Fino al 15 settembre si può visitare una splendida mostra allestita alla Galleria Platina di Firenze.
 
“Se il sogno è di per sé fenomeno notturno e spesso inquietante, coincidente con una vacatio dell’anima cosciente che spalanca le porte della più abissale interiorità umana, la rappresentazione del sogno è per gli artisti d’ogni tempo una sfida giocata sul duplice terreno della convenzione e della fantasia. E nel Rinascimento, le risposte artistiche a questa sfida furono – lo vedrà chi visita la mostra o sfoglia il catalogo – quanto mai varie e illuminanti”. 
 
Le parole della Soprintendente Cristina Acidini introducono con efficacia alla mostra che offrirà la possibilità di addentrarsi per la prima volta in un argomento coinvolgente e affascinante come il Sogno nel Rinascimento, mettendone in luce ricchezza e varietà. 
 
Il tema del sogno assume un rilievo particolare nella mitologia antica e nella cultura del Rinascimento, come dimostra il diffondersi nelle arti figurative ed in particolare in opere di soggetto religioso o legate alla riscoperta dei miti antichi. 
 
Profetico o premonitore, illustrato da episodi celebri della Bibbia come i sogni del Faraone spiegati da Giuseppe ebreo o il sogno di Giacobbe o l’agiografia visionaria, il sogno è anzitutto manifestazione e rivelazione di un altro mondo. Manifesta le possibilità offerte all’animo umano; trasfigura il vissuto quotidiano e rivela la dimensione erotica; occupa un ruolo prezioso nella teoria e pratica dell’arte, non meno attente all’attività onirica rispetto alla letteratura, alla filosofia o alla medicina. 
 
Varie le sezioni della mostra, cominciando dal contesto in cui il sogno si manifesta: la notte, il sonno. La Notte, che inaugura il percorso espositivo, è rappresentata con la sua complessa simbologia attraverso alcune delle tante derivazioni plastiche e pittoriche tratte dalla Notte che Michelangelo scolpì nella Sagrestia Nuova per il monumento funebre in memoria a Giuliano de’ Medici. 
 
La sezione successiva, intitolata La Vacanza dell’anima, mette in risalto le opere legate al sonno, ne presenta altre inerenti ai miti della classicità come il Fregio della Villa Medicea di Poggio a Caiano di Bertoldo, opere letterarie come la celebre Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, in cui il sogno svolge un ruolo fondamentale. Li affiancano dipinti e incisioni di soggetto mitologico e allegorico, alcuni per la prima volta esposti a Firenze come il Sogno del cavaliere di Raffaello della National Gallery di Londra e il dipinto con Venere e Amore addormentati e spiati da un satiro del Correggio proveniente dal Museo del Louvre. 
 
Visioni dell’Aldilà tratta il tema del sogno nella tradizione biblica e religiosa, con esempi grafici e pittorici dei secoli XV e XVI.
 
Di importanza fondamentale è la sezione successiva, La vita è sogno, che trae origine dall’eccezionale fortuna iconografica di un disegno di Michelangelo, Il Sogno o la Vanità dei desideri umani, come dimostra il gran numero di riprese e copie eseguite. Nella stessa sezione I sogni del principe, presentano la figura di Francesco de’ Medici ed il suo particolare rapporto con il sogno, di cui ci sono pervenute varie testimonianze rivelatrici di quanto e come il Sogno fosse al centro del dibattito culturale della fine del Rinascimento. 
 
La penultima sezione Sogni enigmatici e visioni da incubo, presenta opere inquietanti e di difficile interpretazione come la stampa raffigurante Il sogno del dottore di Albrecht Dürer dove è difficile comprendere se l’artista abbia rappresentato un sognatore tentato da Venere oppure i pericoli dell’accidia o Cibele che si prende gioco di un alchimista addormentato davanti al suo forno. 
 
La mostra si conclude con un richiamo all’Aurora considerata nel Rinascimento come lo spazio – tempo dei sogni veri per aprirsi, infine, al Risveglio.
Dopo l’allestimento fiorentino, la mostra si sposterà ad ottobre al Musée du Luxembourg di Parigi.
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