Leggenda vuole che il nome derivi da “Gemma in mano”. Si narra che un soldato etrusco sia stato ucciso dai romani mentre portava un anello alla fidanzata. Sulle pendici della collina vi sono resti della civiltà romanica ancora non portati alla luce. Da reperti e documenti risulta che il luogo fin da allora venisse individuato come “fondo geminum”. Successivamente il comune appartenne ai Malatesta e quindi allo Stato Pontificio fino all’Unità d’Italia.
Circondato da natura rigogliosa e colline coperte di vegetazione selvatica che contende spazio ai campi coltivati, il territorio è segnato dalle Grotte di Onferno immerse nella Riserva naturale che le circonda: un patrimonio unico nel Riminese, di rilievo regionale e per molti aspetti nazionale. Sono un complesso carsico di notevole valore la cui esplorazione scientifica completa, effettuata dalla speleologo Quarina, risale al 1916. Un fiumiciattolo sotterraneo ha scavato queste grotte gessose dando luogo a cunicoli, stanze, anfratti che si sviluppano nel sottosuolo per circa 750 metri complessivi.
Al pubblico sono aperti circa 400 metri di percorso spettacolare: grandi stanze con le rare conformazioni dei “mammelloni”, ampi corridoi segnati dal corso d’acqua sotterraneo e una delle più numerose e varie colonie di pi-pistrelli che si trovi in Italia. All’uscita della grotta ci sono altri 400 metri di percorso in un ambiente tra acqua, roccia, piccole cavità e splendida vegetazione.
Leggenda vuole che Dante Alighieri, dopo aver sostato dal conte Ugolino della Faggiola mentre fuggiva da Firenze per andare a Ravenna, scendendo la valle del Conca, si sia rifugiato nelle grotte carsiche di Onferno (in origine chiamato Inferno) ed alle stesse si sia ispirato per scrivere il cantico. Il territorio gemmanese è stato anche importante campo di battaglia nella Seconda Guerra Mondiale con il passaggio del fronte nel ’44 e lo sfondamento della Linea Gotica da parte degli Alleati.
Isola del Gran Sasso d’Italia è un comune abruzzese di 4.971 abitanti della provincia di Teramo.
Il territorio appartiene al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che ospita molte specie animali come il lupo, il camoscio d’Abruzzo, il cervo, l’aquila reale, la poiana, il gufo reale, lo scoiattolo, il cinghiale e la gazza. Il comune era anticamente un’isola circondata dai fiumi Ruzzo e Mavone e da questo trae il nome. L’unica via d’accesso al paese erano le porte del castello, fra le quali le principali erano le Porte del Torrione e della Cannavina. Il comune ha il vanto di comprendere nel proprio territorio la stupenda vetta del Corno Grande (2.912 metri), la montagna più alta dell’intera catena appenninica.
Nei pressi del paese sono state rinvenute tracce di abitazioni risalenti al periodo neolitico, ma le prime notizie certe riguardanti Isola col suo nome proprio si riferiscono al XII secolo, quando il Conte Attone, nel 1115, ottenne dal Vescovo di Teramo il feudo del castello di Isola; successivamente, nel 1120, il feudo fu assegnato a San Berardo dei Conti di Pagliara (De Palla Aurea), che già possedevano il loro castello feudale sopra Isola (Pagliara). Nel 1173 il castello dell’Isola di Penne (nome del paese nei documenti di quel periodo), era tra i possedimenti dei Conti di Pagliara e il paese contava 48 famiglie.
Secondo una tradizione mai smentita, San Francesco d’Assisi vi fondò un convento per i suoi frati chi vi rimasero fino al tempo delle soppressioni napoleoniche. A circa 2 km dal centro di Isola si trova oggi il Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata, Patrono d’Abruzzo, dove sono conservate le reliquie del “Santo dei giovani”. Il Santuario, fondato da S. Francesco d’Assisi nel 1215, è oggi uno dei 15 luoghi di culto più visitati al mondo. Il 5 settembre 1950, si verificò un terremoto (con epicentro il Gran Sasso) che provocò consistenti danni alle abitazioni private e vistose lesioni agli edifici pubblici. Nel 1863 il Comune prese il nome attuale di Isola del Gran Sasso d’Italia.