Dal 6 ottobre scorso e sino al 4 febbraio 2018 il Teatro del Falcone, presso Palazzo Reale, a Genova ospita la mostra “La città della Lanterna. L’iconografia di Genova e del suo faro dal Medioevo al presente”, a cura di Serena Bertolucci e Luca Leoncini. L’arte può essere un mezzo straordinario di scoperta.
Organizzata dal Museo autonomo di Palazzo Reale di Genova, in collaborazione con il Comune di Genova, la mostra mira a offrire al pubblico un quadro storico delle rappresentazioni figurative della Lanterna, del porto di Genova e della città intera, a partire dalle prime mappe rinascimentali e fino agli scatti fotografici del Novecento, passando dai pittori del Grand Tour dai paesaggisti dell’Ottocento.
Le opere esposte – oltre 200 opere tra incisioni, disegni, dipinti, poster e fotografie – provengono dall’Archivio di Stato di Genova, dalle collezioni del Comune di Genova, dei Musei Reali di Torino, di Ca’ Pesaro di Venezia, della Banca Carige, della Camera di Commercio di Genova, dagli archivi delle soprintendenze liguri, ma anche da numerose collezioni private con esposizione di materiali rari o inediti. Quadri, stampe, disegni, carte topografiche, fotografie, poster proverranno anche da musei italiani ed europei.
Genova non aveva mai dedicato una mostra alla Lanterna, il suo faro medievale, elemento che ha caratterizzato il paesaggio urbano sin dalle prime rappresentazioni della città. La sua struttura eccezionale (fino al 1902 è stato il faro più alto del mondo), la posizione emergente al limite estremo del colle di San Benigno a chiudere l’arco del porto antico a ponente, l’hanno promossa spontaneamente come uno dei simboli principali dell’Imago Urbis.
La città, nel corso del tempo, ha scelto molteplici emblemi e insegne per essere riconosciuta all’esterno: il vessillo di San Giorgio, la Madonna Regina di Genova, i santi patroni, il doge, Giano bifronte, la porta mutuata dal titolo latino Ianua.
Eppure la Lanterna, monumento unico anche nel panorama dei porti del mediterraneo, è sempre riaffiorata prepotente quale elemento distintivo, vera e propria Mirabilia Urbis, tanto nelle carte nautiche quanto nei documenti ufficiali, sui frontespizi dei libri e nelle immagini pubbliche, a suggello dell’efficienza e della stabilità del porto, elemento cardine dell’iconografia della città intera. E che il simbolo di Genova fosse un faro, ovvero una svettante torre antica con precisa funzione pratica e intimamente legata alla navigazione, monumento che rimanda alle imprese che resero la Repubblica ricca, temuta e rispettata, rientra nello spirito più autentico della città.
Se nel linguaggio comune Genova, dunque, è ancora la città della Lanterna, questa mostra ripercorre le tappe di uno dei principali leit motif del paesaggio genovese. Dalla prima rappresentazione figurata nota, quella che appare sulla copertina di un manuale di conti del 1371, ai rotocalchi moderni. Dalle antiche xilografie con le antiche vedute della città, alle affiche con i transatlantici per il turismo moderno. Dagli oggetti che ancora oggi ne documentano la primitiva funzionalità (il vaso d’olio utilizzato come combustibile per alimentarne la luminosità), agli oggetti della contemporaneità che ne consacrano il valore simbolico.
Dai documenti che testimoniano l’assidua cura dei Padri del Comune nelle manutenzioni e negli ammodernamenti, ai simboli di chi nel porto, all’ombra della Lanterna, ha lavorato per generazioni. Dalle incisioni che ne hanno fatto elemento imprescindibile della Forma Urbis, ai dipinti che l’hanno ripresa da sola o immersa in un paesaggio struggente per bellezza e fragilità.
La mostra, suddivisa in numerose sezioni, si apre con la più antica immagine del faro di Genova, i Salvatori del porto e del molo (1371), disegnata ad inchiostro sulla copertina in pergamena di un registro di conti dell’Archivio di Stato di Genova. Fu tracciata probabilmente dal responsabile del volume per facilitare l’identificazione del contenuto: le spese sostenute per i combustibili e le ore di lavoro necessarie per mantenere il faro acceso. Anche se riprodotta in forma semplificata, resta raro e prezioso documento della veste medievale della Lanterna, completa delle merlature abolite nel restauro del 1543. Con intervento progettato da Giustina Olgiati, la “coperta”, molto rovinata, è stata restaurata insieme alla rilegatura e alle 143 carte di cui si compone il volume, grazie a una donazione del Lions Club di Sampierdarena nell’ambito dell’iniziativa Adotta un documento lanciata dagli Archivi di Stato nel 2008.
La sezione Presente della mostra attesta come la Lanterna appaia tutt’oggi uno dei monumenti emblematici della città. Emerge ora isolata nel dedalo delle rampe stradali, amputata dallo sbancamento del colle dalla sua originaria situazione paesistica, relitto di un passato tramontato per sempre. Ma il suo profilo unico, il prestigio di un’ascendenza tanto antica, il peso di una presenza costante nella storia della città, ne fanno tuttora uno dei simboli più amati dai genovesi. Il visitatore non troverà quindi solo fotografie moderne e dipinti di artisti che l’hanno scelta quale elemento indispensabile del paesaggio urbano. Sono stati scelti anche oggetti della contemporaneità come, ad esempio, quelli legati alle due squadre di calcio cittadine (il loro è ancora il Derby della Lanterna), nei quali il faro della città si fa simbolo identitario, totem, metafora, memoria.
MUSEO
Tra il 1995 e il 2004 l’intero complesso del faro è stato restaurato e reso accessibile al pubblico grazie a un progetto della Provincia di Genova che gestisce tuttora il Museo della Lanterna tramite l’associazione Giovani Urbanisti – Fondazione Labò. L’associazione si occupa dell’apertura al pubblico del faro e del museo, oltre alla manutenzione ordinaria del complesso, incluso il parco urbano e la passeggiata di accesso di circa seicento metri che costeggia le vecchie mura fino ai piedi della torre. Come strumento di supporto alla navigazione marittima, la Lanterna di Genova è invece controllata dal Comando di Zona Fari della Marina Militare con sede a La Spezia.
PASSEGGIATA
Dopo anni di isolamento, la passeggiata della Lanterna dal 2001 collega il terminal traghetti al faro rendendolo accessibile e fruibile. Seguendo il tracciato delle mura storiche, si allarga a tratti per creare punti di sosta. Si aggrappa quindi alle mura dando spazio all’osservazione della città, sollevandosi sopra l’attività del porto. Il percorso prende avvio nei pressi dell’hotel Columbus in via Milano, ma la sagoma della Lanterna si mostra solo nel tratto rettilineo finale del ponte. La sezione asimmetrica della passerella, con il parapetto a mare di altezza minore, dirige lo sguardo del visitatore verso un punto di osservazione privilegiato, mentre il parapetto alto, a monte, nasconde le infrastrutture della viabilità portuale. Il progetto è stato finalista Medaglia d’Oro Architettura Italiana – Opera Prima alla Triennale di Milano nel 2003 e, nello stesso anno, anche alla Biennale di Rotterdam “Mobilitaly” DARC Ministero Beni Culturali.