Alto Adige Pinot Nero is known for an enchanting bouquet of red cherries and wild berries intertwined with floral notes (violets). Photo: Dreamstime
Digital technology has made it possible for anyone to share an opinion about wine. This is not a bad thing. Nor are the many opportunities for quality wine education available to wine consumers and professionals. But, I wonder if either or both may contribute to the relentless criticism and evaluation of wine that intends to educate, yet seems to leave something out of the wine appreciation equation.

We hear far less about the fascinating, surprising – and sometimes strange – ways wine fits into the patterns of life. To notice how wine shapes the world where it is enjoyed brings a sense of purpose to wine’s pleasure: it’s a different way of looking at it. At worst, it can bring an added dimension to its appreciation. At best, it is a consciousness that can inform serious wine criticism.
To notice how wine shapes the world where it is enjoyed brings a sense of purpose to wine’s pleasure: it’s a different way of looking at it: Photo: Dreamstime
The following vignettes are drawn from my own life, hobbies, work and play: in each of them wine was elemental to the activity, the moment and how I remember both. Consider them an invitation to adjust your wine gaze. And to imagine wine in a different and, perhaps, far more interesting way.
Some say that drinking wine is the ideal workout for your brain, engaging more parts of our grey matter than any other human behavior. Image by Daria Głodowska from Pixabay

WORK
I am upside down.
Well, more accurately, I am bent over at the waist, nose to toe. Blood is rushing to my head. Again I push my weeding tool into the ground – improving the blister now forming on my hand – against an invading army of dandelions.
As I move to stand up straight, the Allman Brothers Band “One Way Out” is pumping through my headphones, my hamstrings reminding me that I am now too old to stay bent over for longer than a shoe tie.
After four hours of yard work, the electric shrub trimmer, telescopic saw and tree pruner have become temporary extensions of my physical anatomy.
 I reflect upon the plight of Edward Scissorhands.
Sweat and dirt combine with copious amounts of SPF 50 sunblock to trickle impressive rivers of funky mud down along my arms.
In a primal voice I call out to weeds, bushes, trees and wife:
“That’s it…enough.”
Major refreshment required: a cool shower…pizza from a local legend…and a bottle of chilled Cerasuolo Montepulciano d’Abruzzo.
PLAY
Dinner dishes are cleared, a half bottle of wine still to drink. Outside, massive oak limbs creak in the wind, sympathy for logs crackling in the wood stove.
He looks at the chess board, and then back at me, raises an eyebrow.
I return a steady gaze that says, “What? You want a piece of me?”
Hunched over the chess board, he absent-mindedly swirls a last sip of wine in the glass, and pushes his bishop forward. “Really? Bishop’s opening? Popular back in the ‘60s perhaps. Oh, he’s an old school boy, isn’t he?”
Classic chess man, all the way.
Also showing some classic style tonight is the notable and easy drinking Valpolicella.
LOVE
I don’t know if you’ve ever had occasion to stand along Boston’s Commonwealth Avenue when winter’s white fractures against the interruption of bare tree branches. But I can tell you that there are fewer places where crow-black hair and dark up-slanted eyes can look more stunning.
Cold, it turns out, is neither good nor desirable for violins, Chinese take-out or the university music student trying to carry them. When all three hit the ground, I offer an assist. Back at her apartment, with cups of black tea and passages of J.S. Bach’s Adagio in G Minor, she repays the kindness.
I am four years and six rows from center stage. Sitting in the best seat I can afford. Seeing her take the stage, I realize I was wrong: she looks stunning here, too.
Silence. Then, the beautiful, organized chaos of the orchestra tuning. Suddenly, the clean sound of “A” at 440 cycles per second fills the space.
They say an instrument’s strings, when in tune, vibrate in sympathetic reaction.
I shiver.
I can think of far better endings than sitting here alone, TV on mute, Barolo unwinding in the glass, Amy Winehouse in the background reminding me that Love Is A Losing Game.
Nebbiolo is so f*!#ing astounding.
How wines are made and where they come from is important, but how wines work in your life and how you exist with them, well, that’s important, too.
So, pay close attention. Because that part is on you. And it’s not in the book.
Tasting Note
Luigi Einaudi Barolo Cannubi 2013
Aromatic, textured, shows good depth, along with expected notes of tar and roses, finishes with graceful, silky tannins. The wine is pure pleasure even now. This is one that neither the Nebbiolo-curious nor Barolo junkies will want to miss.
La tecnologia digitale ha permesso a chiunque di condividere un’opinione sul vino. Questa non è una cosa negativa. Né lo sono le numerose opportunità di educazione enologica di qualità per consumatori e professionisti del vino. Ma mi chiedo se una cosa o entrambe possano contribuire alla critica inarrestabile e alla valutazione del vino che intende educare, visto che sembra lasciare qualcosa fuori dall’equazione dell’apprezzamento del vino.
Sentiamo sempre meno gli affascinanti, sorprendenti e talvolta strani modi in cui il vino si inserisce nei sentieri della vita.
Si noti quanto il vino formi il mondo nel quale esso è apprezzato e porti un senso di scopo al piacere del vino. È un modo diverso di guardare il vino. Nella peggior situazione, può portare a uno spazio eccessivo di apprezzamento del vino. Nella migliore delle ipotesi, è una coscienza che può dar corpo a impegnative critiche enologiche.
I seguenti aneddoti sono tratti dalla mia vita, dagli hobby, dal lavoro e dal gioco dove il vino è stato fondamentale per l’attività e il momento e come mi ricordi entrambi. Considerateli un invito a correggere il vostro modo di guardare il vino. E magari a immaginare il vino in un modo diverso e, forse, a renderlo molto più interessante.
LAVORO 
Sono capovolto. Beh, più correttamente, sto piegato sulla vita, naso verso le dita dei piedi. Il sangue scorre in testa. Ancora una volta spingo il mio attrezzo di diserbo nel terreno – facendo aumentare la vescica che si sta formando sulla mia mano – contro un esercito invasore di denti di leone.
Mentre mi muovo per stare in piedi, “One Way Out” della Allman Brothers Band sta pompando nelle cuffie, i miei tendini del ginocchio mi ricordano che sono ormai troppo vecchio per restare piegato per più tempo di quello che serve per allacciarmi le scarpe.
Dopo quattro ore di lavoro sul cortile, il tagliaerba elettrico, il seghetto telescopico e le cesoie dell’albero sono diventati estensioni temporanee della mia anatomia fisica. Rifletto sulla situazione di Edward ManidiForbice.
Sudore e sporcizia si combinano con abbondanti quantità di crema solare ad alta protezione SPF 50 per gocciolare fiumi impressionanti di fango puzzolente lungo le mie braccia.
Con voce primitiva sfido erbacce, cespugli, alberi e mia moglie: “Questo è … abbastanza”.
Il rinfresco principale era necessario: una doccia fresca … pizza da una leggenda locale … e una bottiglia di fresco Cerasuolo Montepulciano d’Abruzzo.
GIOCARE 
I piatti della cena vengono portati via, una mezza bottiglia di vino resta da bere. All’esterno, le membra massicce della quercia scricchiolano nel vento, il piacere dei tronchi scoppiettanti nella stufa a legna.
Lui guarda la scacchiera e poi torna su di me, alza un sopracciglio.
Restituisco uno sguardo fisso che dice: “Cosa? Vuoi un mio pezzo?”
Piegato sulla scacchiera, con la mente assente lui turbina un ultimo sorso di vino nel bicchiere e spinge il suo alfiere in avanti. Veramente? L’apertura dell’alfiere? Mossa popolare negli anni ’60 forse. Oh, è un ragazzo della vecchia scuola?
Un classico uomo di scacchi, in ogni senso.
Stasera a mostrare uno stile un po’ classico è anche il notevole e facile da bere Valpolicella.
AMORE 
Non so se avete mai avuto occasione di stare sulla Commonwealth Avenue di Boston quando le fratture bianche dell’inverno si stagliano contro l’interruzione dei rami di alberi spogli. Ma posso dirvi che ci sono pochi posti dove i capelli neri e gli occhi scuri possono sembrare più sorprendenti.
Il freddo, a quanto pare, non è né buono né auspicabile per i violini, il take-out cinese o la studentessa universitaria di musica che cerca di portarli. Quando tutti e tre cadono a terra, offro un aiuto. Tornata al suo appartamento, con tazze di tè nero e passaggi dell’Adagio di J.S. Bach in Sol Minor, lei ripaga la gentilezza.
Sono quattro anni e sei file dal centro del palcoscenico. Seduto nel posto migliore che posso permettermi. La vedo prendere la scena, mi rendo conto che mi sono sbagliato: sembra sbalorditiva anche qui.
Silenzio. Poi, il bellissimo e organizzato caos dell’orchestra si mette a punto. Improvvisamente, il suono pulito di un “La” a 440 cicli al secondo riempie lo spazio.
Dicono che le corde dello strumento, quando in sintonia, vibrano per reazione empatica.
Ho i brividi.
Posso pensare a conclusioni molto più belle dello stare seduto qui solo, tv silenziata, Barolo che si rivolge nel bicchiere, Amy Winehouse sullo sfondo che mi ricorda che l’amore è LA partita in cui si perde.
Il Nebbiolo è così sorprendente.
È importante, come vengono prodotti i vini e da dove provengono. Ma, come funzionano i vini nella vostra vita e come esistete con loro, va bene, anche questo è importante.
Quindi, prestate molta attenzione. Perché, questa parte tocca a voi. E non è nel libro.
Nota di degustazione 
Luigi Einaudi Barolo Cannubi 2013
Aromatico, strutturato, mostra buona profondità, insieme alle note attese di catrame e rose, finisce con tannini graziosi e setosi. Il vino è puro piacere anche ora. Questo è un vino che né i curiosi del Nebbiolo né i drogati del Barolo vorranno perdersi.
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