The famous backward clock in Santa Maria del Fiore (Photo: David PIllow/Dreamstime)

We bet you didn’t know that there is such a thing as a clock that goes backward in Florence, did you? Well, we admit it took us by surprise, too. If you want to see it, you just need to visit the town’s duomo, Santa Maria del Fiore – yes, the same one with Giotto’s bell tower and Brunelleschi’s dome.

Inside, surrounded by colorful marbles and the grandiose beauty of its simple, yet majestic gothic vaults, you’ll find a curious clock, created and painted by famous Italian Renaissance painter Paolo Uccello. Born Paolo di Dono in 1397, Vasari – who wrote a series of “Lives” of artists – tells us that the nickname “uccello” comes from his passion for painting animals, birds in particular (that’s what “uccello” means in Italian).

Uccello developed his artistic skills the way it used to be done back then, in an artist’s workshop: in his case, it was Lorenzo Ghiberti‘s. Uccello wasn’t the only one learning from Ghiberti: in those years, one of his “classmates” was Donatello, one of our Renaissance’s most appreciated artists.

Uccello travels through Italy and Europe, where he gets in touch with gothic architecture and art, but the biggest artistic revolution, he witnesses it in his own Florence, where in the years of his return – we are the early 1430s – pictorial perspective was being developed. Paolo Uccello was to be known for his impressive skills in the use of the technique.

This is all good, I hear you say, but how does it have to do with a clock that runs backward?

Well, Paolo Uccello painted a special clock in Santa Maria del Fiore, known either as orologio della controfacciata (because it is on the wall opposite the façade), or simply orologio di Santa Maria del Fiore. Its dial marks twenty-four hours in Roman numbers in ascending order but they are written counter-clockwise. And there is more because the hands of the clock move counter-clockwise, too.

Paolo Uccello painted the clock’s dial (Photo: Scaliger/Dreamstime)

Quirky? Certainly, especially to modern eyes, but not as strange as one may expect, because there is a very rational explanation for it all. Basically, the clock was painted following the way the sun moves on another popular tool to mark the time in those years, a sundial, and the 24th hour doesn’t mark midnight, but rather sunset. The habit of marking when the sun goes down as “the end of day” was commonly known as Hora Italica. And, when you think of it, it makes perfect sense, because sunset was when the city gates were locked for the night and people had to come back home from working in the fields around town. As fun as it may look, using the Hora Italica also meant that clocks had to be regulated throughout the year, to ensure they always marked the exact time when the sun would set.

With this first interesting mystery debunked, we can now move to the second one (yes, there is a second one!), which is even more closely related to the artist that painted the clock, our Paolo Uccello. At the four corners of the clock’s frame, you’ll find four beautifully painted heads representing …That’s the mystery: we don’t know. Art historians say they are likely to be the Four Evangelists, but, strangely, Uccello didn’t represent them in the usual way, that is, with their four customary symbols: the lion for Mark, the ox for Luke, the angel for Matthew and the eagle for John.

Besides being a curiosity, the clock is also a rarity, because it is one of the very few clocks still existing that marks the old Hora Italica. By the way, you may be pleased to know it still works perfectly well, despite its 590 years of age, also thanks to the accurate restoration of its mechanisms carried out in the early 2010s by the Opera di Santa Maria del Fiore, Officina Panerai, historical Florentine watchmakers (who sponsored the operation) and professors Andrea Palmieri and Ugo Pancani, of the Centro Studi per il Restauro degli Orologi ISIS Leonardo da Vinci, who worked directly on the artifact.

Scommettiamo che non sapevate che a Firenze esiste un orologio che va all’indietro, vero? Beh, ammettiamo che ha colto di sorpresa anche noi. Se volete vederlo, non dovete far altro che visitare il duomo della città, Santa Maria del Fiore – sì, lo stesso con il campanile di Giotto e la cupola del Brunelleschi.

All’interno, circondato da marmi colorati e dalla grandiosa bellezza delle sue semplici ma maestose volte gotiche, si trova un curioso orologio, creato e dipinto dal famoso pittore rinascimentale italiano Paolo Uccello. Nato Paolo di Dono nel 1397, il Vasari – che scrisse una serie di “Vite” degli artisti – racconta che il soprannome “uccello” deriva dalla sua passione per la pittura di animali, in particolare uccelli.

Uccello sviluppò le sue capacità artistiche come si faceva allora, nella bottega di un artista: nel suo caso, quella di Lorenzo Ghiberti. Uccello non fu l’unico a imparare da Ghiberti: in quegli anni, uno dei suoi “compagni di classe” era Donatello, uno degli artisti più apprezzati del nostro Rinascimento.

Uccello viaggiò per l’Italia e l’Europa, dove entrò in contatto con l’architettura e l’arte gotica, ma la più grande rivoluzione artistica la vide nella sua Firenze, dove negli anni del suo ritorno – siamo agli inizi del 1430 – si stava sviluppando la prospettiva pittorica. Paolo Uccello sarà noto per le sue impressionanti capacità nell’uso di questa tecnica.

Tutto questo è bello, si dirà, ma cosa c’entra con un orologio che va all’indietro?

Ebbene, Paolo Uccello dipinse un orologio speciale in Santa Maria del Fiore, noto come orologio della controfacciata (perché si trova sulla parete di fronte alla facciata), o semplicemente orologio di Santa Maria del Fiore. Il suo quadrante segna le ventiquattro ore in numeri romani in ordine crescente, ma sono scritti in senso antiorario. E c’è di più, perché anche le lancette dell’orologio si muovono in senso antiorario.

Stravagante? Certo, soprattutto per gli occhi moderni, ma non così strano come ci si potrebbe aspettare, perché c’è una spiegazione molto razionale per tutto questo. In sostanza, l’orologio è stato dipinto seguendo il modo in cui il sole si muove su un altro strumento popolare per segnare il tempo in quegli anni, una meridiana, e la 24esima ora non segna la mezzanotte, ma piuttosto il tramonto. L’abitudine di segnare il tramonto del sole come “fine del giorno” era comunemente nota come Hora Italica. E, a pensarci bene, ha perfettamente senso, perché il tramonto era il momento in cui le porte della città venivano chiuse per la notte e la gente doveva tornare a casa dal lavoro nei campi intorno alla città. Per quanto divertente possa sembrare, l’uso dell’Hora Italica significava anche che gli orologi dovevano essere regolati durante tutto l’anno, per garantire che segnassero sempre l’ora esatta in cui il sole sarebbe tramontato.

Sfatato questo primo interessante mistero, possiamo ora passare al secondo (sì, ce n’è un secondo!), che è ancora più legato all’artista che ha dipinto l’orologio, il nostro Paolo Uccello. Ai quattro angoli della cornice dell’orologio si trovano quattro bellissime teste dipinte che rappresentano… Questo è il mistero: non lo sappiamo. Gli storici dell’arte dicono che probabilmente si tratta dei quattro evangelisti, ma, stranamente, Uccello non li ha rappresentati nel modo consueto, cioè con i loro quattro simboli abituali: il leone per Marco, il bue per Luca, l’angelo per Matteo e l’aquila per Giovanni.

Oltre a essere una curiosità, l’orologio è anche una rarità, perché è uno dei pochissimi orologi ancora esistenti che segnano l’antica Hora Italica. Tra l’altro, vi farà piacere sapere che funziona ancora perfettamente, nonostante i suoi 590 anni di età, anche grazie all’accurato restauro dei suoi meccanismi effettuato all’inizio degli anni 2010 dall’Opera di Santa Maria del Fiore, dall’Officina Panerai, dagli storici orologiai fiorentini (che hanno sponsorizzato l’operazione) e dai professori Andrea Palmieri e Ugo Pancani, del Centro Studi per il Restauro degli Orologi ISIS Leonardo da Vinci, che hanno lavorato direttamente sul manufatto.


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