Dopo la morte del poverello di Assisi, Elia si distinse per la direzione dei grandiosi lavori di costruzione della Basilica di San Francesco (Ph Alicja da Pixabay)

A Cortona un museo dedicato a San Francesco d’Assisi e a Frate Elia. Cinque sale a fianco della Basilica per “un viaggio immerso nella storia” in uno degli scenari di maggior valore culturale e architettonico nella provincia toscana di Arezzo. Un progetto pensato per mettere in luce una delle chiese più importanti di Cortona, rinata dopo una serie di interventi di recupero. Tutto è partito nei primi anni del 2000, quando Padre Antonio mise mano alla riapertura della chiesa e del convento e predispose i primi lavori di ristrutturazione di quella che è considerata l’archetipo di tutte le chiese francescane del mondo e quella sulla quale è stato costruito un nuovo modo di concepire la divulgazione della fede.  

“Tutto ciò l’ho voluto con tutte le mie forze – ha detto Padre Antonio – per rivalutare fra Elia, un confratello per secoli bistrattato e ricoperto di menzogne.  Lui fu un grande uomo e un grande religioso, amico fraterno del poverello di Assisi, ed è grazie a lui se abbiamo i dettami di San Francesco perché lui seppe organizzare e regolamentare l’ordine dei frati di cui io sono un rappresentante. Ma fu anche un grande politico, un eccellente architetto e tante altre cose ancora che dobbiamo scoprire. In funzione di ciò abbiamo dato vita all’associazione “Centro studi frate Elia”, perché tutti dobbiamo  studiarlo, e mi riferisco anche agli abitanti del mondo, se vogliamo rintracciare le verità riguardanti il suo genio. Il museo  non è un’area museale tradizionale, si distacca completamente da questa logica. Sarà diverso perché sarà un luogo di valorizzazione e di conoscenza”.  

Il professor Angelo Molfetta, curatore della struttura museale, ha spiegato che non ci sarà una gran serie di oggetti ma piuttosto spazi di meditazione e riflessione. L’area museale sarà distribuito in cinque locali, che poi sono cinque sezioni specifiche, situate a piano terra dell’ala sinistra del complesso conventuale. Ce ne sarà una dedicata alle stelle, perchè fra Elia era anche un astronomo, non a caso la chiesa di S. Francesco è costruita seguendo fedelmente delle bisettrici astrali che congiungono dei punti del firmamento che si riferiscono a periodi temporali precisi riferiti all’esistenza di Francesco.   

Anche il luogo scelto per l’edificazione del complesso architettonico fu deciso dal frate in considerazione del fatto che le coordinate stellari collegavano Cortona direttamente con Gerusalemme.   Il sindaco Francesca Basanieri ha ricordato e sottolineato l’importanza di questo evento per tutta la comunità e in particolare perchè testimonia quanto solidi siano i rapporti di collaborazione fra l’amministrazione e la confraternita dei frati francescani.   

Collaborazione e amicizia che esiste dal 1200 in quanto fu proprio l’ente locale di allora a donare a fra Elia il terreno su cui oggi sorge il complesso francescano. Chi era Elia? Nacque ad Assisi attorno al 1180, ma viene chiamato “da Cortona” perché visse a lungo nella cittadina toscana, dove morì nel 1253. Studiò ad Assisi e poi a Bologna materie giuridiche ed era dotato di particolari capacità organizzative.  

Entrato nell’Ordine francescano, divenne presto ministro provinciale di Oriente. Era molto stimato da Francesco che lo riportò con sé in Italia dopo il viaggio in Terrasanta e lo nominò suo vicario. Dopo la morte di Francesco, Elia si distinse per la direzione dei grandiosi lavori di costruzione della Basilica di San Francesco e dal 1232 al 1239 fu Ministro generale dell’Ordine.   Come Generale egli, frate laico (non sacerdote), continuò a favorire l’ingresso di laici nell’Ordine suscitando la viva opposizione di molti frati sacerdoti e dei ministri provinciali che invece spingevano per una rapida clericalizzazione. Altro motivo di opposizione fu la centralizzazione dell’Ordine a scapito delle singole realtà provinciali. Elia fu per molto tempo il principale sostegno di Santa Chiara nella sua lotta per mantenersi fedele all’insegnamento di Francesco, richiedendo con insistenza al Papa il riconoscimento del “privilegio dell’altissima povertà”.    Dopo la deposizione dal generalato si ritirò a Cortona, all’eremo delle Celle. Nel suo intento di riconciliare i poteri universali, Papato e Sacro romano impero, prese posizione nella grandiosa lotta tra Papato e Impero, appoggiando sostanzialmente la politica di Federico II di Svevia, dal quale ricevette delicati incarichi diplomatici in quanto amico e consigliere. Fu proprio questo il motivo fondamentale per cui incorse nella scomunica, che fu resa pubblica ed effettiva nel 1240. Un suo riavvicinamento al Papato si ebbe solo dopo la morte di Federico II, avvenuta nel 1250 ma solo pochi giorni prima della morte, il 22 aprile 1253, ottenne il perdono per i “peccati politici” che aveva commesso.

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