Panettone, a staple of Italian Christmases. Photo: Gustavo Andrade/Dreamstime

Christmas is finally here and the heavens know how badly we need some seasonal cheer this year. It’s been a hard 12 months and we deserve some peace, quite and pandoro, let me tell you. What’s beautiful about this time of the year is how unique it can  be,  in spite of its celebrations stemming all from the same spiritual root: every family has its own Christmas day’s menu and its peculiar Advent habits. And even when it comes to choosing which mass to attend, some are all for the midnight mass on the 24th while others opt for the main mass on the 25th. 

In Italy,  Christmas peculiarities are many. The first is probably related to gifts and who brings them. In the US, Santa takes care of the business: from Alaska to Hawaii, children wait for the most famous grandpa on Earth and his reindeers to deliver presents and cheer. We Italians, though, like to be over the top, and not only when it comes to public display of affection and the importance we give to the quality of our morning coffee. So, we get our presents delivered throughout the months of December and January, by no less than five different people. I should also highlight how, of the five, three are worthy of worship, so yes, presents are a serious business here. On the 6th of December, Italian children in some parts of Italy, especially in the North, receive a first batch of gifts from Saint Nicholas, then, a few days later, a second round comes with Saint Lucy, on the 13th. Nick and Lucy aren’t on delivery duty everywhere in the country, though,  as it’s usually only the areas or villages where their cult is more heartfelt that the tradition developed. The 24th, of course, it’s showtime for Santa, but in Italy it hasn’t always been like that,  as we had Baby Jesus doing the rounds up to a couple of decades ago: how  a newborn could carry presents across the country flying alone in the winter sky remained a mystery for generations, but I guess it’s not more nonsensical than having an overweight,  elderly man on a sled doing the same. Of course, it’s not over, because on the 6th of January, exactly 30 days after the Italian gift delivery bonanza started, the Befana carries the last candy-filled stockings to children across the country,  taking the holidays with her on her way out. 

Presepe: the most Italian of all Christmas traditions. Photo: Fedecandoniphoto/Dreamstime

A second Christmas habit typical of Italy is that of putting the statuette of  Baby Jesus in the Presepe only  on the 24th, better even if after midnight — so, technically, already on the 25th. If you are serious about your Nativity Scene, Baby Jesus cannot appear before he  is actually born, so either you leave him hidden in a drawer until it’s the right time or, if you want to avoid the shame of forgetting him there until New Years’ Eve (yes, I did  it), you can place it in his little crib and cover him with a tiny piece of fabric or with a wad of cotton, as white and pure as snow. 

Some of our Christmas traditions can create family feuds, too. For instance, when is the right time to have the main Christmas meal: on the evening of the Eve, while waiting for Midnight Mass, or the following day at lunch? Roughly speaking, the tradition of having Christmas dinner on the Eve belongs to the South, while Northerners tend to gather together for Christmas Day lunch, but truth is it’s not that simple, as habits can change from a family to another. Not a bit deal, you may think: either in the evening or at lunch, the important is being with your family,  right? Yes, right, but it can get complicated when, for instance, you marry someone whose family always had Christmas lunch  while yours always had Christmas Eve dinner,  because which habit should the new household follow? 

Another quirk of our Christmases is that the panettone you open at Christmas shouldn’t be eaten all: yes, you should keep at least a couple of slices of it until February and eat them on the 3rd, the day of Saint Biagio, to keep away illness and  disease. 

The last Christmas tradition to mention is one that is associated with Italy,  but in truth isn’t Italian: the Feast of the Seven Fishes. Yes, as big as it is on your side of the pond among the Italian-American community, this amazing feast does’t exist as such in the Belpaese. Truth is, however, that the Feast is nothing more than a creative, original version of the Christmas Eve dinner many Italians of Italy have every year, a dinner that often includes, especially in the South, fish among its dishes, as the 24th is considered a giorno di magro, that is, a day when meat can’t be consumed. Well, it’s a beautiful tradition, one I think Italians from Italy should copy from the Italians of America and embrace with gusto. Now that you make me think of it…  I may have already a couple of recipes in mind…

Buon Natale a tutti, and may it be a peaceful and serene day for you all.

Il Natale è finalmente arrivato e solo il cielo sa quanto abbiamo bisogno di un po’ di serenità quest’anno. Sono stati 12 mesi difficili e ci meritiamo un po’ di pace, tranquillità e, lasciatemelo dire, del pandoro. La cosa bella di questo periodo dell’anno è quanto possa essere unico, nonostante le sue celebrazioni derivino tutte dalla stessa radice spirituale: ogni famiglia ha il suo menù per il giorno di Natale e le sue particolari abitudini d’Avvento. E anche quando si tratta di scegliere a quale messa partecipare, alcuni propondono per la messa di mezzanotte del 24, mentre altri optano per la messa principale del 25.
In Italia le caratteristiche del Natale sono molte. La prima è probabilmente legata ai regali e a chi li porta. Negli Stati Uniti, Babbo Natale si occupa di tutto: dall’Alaska alle Hawaii, i bambini aspettano che il nonno più famoso della Terra e le sue renne consegnino i regali e gli auguri. A noi italiani, invece, piace essere sopra le righe, e non solo quando si tratta di dimostrare pubblicamente l’amore e l’importanza che diamo alla qualità del nostro caffè mattutino. Così, ci facciamo consegnare i nostri regali durante i mesi di dicembre e gennaio, da non meno di cinque persone diverse. Devo anche sottolineare come, delle cinque, tre siano degni di culto, quindi sì, i regali sono una cosa seria.
Il 6 dicembre i bambini, in alcune parti d’Italia, soprattutto nel Nord, ricevono una prima parte di doni da San Nicola, poi, pochi giorni dopo, il 13, arriva un secondo giro con Santa Lucia. Nicola e Lucia non sono gli unici che fanno consegne in tutto il Paese, anche se, di solito, è solo nelle zone o nei villaggi dove il loro culto è più sentito che questa tradizione si è sviluppata. Il 24, naturalmente, va in scena Babbo Natale, ma in Italia non è sempre stato così, dato che fino a un paio di decenni fa abbiamo avuto Gesù Bambino che faceva il giro: come un neonato potesse portare i regali in tutto il Paese volando da solo nel cielo invernale è rimasto un mistero per generazioni, ma credo che non sia più assurdo che avere un uomo anziano e sovrappeso che fa lo stesso su una slitta. Certo, non è finita, perché il 6 gennaio, esattamente 30 giorni dopo l’inizio della cuccagna italiana in tema di consegna dei regali, la Befana porta le ultime calze piene di caramelle ai bambini di tutto il Paese, portandosi poi via tutte le feste con sé.
Una seconda abitudine natalizia tipica dell’Italia è quella di mettere la statuetta di Gesù Bambino nel Presepe solo il 24, meglio se dopo la mezzanotte – quindi, tecnicamente, già il 25. Se si fa sul serio con il Presepe, Gesù Bambino non può apparire prima della sua nascita, quindi o lo si lascia nascosto in un cassetto fino al momento giusto o, se si vuole evitare la vergogna di dimenticarlo lì fino a Capodanno (sì, l’ho fatto!), lo si può mettere nella sua mangiatoia e coprirlo con un pezzettino di stoffa o con un batuffolo di cotone, bianco e puro come la neve.
Alcune delle nostre tradizioni natalizie possono anche creare faide familiari. Per esempio, quando è il momento giusto per fare il pasto principale di Natale: la sera della vigilia, in attesa della messa di mezzanotte, o il giorno dopo a pranzo? In linea di massima, la tradizione di fare il cenone di Natale la sera della vigilia appartiene al Sud, mentre i settentrionali tendono a riunirsi per il pranzo di Natale, ma la verità è che non è così semplice, perché le abitudini possono cambiare da una famiglia all’altra. Cosa di poco conto, si potrebbe pensare: la sera o a pranzo, l’importante è stare con la propria famiglia, no? Sì, giusto, ma può diventare complicato quando, per esempio, si sposa qualcuno la cui famiglia ha sempre fatto il pranzo di Natale mentre la tua ha sempre fatto il pranzo della vigilia: quale abitudine dovrebbe seguire la nuova famiglia?
Un’altra stranezza dei nostri Natali è che il panettone che aprite a Natale non va mangiato tutto: sì, bisogna tenerne almeno un paio di fette fino a febbraio e mangiarle il 3, giorno di San Biagio, per tenere lontano malattie e malanni.
L’ultima tradizione natalizia da menzionare è quella legata all’Italia, ma che in realtà non è italiana: la Festa dei Sette Pesci. Sì, per quanto sia importante al di là dall’oceano nella vostra comunità italo-americana, questa incredibile festa non esiste in quanto tale nel Belpaese. La verità è però, che la Festa non è altro che una versione creativa e originale della cena della vigilia di Natale che molti italiani d’Italia fanno ogni anno, una cena che, soprattutto al Sud, spesso include tra i suoi piatti il pesce, in quanto il 24 è considerato un giorno di magro, cioè un giorno in cui non si può consumare carne. Beh, è una tradizione bellissima, che penso gli italiani d’Italia dovrebbero copiare dagli italiani d’America e abbracciarla con gusto. Ora che mi ci fate pensare… Forse ho già in mente un paio di ricette…
Buon Natale a tutti, e che sia un giorno sereno e di pace per tutti voi.

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