Da Boldini a De Pisis: Firenze ospita le tele delle Gallerie ferraresi d’arte moderna danneggiate dal terremoto
Nelle due prestigiose sedi museali dell’Oltrarno fiorentino, la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e Villa Bardini della Fondazione Parchi Monumentali Bardini Peyron dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, viene ospitata fino al 15 maggio un’ampia rassegna dell’intero percorso museale delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Con questo duplice evento espositivo si è voluto rispondere al disagio subito dalle Gallerie ferraresi a causa dei gravi danni subiti dagli ambienti di Palazzo Massari, sede delle collezioni dell’Ottocento e del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Filippo de Pisis, a causa del sisma che ha colpito nel maggio 2012 l’Emilia Romagna.
A Villa Bardini 26 opere documentano le collezioni ferraresi prendendo avvio dal Romanticismo storico di Gaetano Turchi, Massimiliano Lodi, Girolamo Domenichini e Giovanni Pagliarini seguito dagli autoritratti dei principali artisti locali – da Giuseppe Mentessi a Giovanni Boldini – per giungere al simbolismo di Gaetano Previati con il capolavoro assoluto Paolo e Francesca (1909), tratto dall’omonimo canto dantesco. Qui sarà presente in particolare un nucleo rilevante di ritratti del grande Giovanni Boldini, opere di tono internazionale, condotte secondo uno stile ormai maturo, con una perfezione formale che aveva ormai raggiunto livelli di qualità tali da superare molti contemporanei.
Alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti si espongono invece 35 opere, tra dipinti e sculture: dal simbolismo letterario di Giovanni Muzzioli e Gaetano Previati, alle allegorie malinconiche nelle sculture di Angelo Conti ed Arrigo Minerbi. Anche in questa sede, in cui si traduce il nuovo pensiero del primo Novecento, si potranno ammirare tre capolavori di Giovanni Boldini intriganti per il sapore inedito, rispetto al repertorio consueto del pittore: due nature morte (Un angolo della mensa del pittore; Le mele calville) e la Marina a Venezia con scansioni geometriche simile ad una composizione manga giapponese.
Rimanendo a questi souvenirs d’artista di città europee, un’altra Venezia di Giuseppe Mentessi (Sagrato della Basilica di San Marco), e l’inquadratura del ponte di Charing-Cross a Londra di Alberto Pisa.
A documentare il passaggio al futurismo una tela di Arnoldo Bonzagni ed un Bronzo di Annibale Zucchini; mentre la corrente che perseguì la ripresa della tradizione classica, con evidenti riprese dai maestri rinascimentali ferraresi, viene rappresentata dal Ritratto della sorella (1921) di Achille Funi di cui si esporrà anche le sue suggestioni dall’antico del Foro romano.
Un’amplificazione in linea con i monumentali progetti della politica del regime, è quella che si documenta nella forma a larghe campiture utilizzata da Mario Sironi nello studio per un mosaico del Palazzo di Giustizia di Milano. Vi sono poi ritratti e geometrie dai toni ribassati nelle nature morte di Roberto Melli, che potrà risultare una vera scoperta per il grande pubblico.
L’omaggio al Novecento ferrarese si conclude con una tra le più importanti collezioni di opere del grande artista–poeta Filippo De Pisis, che racconta la sua personalissima visione d’artista attraverso nature morte, ritratti, vedute parigine, fiori raccontati e dipinti con una forma coinvolgente e sintetica.
In parallelo a questa sezione novecentesca, la Galleria d’arte moderna propone una piccola ma significativa selezione dai suoi depositi presentando al pubblico opere poco viste degli stessi autori presenti in mostra come Boldini, Minerbi, De Pisis, Carrà e Sironi.