Sembra proprio di fare un tuffo nel Medioevo visitando le terre di Faenza. Il territorio è punteggiato di pievi antichissime e di poderose rocche.
Cominciamo dall’Abbazia di Valsenio, che si trova a 1 Km dal centro di Casola Valsenio. Anche se qualcuno sostiene che fosse la sede di un monastero del VI secolo, è sorta, per opera dei monaci Benedettini, probabilmente intorno all’XI secolo. Tra i documenti rinvenuti, quelli più antichi, che fra l’altro ne attribuiscono la giurisdizione al vescovo di Imola, risalgono al XII secolo.
L’insediamento dei monaci benedettini segnò l’inizio di un notevole sviluppo economico nella zona, con l’introduzione di nuove colture, come l’olivo, e creò la base di una struttura sociale sopravvissuta per molto tempo dopo il loro allontanamento dall’abbazia. Quando ai monaci si sostituirono le famiglie coloniche nella coltivazione della terra, l’abbazia passò sotto il dominio di varie famiglie nobili bolognesi: i Calderini, i Ghisilieri (XVIII secolo) e infine, dall’inizio dell’Ottocento, i Costa di Valsenio.
L’abbazia è stata ristrutturata per l’ultima volta nel 1949 dopo i danni subiti durante la seconda guerra mondiale e, proprio in quell’occasione, ricomparvero le linee della costruzione primitiva che non poté, tuttavia, essere ripristinata per i troppi interventi subiti nel tempo. La chiesa ha tre navate, abside semicircolare con una cornice di piccoli archi e facciata in stile romanico; all’interno si conservano una pietà di terracotta in stile bizantino e una statua di S. Francesco opera di scultori faentini.
Sopra Casola si trovano i ruderi di un’ altra rocca, quella di Monte Battaglia, che è situata in vetta allo spartiacque tra le valli del Senio e del Santerno. I ruderi risalgono al XII secolo e di fronte ad essi un monumento bronzeo di Aldo Rontini ricorda un tragico episodio della seconda guerra mondiale: il 27 settembre 1944 i soldati alleati si arrampicarono alla conquista di questo pendio tra un fuoco incessante ed una fitta nebbia.
Lungo l’antico percorso del fiume Lamone, in direzione di Firenze, pochi chilometri dopo l’abitato di Brisighella, sorge la pieve detta “del Tho” in quanto si trova all’ottavo miglio da Faenza (da octavus). L’impianto attuale della chiesa è frutto di almeno due momenti costruttivi. Nel tratto più antico dell’edificio, riconoscibile nell’abside, nel campanile e in parte delle fiancate si attribuisce la costruzione ai primi anni del XII secolo. L’intervento successivo, collocabile nel XVI secolo, ha riguardato la ricostruzione di parte dei muri laterali e l’allungamento del corpo ecclesiale. I settori della fabbrica attribuibili alla prima fase costruttiva presentano caratteristiche estranee alla tradizione edilizia rurale dell’area romagnola e denunciano un inserimento dell’edificio nella produzione padana e toscana influenzata dallo stile “romanico lombardo”. Di particolare interesse è anche la lastra che ora funge da paliotto d’altare che per tema decorativo e tipo di lavorazione cosituisce un unicum nel panorama della produzione artistica altomedievale romagnola.
Sempre a Brisighella si può visitare la magnifica Rocca Manfrediana, che sorge su uno dei tre pinnacoli rocciosi che dominano il borgo. Il complesso di questa fortezza si compone del cosiddetto “Torrione Veneziano” del secolo XVI e dell’antico “Torricino”, che risale al 1300, costruito per volere della famiglia Manfredi di Faenza. Oggi riportato a nuovo splendore grazie a continui restauri, costituisce un pregevole esempio dell’arte militare del Medioevo.
Riolo Terme vanta la sua rocca, magnifico esempio di fortificazione militare che segue l’evoluzione delle tecniche offensive tardomedievali. Dal 2006 la Rocca ospita il Museo del Paesaggio dell’Appennino Faentino, importante centro di studi, scoperte e attività, in evoluzione continua, un Museo del Territorio, e al tempo stesso punto informativo, di documentazione, conservazione e valorizzazione della memoria storica del luogo. L’interno é allestito in modo suggestivo, con installazioni visive e sonore e la presenza di plastici che mostrano le peculiarità storiche territoriali. Il percorso museale si snoda su vari livelli. Dai sotterranei ai piani alti ci si può calare nelle avventure dei cavalieri medievali indossando e impugnando gli strumenti utilizzati in battaglia e scoprire la vita di Caterina Sforza grazie a un filmato interattivo e multimediale. Nel Mastio la sezione archeologica ospita reperti antichissimi, tra cui uno scheletro di donna dell’Età del Ferro rinvenuto nella vicina Grotta del Re Tiberio.