Palazzo Reale a Milano (Ph Franco Ricci da Dreamstime.com)

La mostra della Fondazione Guggenheim di New York La collezione Thannhauser, da Van Gogh a Picasso in programma a Palazzo Reale dal 17 ottobre al 9 febbraio 2020, presenta circa cinquanta capolavori dei grandi maestri impressionisti, post-impressionisti e delle avanguardie dei primi del Novecento, tra cui Paul Cézanne, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Paul Gauguin, Edouard Manet, Claude Monet, Vincent van Gogh e un nucleo importante di opere di Pablo Picasso.

La mostra racconta la straordinaria collezione che negli anni Heinrich Thannhauser con il figlio Justin e la seconda moglie Hilde costruirono per poi donarla, nel 1965, alla Fondazione Solomon R. Guggenheim, che da allora la espone in modo permanente in una sezione del grande museo di New York.

Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e MondoMostre Skira, è curata da Megan Fontanella, conservatrice di arte moderna al Guggenheim.

È la prima volta che questi capolavori arrivano in Europa: dopo la prima tappa al Guggenheim di Bilbao e la seconda all’Hotel de Caumont di Aix-en-Provence, Palazzo Reale a Milano rappresenta la tappa conclusiva della mostra, dopo la quale queste splendide opere ritorneranno a New York. Si tratta dunque di un’occasione unica e irripetibile per ammirare lavori di eccezionale qualità di grandi maestri della pittura europea sinora mai esposti fuori dagli Stati Uniti.

Tra le opere presentate a Milano troviamo dunque due dipinti di Pierre-Auguste Renoir: Donna con pappagallino (1871) e Natura morta: fiori (1885); quattro dipinti di Georges Braque, tra cui Paesaggio vicino ad Anversa (1906), Chitarra, bicchiere e piatto di frutta su un buffet (1919), Teiera su fondo giallo (1955) appartenuti a Thannhauser, a confronto con Natura morta (1926-1927) di proprietà del Guggenheim.

Di Paul Cézanne sono esposte sei opere, tra cui quattro dei Thannhauser – i due paesaggi Dintorni del Jas de Bouffan (1885-1887) e il magnifico Bibémus (1894-1895), luoghi nei dintorni della Montagna Sainte-Victoire, dove l’artista aveva affittato un capanno per dipingere in solitudine,  usando i colori della Provenza e le due nature morte, Fiasco,  bicchiere e vasellame (c. 1877) e Piatto di pesche (1879-1880) – messi a confronto con un altro paesaggio e al celebre Uomo con le braccia incrociate (c. 1899), prima opera di Cézanne acquisita dal Guggenheim nel 1954, che fece all’epoca molto scalpore per il prezzo pagato di 97.000 dollari.

Thannhauser aveva collezionato varie opere di Edgar Degas, delle quali in mostra sono esposte tre splendide sculture in bronzo realizzate tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento: Ballerina che avanza con le braccia alzate, Danza spagnola e Donna seduta che si asciuga il lato sinistro. Dei primi anni del Novecento è un altro bellissimo bronzo: Donna con granchio di Aristide Maillol. Nel 1928 la galleria Thannhauser di Berlino aveva organizzato una grande retrospettiva di Paul Gauguin: a Milano arriva un suo meraviglioso paesaggio Haere Mai del 1891, dipinto a Tahiti, che riflette l’idealizzazione romantica di un paradiso puro che sedusse molti europei al finire dell’Ottocento.

Altro celebre artista collezionato da Thannhauser è stato Edouard Manet: Davanti allo specchio (1876) è uno dei dipinti più importanti della collezione dove il pittore ritrae una nota cortigiana, l’amante dell’erede al trono olandese, di spalle con il corsetto semiaperto; si tratta di un quadro molto intimo,  dalle pennellate libere e sfumate che creano l’impressione di una immagine fugace. Accanto a questa troviamo Donna col vestito a righe (c. 1877-1880), all’epoca lasciata incompiuta da Manet e pesantemente alterata: a Milano è esposta dopo un accurato restauro concluso nel 2018 che ha rivelato le rapide pennellate dell’artista e una splendida stoffa blu-viola. Di Claude Monet è esposto il bellissimo paesaggio italiano, Il Palazzo Ducale, visto da San Giorgio Maggiore (1908), donato al Guggenheim da Hilde Thannhauser.

Di Vincent van Gogh sono presenti tre opere: Le viaduc (1887), profondamente influenzato da artisti francesi impressionisti e postimpressionisti e restaurato nel 2018 a cura del Guggenheim; Paesaggio innevato (1888) e Montagne a Saint-Rémy (1889).

Un capitolo a parte meritano le opere di Pablo Picasso, grande amico di Justin Thannhauser: in mostra troviamo ben tredici opere, di cui dodici dei Thannhauser e una, Paesaggio di Céret (1911), del Guggenheim; si va dal 1900 al 1965 con quadri straordinari: Le Moulin de la Galette e Il torero (1900); Al Caffè e Il quattordici luglio (1901), opere dipinte dall’artista ventenne nel corso del suo primo soggiorno a Parigi; Fernanda con la mantella nera (c. 1905) di ispirazione fauvista; Donna in poltrona (1922) ispirata alla statuaria antica; la strepitosa Donna con i capelli gialli (1931), ritratto di Marie-Thérèse Walter, altro highlight della collezione che mostra un rinnovamento radicale nella pittura di Picasso; Natura morta: fruttiera e caraffa (1937); Natura morta: frutti e vaso (1939); Giardino a Vallauris (1953); Due piccioni dalle ali spiegate (1960) e L’aragosta e il gatto (1965), che riporta un’affettuosa dedica dell’artista al suo amico collezionista: l’opera fu infatti il regalo di nozze di Picasso ai coniugi Thannhauser.

Insieme alle magnifiche opere della collezione Thannhauser, la Guggenheim Foundation ha scelto, per arricchire maggiormente la mostra e dimostrare la profonda convergenza tra le due collezioni, di esporre alcuni altri prestigiosi lavori degli stessi celebri artisti o di altri grandi maestri.

A Milano sono dunque presentate: di Henri Rousseau Gli artiglieri (c. 1893-1895) e I giocatori di football (1908), già posseduto da Justin Thannhauser nel 1910 e poi venduto; di Georges Seurat tre magnifici quadri a tema rurale realizzati tra il 1882 e il 1883: Contadine al lavoro, Contadino con la vanga e Contadina seduta nell’erba; di Robert Delaunay La città (1911), che fece parte della prima mostra del Cavaliere azzurro organizzata a Monaco da Thannhauser nel 1911-12; di André Derain Ritratto di giovane uomo (c. 1913-1914); di Juan Gris Le ciliegie (1915); di Vasily Kandinsky, Montagna blu (1908-1909), quadro fondamentale nel percorso dell’artista, molto amato da Solomon R. Guggenheim che fu un grande collezionista di Kandinsky di cui il Museo possiede più di 150 opere; di Paul Klee – altro esponente del Cavaliere azzurro, di cui Thannhauser aveva organizzato nel 1911 a Monaco la prima mostra in Germania – Letto di fiori (1913) dove il soggetto naturalista viene dissimulato utilizzando forme frammentate dai colori dissonanti; di Franz Marc, altro artista del gruppo, Mucca gialla (1911); di Henri Matisse Nudo, paesaggio soleggiato (c. 1909-1912).

Se la collezione Thannhauser rappresenta dunque un gioiello per il Museo Guggenheim che, votato soprattutto all’arte astratta, all’inizio degli anni Sessanta contava su un piccolo numero di opere impressioniste e postimpressioniste, a sua volta il museo americano con questa mostra omaggia il grande collezionista tedesco portando in Europa opere di eccezionale qualità e di grande importanza nel percorso creativo di ciascun artista.

“Dopo aver vissuto per cinquecento anni in Germania – aveva dichiarato Justin Thannhauser dopo aver perso i figli e la prima moglie – la mia famiglia è ora estinta. Per questo desidero donare la mia collezione”. Nel 1963 con questo gesto filantropico “l’opera di tutta la mia vita trova infine il suo significato”.

Al Museo Guggenheim questa meravigliosa collezione viene ammirata ogni giorno da centinaia di americani e di turisti in visita nell’edificio-culto realizzato da Frank Lloyd Wright; a Milano per alcuni mesi queste opere straordinarie rendono nuovamente omaggio al ruolo di questa famiglia nella difesa e nella promozione degli artisti di avanguardia europei durante oltre mezzo secolo.

STORIA DELLA COLLEZIONE THANNHAUSER

Nel 1905 Heinrich Thannhauser, mercante d’arte ebreo padre di Justin, apre la prima galleria a Monaco e nel 1908 presenta una delle più grandi retrospettive dedicata a Van Gogh in Germania.

Dal 1909 è affiancato dal giovane figlio Justin, che diventerà man mano il protagonista di tutta l’attività per l’organizzazione di mostre nelle varie gallerie aperte in Europa e l’acquisto di opere d’arte. Nel 1911-12 viene presentata la prima esposizione del gruppo Der Blaue Reiter (Il Cavaliere azzurro), e nel 1913 una delle prime grandi mostre dedicate a Picasso; inizia così una lunga amicizia tra Justin e il maestro spagnolo che durerà sino alla morte dell’artista nel 1973.

Durante la prima guerra mondiale Justin entra nell’esercito, sarà ferito e decorato con la croce di ferro, sposa Käthe, da cui avrà i figli Heinz e Michel. Nel 1920 Justin apre una galleria a Lucerna, insieme a suo cugino Siegfried Rosengart, e nel 1926 nella galleria di Monaco presenta una importante mostra su Degas. Nel 1927 apre una nuova galleria a Berlino. Sono di questi anni le grandi mostre dedicate a Gauguin, Matisse e Monet.

Nel 1935 muore il padre Heinrich e nel 1937, Justin si trasferisce a Parigi aprendo una nuova galleria.

Nel 1940 quando le truppe tedesche invadono Parigi Justin è in Svizzera e non può ritornare in Francia. Alla fine di quell’anno si imbarca a Lisbona per New York. Nel 1944 il figlio Heinz viene ucciso in guerra, l’altro figlio Michel si suicida nel 1952, mentre la moglie Käthe muore nel 1960. Due anni dopo Justin sposa Hilde Breitwisch.

La casa newyorchese dei Thannhauser in un ventennio è diventata un luogo di eccezione dove si ritrovano grandi personaggi del mondo della cultura, dell’arte, della musica, del teatro, del cinema, della fotografia come Leonard Bernstein, Louise Bourgeois, Henri Cartier-Bresson, Marcel Duchamp, Jean Renoir e Arturo Toscanini.

Senza eredi e condividendo appieno la promozione dell’innovazione artistica di Solomon R. Guggenheim, decide di donare al museo americano settantacinque opere della sua collezione, tra cui trenta lavori di Picasso. Nel 1965 le opere sono presentate nella sala dedicata del Museo.

Justin Thannhauser muore nel 1976 in Svizzera a 84 anni. La seconda moglie Hilde nel 1984 dona al Museo altre 10 opere, che entrano nella collezione Guggenheim alla sua morte nel 1991.

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