“Cari amici del Quadraro, mi chiamo Aldo Marcozzi, sono nato tantissimi anni fa per dir meglio, nel settembre del 1935 in via degli Arvali. La mia storia è lunga e triste, si aggrava quando penso al mio luogo di nascita. Sfortunatamente contro la mia volontà dovetti lasciare quell’amato quartiere all’età di 15 anni, stavo frequentando le medie nella scuola Albio Tibullo.
 
Mio padre stanco della guerra (7 anni) volle ‘emigrare’ in un altro Paese così con tanta tristezza nel cuore dovetti lasciare i ricordi d’infanzia, tesoro più pregiato della nostra vita…Ricordo mia madre quando lasciò Roma, pianse 50 anni, rimproverando continuamente mio padre di quella decisione così sbagliata. Beh miei cari Quadraroli (se così si dice) vi lascio con il cuore infranto pieno di tristezza e con l’orgoglio di essere tutti noi nati in un quartiere eroico. Invidio i miei cugini, zii, nipoti, figli e figli dei miei cugini che hanno goduto ciò che io non ho potuto…”
 
Con queste parole Aldo Marcozzi, emigrato negli Stati Uniti più di 50 anni fa, ricorda commosso l’Italia, le sue origini, la sua città: Roma.
 
Grazie a questa lettera e ad altre iniziative di molti che hanno a cuore i nostri connazionali nel mondo, il 22 maggio in Piazza Gentile da Fabriano, a Roma, si è inaugurato il “Giardino Italiani nel Mondo”. È un segnale di attenzione e riconoscenza verso quanti, in oltre un secolo di storia, hanno lasciato l’Italia per cercare altrove un futuro migliore.
 
L’emigrazione è un’esperienza sociale che ha segnato il nostro passato e che è tornata a manifestarsi negli ultimi anni attraverso quei giovani che hanno deciso di lasciare l’Italia per cercare all’estero spazio e maggiori garanzie per la loro creatività, inventiva e capacità imprenditoriale. Essi sono per il paese, da un lato, un pezzo della nostra storia da ricordare sempre con affetto e, dall’altro, un potenziale socio-economico col quale non dobbiamo mai rompere i ponti, così da poter creare le condizioni affinché essi possano far ritorno in qualsiasi momento.
 
Grazie al sindaco Alemanno, dopo tanti anni di attesa, Roma, prima città nel Paese, dedica quindi uno spazio prestigioso e centrale della propria città agli Italiani nel Mondo, al contempo esaudendo un desiderio di alcuni e pagando un obbligo di riconoscenza verso tanti altri.
Madrina dell’iniziativa, Francesca Alderisi, per anni conduttrice del programma televisivo di Rai Internazionale “Sportello Italia”, che si è fatto grande promotore dell’intitolazione.

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