Giuditta e Oloferne di Pier Francesco Foschi (Ph Galleria dell'Accademia di Firenze)

E’ la prima monografica in Europa dedicata a Pier Francesco Foschi, talentuoso artista del Manierismo, tra i pittori fiorentini più noti e amati nei decenni centrali del Cinquecento. Ad offrirla al pubblico è la Galleria dell’Accademia di Firenze.

La mostra Pier Francesco Foschi (1502-1567) pittore fiorentino è a cura di Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, Elvira Altiero, Funzionario Storico dell’arte, responsabile del dipartimento storico-artistico della Galleria dell’Accademia di Firenze, di Nelda Damiano, che ha curato la mostra Wealth and Beautydedicata all’artista al Georgia Museum of Art, University of Georgia (Athens, USA), e di Simone Giordani, docente di storia dell’arte, studioso della pittura fiorentina rinascimentale e tardo rinascimentale e specialista del pittore Pier Francesco Foschi.

Allievo di Andrea del Sarto, Foschi riscosse in vita notevole plauso e ricevette numerose commissioni dalle famiglie più illustri di Firenze, come i Medici, i Pucci e i Torrigiani. Tra il 1536 e il 1537 lo troviamo, insieme al Bronzino, tra gli aiuti scelti dal Pontormo per la decorazione della loggia della villa medicea di Careggi e per quella della villa di Castello, ma la sua fama raggiunse l’apice nel corso degli anni Quaranta del Cinquecento, quando si aggiudicò la commissione delle tre pale d’altare per la chiesa di Santo Spirito: la straordinaria Resurrezione, che è possibile ammirare in mostra, la Trasfigurazione, attualmente nella cappella Capponi d’Altopascio, restaurata proprio in vista di questa esposizione, infine la Disputa dell’Immacolata Concezione, che si trova invece nella Cappella Torrigiani. Negli ultimi anni della sua vita, tra il 1562 e il 1563, Pier Francesco Foschi fu tra i maestri incaricati di riformare l’antica Compagnia di San Luca nell’Accademia del Disegno.

Probabilmente anche a causa del poco interesse che Giorgio Vasari riservò nei suoi confronti, l’artista cadde ingiustamente nell’oblio dopo la morte. Dopo alcuni preziosi seppur esigui interventi critici a lui dedicati dalla seconda metà del Novecento ad oggi, questa mostra ricostruisce la sua straordinaria personalità artistica attraverso circa quaranta opere autografe, tra dipinti e disegni, che coprono interamente l’arco della carriera del Foschi. Il percorso espositivo è suddiviso in cinque sezioni, che approfondiscono i principali aspetti della sua prolifica attività, a partire dalla formazione giovanile presso Andrea del Sarto fino alle commissioni di grandi pale d’altare, ai dipinti mariani per la devozione privata e ai numerosi ritratti, genere in cui il pittore ottenne grande notorietà.

Pier Francesco Foschi (1502-1567) pittore fiorentino presenta dipinti dimenticati e propone confronti inediti con le opere di Andrea del Sarto. In particolare, offre per la prima volta l’accostamento tra il Sacrificio di Isacco del Cleveland Museum of Art, realizzato dal maestro, e la copia su tela dello stesso soggetto eseguita da Foschi, oggi conservata nella Villa di Poggio Imperiale a Firenze. L’esposizione, inoltre, ha il merito di riunire insieme elementi di polittici smembrati, come ad esempio la Pala della Madonna del Piano, realizzata nel 1539 per il convento di San Benedetto a Settimo (Cascina, Pisa), ricongiunta con le sue predelle.

Le opere esposte provengono da musei pubblici e privati, enti ecclesiastici, gallerie d’arte e collezionisti privati tra i più famosi in Italia e nel mondo: Galleria Borghese, Palazzo Spinola, Accademia Carrara di Bergamo, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid, Morgan Library & Museum, New York, Rijksmuseum, Amsterdam, Cleveland Museum of Art.

In occasione della mostra, grazie all’impegno della Galleria dell’Accademia di Firenze, in accordo con il Ministero della Cultura, sono stati finanziati i restauri di alcune opere del pittore fiorentino, per valorizzarle e renderle di nuovo pienamente visibili. Oltre alla sopracitata Trasfigurazione, situata nella basilica di Santo Spirito, grazie a Fabrizio Moretti sono state restaurate due tavole con San Rocco San Sebastiano ubicate nella Propositura dei SS. Antonio e Jacopo a Fivizzano (Massa-Carrara), insieme alle due predelle con Il martirio di San Sebastiano San Rocco soccorso da cane, della Fondazione Longhi. Altro importante intervento è stato quello sulla tavola raffigurante Il Sacrificio di Isacco, derivato dal modello di Andrea del Sarto, conservato nella collezione di Villa di Poggio Imperiale a Firenze.


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