per i defunti sono spesso a base di cioccolato o frutta secca. Fra tutti è d’obbligo mangiare le ossa dei morti e, per quanto questo nome possa sembrare macabro, in realtà si tratta di biscotti croccanti ( occhio a chi è debole di denti! ) con un retrogusto di chiodi di garofano.
Le tradizioni legate a questa commemorazione, prendono differenti sfaccettature in tutto il paese, ma rimanendo nella tradizionale Sicilia, il giorno 2 novembre si usa far trovare un dono ai bambini nascosto, che dovranno cercarlo con una sorta di caccia al tesoro, recitando una preghiera commemorativa dedicata ai defunti.
Festa e commemorazione , consumismo e sentimento religioso: questi gli aspetti di questa festa. Se dopo i travestimenti di Halloween vi svegliate la mattina, potreste essere circondati dalla nebbia oppure da un pallido sole, in base dove vi troverete in Italia. Tutto sembra stranamente silenzioso e ovattato e, dirigendovi verso il cimitero per salutare i vostri cari defunti, vedrete una processione lenta e silenziosa avanzare verso le lapidi. Ognuno si concentrerà nella sua preghiera o nel suo ricordo, dedicando un po’ del suo tempo a chi non c’è più. Siate parte di questa atmosfera perché, al di là della festa, è un momento intimo per ricordare e commemorare chi ha fatto parte del nostro passato e raccontargli un po’ del nostro presente, sapendo che i legami affettivi non muoiono mai e forse qualcuno ci ascolta.