Jeff Koons con l'opera Hulk (Ph© Jeff Koons, Photo_Ela Bialkowska_OKNOstudio)

Palazzo Strozzi ospita una nuova grande mostra dedicata a Jeff Koons, una delle figure più importanti e discusse dell’arte contemporanea a livello globale. A cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro, la mostra porta a Firenze una selezione delle più celebri opere di un artista che, dalla metà degli anni Settanta a oggi, ha rivoluzionato il sistema dell’arte internazionale.

Sviluppata in stretto dialogo con l’artista, la mostra Jeff Koons. Shine ospita prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, proponendo come originale chiave di lettura dell’arte di Jeff Koons il concetto di “shine” (lucentezza) inteso come gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire.

Autore di opere entrate nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di unire cultura alta e popolare, dai raffinati riferimenti alla storia dell’arte alle citazioni del mondo del consumismo, Jeff Koons trova nell’idea di “lucentezza” (shine) un principio chiave delle sue innovative sculture e installazioni che mirano a mettere in discussione il nostro rapporto con la realtà ma anche il concetto stesso di opera d’arte. Le opere dell’artista americano pongono lo spettatore davanti a uno specchio in cui riflettersi e lo collocano al centro dell’ambiente che lo circonda. Come afferma lo stesso Koons: “Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte”.

Tra le figure più note e discusse della scena globale del contemporaneo, Jeff Koons trova nell’idea di lucentezza il principio di molte delle sue sculture e installazioni, nate per mettere in discussione il nostro rapporto con la realtà insieme al concetto stesso di opera d’arte.


Jeff Koons, Italian Woman (Ph© Jeff Koons. Photo: Douglas M. Parker Studios, Los Angeles)

La rassegna si compone di importanti prestiti e collezioni internazionali e fonda il suo essere sul concetto di Shine, inteso come lucentezza – come  gioco ambiguo tra splendore e abbagliamento, tra essere e apparire. Il percorso della mostra è stato concepito e progettato dai curatori come un dialogo serrato con l’artista: il visitatore sarà il vero protagonista dello spazio espositivo, concretamente e simbolicamente. Di fronte a uno specchio sarà chiamato a guardarsi in infiniti riflessi. Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte.


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