Duomo di Novara (Ph Marcovarro da Dreamstime.com)

Il Gaudenzio della maturità nella grande mostra in Broletto: e poi i suoi capolavori in San Gaudenzio. Sarà inaugurato il 22 marzo il progetto “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari”. Ad essere sontuosamente illustrati al Broletto di Novara gli anni estremi di Gaudenzio Ferrari, quelli in cui il maestro è soprattutto attivo sulla scena milanese, a confrontarsi da par suo tra la marea montante del Manierismo.

Per questa sezione della grande mostra che, com’è noto, si dipana oltre che a Novara, a Vercelli e Varallo, sono state riunite, secondo un rigoroso criterio scientifico, opere importanti dal territorio grazie alla disponibilità della Diocesi di Novara ma anche capolavori in prestito dalla National Gallery di Londra, dalla Galleria Sabauda di Torino e dallo Stadel Museum di Francoforte.

L’esposizione, in programma sino all’1 luglio, è un’ottima occasione per attraversare il paesaggio piemontese e scoprire tesori che si nascondono in una rotta turistica assolutamente poco battuta.

“Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari” rappresenta, nelle parole di Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, “una delle maggiori operazioni culturali promosse dalla Regione Piemonte negli ultimi anni. Un’esposizione di valore, capace di riunire l’opera di un grande artista e di creare nuovi contenuti, e che potrà valorizzare un territorio ricco di un importante patrimonio storico e artistico”.

Se la mostra in Broletto sarà l’imperdibile fulcro dell’appuntamento novarese, non di minore interesse paiono essere le sue due “appendici” cittadine, nella Basilica di San Gaudenzio, monumento di grande interesse storico, architettonico e artistico, impreziosito da fondamentali testimonianze dell’arte di Gaudenzio.

In San Gaudenzio, vero scrigno d’arte, sono numerose le opere e le testimonianze notevoli che si possono ammirare. Di Gaudenzio Ferrari, nella Cappella della Natività campeggia il grande polittico a due piani che egli realizzò nel 1516. L’opera è strutturata in tre parti: in quella superiore sono raffigurati, da sinistra a destra, l’arcangelo Gabriele, la Natività e la Vergine Annunciata. In quella inferiore troviamo San Pietro e San Giovanni Battista, la Madonna con il Bambino tra i Santi Ambrogio e Gaudenzio, San Paolo e Sant’Eusebio o Sant’Agabio. Nella predella, in dieci piccoli riquadri in marrone e biacca, il pittore ha raffigurato i quattro Dottori della Chiesa Sant’Ambrogio, San Gregorio Magno, San Gerolamo, Sant’Agostino, alternati ad episodi della vita di San Gaudenzio.

Gaudenzio è presente anche nel Duomo di Novara, dedicato a Santa Maria Assunta. L’edificio neoclassico, oggetto di un’opera di restauro durata 12 anni e terminata nel 2009, conserva uno dei capolavori del Maestro: lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina risalente al 1527 eccezionalmente concesso in prestito alla mostra per ricongiungersi alle tavolette della National Gallery di Londra. Da non perdere, nello stesso edificio, anche L’ultima Cena dipinta da Sperindio Cagnoli e tratta da un disegno di Gaudenzio.

“La mostra con la quale si racconterà Gaudenzio Ferrari è un nuovo, importante appuntamento culturale di altissimo livello per la nostra città”, afferma il sindaco di Novara, Alessandro Canelli. “Dopo il successo della mostra “Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi” che si è tenuta al Castello visconteo-sforzesco intendiamo puntare nuovamente sull’arte e sul ruolo di grande catalizzatore che essa dimostra costantemente di avere.

 A ospitare “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari” è stata scelta la sala dell’Arengo del Complesso monumentale del Broletto, uno dei luoghi che rappresentano il cuore della città e che ospiterà al meglio una parte importante di un evento espositivo frutto di anni di lavoro, un’operazione culturale congiunta e “in rete” tra le più importanti degli ultimi anni in Piemonte, che associa arte e territorio e che ha, tra l’altro, il merito di valorizzare le ricerche di giovani studiosi. Novara, protagonista insieme con Varallo e Vercelli, ospiterà le opere che risalgono all’ultimo periodo di vita di Gaudenzio Ferrari, il “periodo lombardo”, caratterizzate da una visione più manieristica. La nostra scommessa è quella di contribuire attraverso questa mostra a far conoscere e a diffondere l’arte di Gaudenzio Ferrari, artista eccelso tra i più significativi della nostra terra”.

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