Il 30 novembre, alla Camera dei Deputati, l’Associazione Na-zionale Famiglie Emigrati celebra il suo 65° anniversario. L’Anfe fu fondata nel 1947 da Maria Agamben Federici (L’Aquila, 1899-1984), deputata nell’Assemblea Costituente nella prima legislatura repubblicana, ed è oggi presente in Argentina, Brasile, Venezuela, Stati Uniti, Canada, Australia e in numerosi stati europei come Belgio, Olanda, Lussemburgo, Inghil-terra, Francia, Svizzera, Germa-nia. Dopo gli interventi dei rappresentanti delle Istituzioni, ci sarà la consegna di Medaglie commemorative e la proiezione del film documentario sull’Anfe e le migrazioni, per la regia di Giovanna Taviani.
In vista della celebrazione del 65° anniversario, il presidente nazionale Paolo Genco, ha inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano questa lettera:
“Quest’anno l’Anfe celebra il 65° anniversario della sua fondazione. È un Ente sorto dalla felice intuizione dell’onorevole Ma-ria Federici, nobile componente della Costituente e riconosciuto Ente Morale con Decreto del presidente della Repubblica n.658 del 12 febbraio 1968.
In questi 65 anni abbiamo vissuto e condiviso le tante sofferenze dei nostri connazionali costretti ad andare raminghi in terre straniere, alla ricerca di un lavoro per sostenere le proprie famiglie costrette a rimanere in Italia.
Sono tanti i sentimenti che hanno pervaso i nostri emigrati dalla nostalgia della propria terra, al dolore del distacco dai propri cari, alla paura di affrontare un nuovo mondo, al timore di non farcela. Ma mai, nemmeno per un solo istante, è stato messo in discussione ‘L’amore per la propria terra, per la propria nazione, per l’Italia’.
In questi giorni, il Senato della Repubblica ha approvato il ddl che introduce l’inno di Mameli nei programmi scolastici e nel contempo il 17 marzo di ogni anno l’istituzione del ‘Giorno dell’Unità Nazionale, della Co-stituzione, dell’Inno e della Ban-diera’, allo scopo di promuovere i valori di cittadinanza e di consolidare l’identità della Nazione.
La nostra Associazione ritiene che questi siano ‘valori’ imprescindibili per ricoprire ruoli istituzionali e che non possano essere consentite contestazioni verso i simboli della Repub-blica. Questa nobile quanto op-portuna iniziativa è stata osteggiata e disapprovata da una forza politica: la Lega Lombarda, sorta come elemento destabilizzante dell’Unità d’Italia che ha posto in essere azioni ostili che inducono alla ribellione. La Lega, per altro, non ha disdegnato, anche, inaccettabili, esecrabili e condannabili richiami alle armi.
Questa Sede nazionale, a nome di tutti i soci in Italia ed all’estero, nell’esprimere piena solidarietà a favore dell’iniziativa del Senato, chiede un Suo autorevole intervento affinché chiunque ricopra incarichi politici, istituzionali, comunque di rappresentanza della nostra Nazione, ven-ga sancito, in termini di legge, l’obbligo del giuramento di adesione e fedeltà alla Patria, alla Bandiera, all’Inno nazionale ed al riconoscimento dell’Unità della Nazione. Amiamo l’Italia e il nostro Presidente”.