Finale Emilia,16.076 abitanti nella provincia di Modena in Emilia Romagna.
È tra i centri più colpiti dal recente terremoto e la sua Torre con l’orologio, prima di essere completamente distrutta dal sisma, è stata simbolo della devastazione causata dalle prime scosse dello scorso maggio.
Il patrimonio artistico cittadino è stato gravemente lesionato: oltre al crollo della Torre dei Modenesi in piazza Baccarini, è venuta giù buona parte della Rocca, di Palazzo Veneziani e della parte superiore del Duomo. La maggioranza dei danni si è registrata con la scossa del 20 maggio (Finale Emilia fu proprio epicentro della scossa principale di magnitudo 5.9), mentre quelle successive hanno causato danni minori.
Il sito internet “http://sos.comunefinale.net” dà tutte le indicazioni per chi volesse contribuire alla ricostruzione. La fotografia del disastro al patrimonio storico e artistico però, non racconta tutto il patrimonio culturale di un territorio che costituisce da sempre una zona di confine con una storia che si perde nella notte dei tempi: i primi insediamenti urbani di cui si hanno testimonianze risalgono all’Età del Bronzo.
L’aspetto strategico che riveste il territorio era già ben noto ai tempi dei Romani che vi si insediarono fra il II e il IV secolo fondando forse quella Forum Alieni menzionata da Tacito nelle sue Historiae. Il primo documento ufficiale in cui si fa esplicita menzione a Finale (Finàl nella lingua del posto, Finèl in dialetto modenese) risale al 1009. Risale, comunque, al 1213 la nascita ufficiale dell’abitato e la fondazione del Comune di Finale, che trovò espressione concreta nell’innalzamento della Torre del Popolo di Modena o Torre dell’Orologio. Dalla fine del XIII secolo le sorti di Finale si legarono indissolubilmente a quelle di Modena che in quel periodo passava sotto il dominio degli Estensi.
Gaiole in Chianti è un comune di 2.751 abitanti della provincia di Siena in Toscana.
Nel novembre del 2008 la prestigiosa rivista americana Forbes lo ha definito il “posto più idilliaco per vivere in Europa”. Sulla stessa linea titolava, nell’ottobre 2010, l’edizione europea del New York Times dedicando all’Eroica, la nota cicloturistica d’epoca famosa nel mondo, un articolo promozionale.
La storia di Gaiole in Chianti è strettamente legata alla sua posizione di nodo viario nelle comunicazioni tra il Chianti e il Valdarno superiore. Grazie a ciò divenne sede mercatale. La forma dell’abitato lo rivela palesemente. In origine era tutto sviluppato lungo la strada che congiunge il Valdarno al Chianti e, nel luogo scelto per il mercato, si slarga andando a formare l’odierna piazza principale a forma di triangolo allungato.
Il primo ricordo del comune si trova in una carta della Badia a Coltibuono risalente al 1086 e, a quell’epoca, gli abitanti dei vicini castelli di Vertine, Montegrossi e San Donato in Perano iniziarono ad incontrarsi sul fondovalle, lungo il torrente Massellone per scambiarsi le merci. Inizialmente il mercato era situato ai piedi del castello di Barbischio. Il mercato di Gaiole è citato in atti notarili fin dal 1215. Ancora nel XVIII secolo il mercato era un importante avvenimento per la zona come testimoniò nelle sue relazioni anche il granduca Pietro Leopoldo a seguito della visita fatta nel luglio 1773.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il territorio comunale si impoverì e fu investito dal fenomeno dello spopolamento delle campagne. Tuttavia, a partire dalla fine degli anni Settanta, le ex-case coloniche sono state progressivamente restaurate e oggi sono sede di agriturismi e rinomati centri residenziali tanto che accoglienza ed enogastronomia sono ormai diventate la principale fonte di ricchezza del luogo.
Isili è un comune sardo di 3.030 abitanti della provincia di Cagliari.
Situato nella regione storica del Sarcidano, dista 71 km dal capoluogo, 105 km da Nuoro, 66 da Oristano e 162 da Sassari. Paese tradizionalmente agricolo e pastorale, nel corso degli ultimi decenni ha visto prevalere il settore terziario. Sorge ai margini di un altopiano che si affaccia sulla vallata del Sarcidano, in un paesaggio caratterizzato da estese valli e colline.
Da oltre un decennio è divenuto famoso nel mondo dell’arrampicata sportiva per le sue falesie calcaree a strapiombo, tra le più affascinanti e impegnative d’Europa. In tutto il territorio ci sono più di 300 vie chiodate dagli arrampicatori. Lo stesso nome Isili ne porterebbe le tracce. Secondo lo studioso Raffaele Sardella, il toponimo avrebbe radici sumere e significherebbe monte puro, santo o monte alto.
Isili potrebbe anche derivare dalla parola Ilienses, antica popolazione che secondo il geografo Pausania si stabilì in Sardegna dopo la distruzione dell’antica città di Troia. In ogni caso il territorio risulta abitato fin dal Neolitico, come testimoniano vari insediamenti e numerose domus de janas. In seguito fu colonizzato dai romani, che lo sottrassero all’influenza cartaginese nel II secolo d.C.
Isili ancora oggi è terra di nuraghi, non solo perchè ospita una delle espressioni più alte dell’architettura preistorica, il nuraghe Is Paras, con la perfezione della sua tholos, ma soprattutto per la complessità delle sue stratificazioni storiche e archeologiche. Decine di grotte, villaggi, tombe e innumerevoli manufatti in terracotta, pietra e metallo esprimono la capacità costruttiva e l’estro delle antiche popolazioni avvicendatesi nei millenni. Le tradizioni del passato rivivono nel Museo del Rame e del Tessuto, che espone i tradizionali manufatti di rame e i tappeti variopinti, elementi caratteristici delle produzioni locali.