Peccatrice o vittima di inganni, condannata alle pene dell’ Inferno o elevata ad eroina, Francesca da Rimini è sopravvissuta al passare del tempo, diventando protagonista di centinaia e centinaia di opera d’arte negli ultimi sette secoli.
Nota a tutti per la sua apparizione nella commedia di Dante, quella di Francesca è in realtà una figura complessa, che si è evoluta nel tempo assumendo diverse connotazioni e significati.
Il prof. Ferruccio Farina (Università di Urbino), originario, come lei di Rimini, ha cominciato a studiarne le varie rappresentazioni dieci anni fa, quasi per pura curiosità. È oggi uno dei maggiori studiosi di questo personaggio letterario.
Di passaggio a Los Angeles per la conferenza Women in Hell tenutasi alla UCLA e all’Istituto Italiano di Cultura, ci ha spiegato perché Francesca è ancora viva, oggi più che mai.
“Ci sono state molte coppie famose in letteratura, ma nessuna così d’impatto come Paolo e Francesca. I due ottengono una prima grande visibilità con Dante, il quale li colloca al Canto V dell’Inferno.
Durante l’incontro con il poeta, Francesca racconta come, non appena sposato il malvagio Gianciotto, si lasciò travolgere dalla passione per il fratello di lui, Paolo. Passione scatenata dalla lettura della storia d’amore tra Ginevra e Lancillotto. Gianciotto, scoperti i due amanti, li uccise. Paolo e Francesca scontano ora la loro pena tra i lussuriosi dell’Inferno, condannati ad essere travolti per l’eternità da una tempesta, simbolo della passione che non poterono fermare.
Seppure non ci sono prove storiche della loro esistenza, il personaggio di Francesca ha lasciato un segno così forte che dopo Dante centinaia di artisti si sono ispirati a lei. Francesca è diventato un mito, e come tutti i miti, è stato rivisitato e reinterpretato a seconda dei diversi momenti storici.
Una generazione dopo Dante, Giovanni Boccaccio racconta che Francesca fu portata a sposare Gianciotto con l’inganno. Probabilmente l’unica eccezione in una serie di rappresentazioni che, da lì in avanti, vedono la giovane riminese un simbolo del peccato, a volte in modo esasperato. Francesca ha tradito e deve pagare, non c’è via di scampo.
Il cambiamento arriva con il Risorgimento. Ho trovato un poemetto scritto da un giacobino, fino ad allora il primo a rivoltare l’immagine stereotipata di Francesca. Come per Boccaccio, Francesca torna ad essere una vittima. È infatti Gianciotto ad essere condannato per averla ingannata, e con una pena decisamente simbolica: è condannato a guardare l’amplesso dei due amanti per l’eternità.
Nasce così un nuova Francesca da Rimini. Un cambiamento che è sintomo di un nuovo momento storico; a partire dal 1800 infatti, piu di 1400 artisti hanno ritratto Francesca in narrativa, poesia, musica, pittura e scultura. Questo è il momento della Rivoluzione Francese, del nuovo patriottismo. La giovane riminese diventa il simbolo della ribellione, della libertà, e del conseguente prezzo da pagare. Sentimenti che ben ritraggono lo stato d’animo dell’Italia nel Diciannovesimo secolo.
Cosa ne è stato di lei in tempi più recenti? Anche se nel Ventesimo secolo non sembra ci siano state nuove interpretazioni del mito, il personaggio rimane assolutamente attuale. Ad esempio, recentemente ho scoperto che esistono ben due compagnie teatrali con lo stesso nome, “Francesca da Rimini”, una italiana e una spagnola. E pensate un po’, entrambe usano il teatro per azioni di sensibilizzazione al ruolo della donna nelle aree del Mediterraneo. Perché Francesca è la voce di quelle che chiedono pari diritti e libertà”.
È questo che l’ha resa immortale, è questo che l’ha fatta sopravvivere al passare del tempo. Francesca esiste davvero, è la donna che attraverso i secoli non è riuscita ancora a colmare quel divario tra ciò che è e ciò che la società vuole che sia. Francesca reincarna perfettamente un problema a lungo discusso, ma ancora ben lontano dall’essere risolto.