E’ finalmente su strada la nuova Alfa Romeo Giulia, l’auto che secondo l’amministratore delegato Sergio Marchionne e tutto il management di Fca, dovrebbe risollevare le sorti del marchio italiano. Alfa Romeo è conosciuta in tutto il mondo per il suo glorioso passato nelle corse, ma è stato anche sinonimo di innovazione, guidabilità e sportività anche per quanto riguarda le vetture stradali. 
 
Il marchio italiano in passato non aveva rivali e anche Bmw, che oggi produce auto tra le più sportive da guidare, in passato usciva con le ossa rotte dal confronto con l’italiana. Gli ultimi decenni, trascorsi per lo più sotto l’ala della Fiat, hanno invece condannato l’Alfa ad essere l’ombra di se stessa. 
 
Le vetture non erano altro che Fiat “ricarrozzate”, ovvero automobili i cui pianali appartenevano a modelli non certo sportivi, spesso di derivazione Gm.  Perché avvenisse un nuovo rilancio del marchio si dovevano verificare alcune condizioni che fortunatamente negli ultimi anni sono avvenute. Tra le più importanti vi è l’utilizzo di componenti specifiche, che fossero all’altezza del blasone, a partire da telaio e motori, fino a molte altre non meno importanti che hanno interessato l’intera vettura. Altra condizione indispensabile, era il ritorno del marchio negli Stati Uniti, mercato abbandonato negli anni ’90 quando nella gamma figuravano ancora l’Alfa Milano e la 164. Queste, per gli appassionati, sono le ultime vere Alfa Romeo prodotte, in quanto avevano la trazione posteriore, condicio sine qua non per inquadrare una vettura come sportiva. 
 
Il ritorno negli Usa, che avverrà nel terzo trimestre di quest’anno, è figlio del merger tra Fiat e Chrysler, che ha consentito in poco tempo di individuare una rete di concessionari, circa duecento, che potessero coprire tutto il suolo americano. 
 
Il nuovo corso dell’Alfa Romeo, che include nuovi modelli fra cui due Suv, è stato concepito avendo in mente gli Stati Uniti come mercato principale, ancor prima di quello europeo. Nulla però è stato tolto al dna del marchio e all’italianità del progetto: la vettura nasce in Italia e precisamente nello stabilimento di Cassino. 
 
Contrariamente ai marchi concorrenti, dove il modello più sportivo in gamma viene affidato in un secondo momento ad un team specializzato, in Alfa Romeo hanno prima progettato la Giulia Quadrifoglio Vede, ovvero la versione estrema, per poi dedicarsi, a partire da quel progetto, alle versioni più “tranquille”. Una filosofia “al contrario” che la dice lunga sulle intenzioni del marchio. 
 
Non a caso la prima versione presentata alla stampa è stata quella più potente per mandare subito un messaggio all’agguerritissima concorrenza, Bmw e Mercedes in primis. Sotto il cofano della berlina, i tecnici italiani hanno installato un potentissimo motore, frutto della collaborazione con Ferrari. 
 
Le prestazioni sono impressionanti; la potenza massima arriva a 510 hp e lo 0/60 mph si percorre in soli 3,9 secondi. Ma una vettura non si giudica solo dai numeri, infatti, la dote migliore di quest’auto, secondo i tecnici, è la guidabilità, frutto della bontà data da telaio (costato da solo un miliardo di euro), sterzo e sospensioni, portati fino allo stato dell’arte. 
Oltre alla versione “estrema”, la Giulia conterà in gamma modelli meno spinti, con motori sempre brillanti, ma più accessibili al portafoglio. I materiali utilizzati all’interno dell’abitacolo sono ora comparabili alla migliore concorrenza tedesca. 
 
Marchionne mostra talmente tanta fiducia circa la vettura che si spinge a dire che “la Giulia non ha rivali” sentenziando, a chi la paragona alla Bmw M3/4: “Portatela qui (la Bmw ndr), la guidiamo in pista e poi vediamo. Non ho dubbi sul successo della Giulia”. 
Del resto la convinzione è confermata dallo strepitoso tempo fatto al Nurburgring, la pista dove quasi tutti i costruttori mondiali testano le loro vetture. La Giulia, alcuni mesi fa, ha fatto fermare il cronometro a 7’39’’, un tempo decisamente positivo che stacca di ben tredici secondi la sua rivale naturale, ovvero la Bmw M4. 
 

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