Nuovi eccezionali ritrovamenti archeologici a Orvieto nell’area del Fanum Voltumnae, il grande santuario federale degli Etruschi risalente al VI secolo avanti Cristo. Ne dà notizia la direttrice degli scavi Simonetta Stopponi (Università di Perugia) alla vigilia di una conferenza a Carmignano.
Insieme a un tempio di grandi dimensioni, probabilmente il principale del Fanum, è venuta alla luce una splendida testa maschile in terracotta in origine policroma, a grandezza naturale e su base dello stesso materiale, che secondo i primi accertamenti potrebbe identificarsi proprio con Voltumna, divinità suprema del pantheon etrusco. Scoperto inoltre un tratto della via sacra che conduceva al tempio.
“La testa è molto bella e ben conservata”, spiega la professoressa Stopponi, “Un ritrovamento importante così come quello del tempio che misura 12 metri per 18. Finora non sono state rintracciate iscrizioni, ma stiamo ancora scavando e contiamo di trovare presto altro eccellente materiale. Sarà invece problematico far riaffiorare l’intera strada sacra. Sul percorso si trova infatti una villa privata la cui costruzione ha certo compromesso l’integrità della zona”.
Il Fanum Voltumnae si trova come noto in località Campo della Fiera, l’area pianeggiante a ovest del pianoro di tufo su cui sorge Orvieto.
Il nome deriva dall’essere stata sede di fiere e mercati periodici per secoli, epoca romana compresa, fino al 1384, l’anno della micidiale peste nera che spopolò città e campagne.
Nel 1876 i primi scavi archeologici restituirono resti di strutture murarie in tufo e furono recuperate pregevoli terrecotte architettoniche oggi al Pergamon Museum di Berlino.
Nel Duemila le indagini sono riprese anche sulla spinta di studi più recenti secondo i quali il mitico Fanum Voltumnae, massimo santuario del popolo etrusco, doveva trovarsi proprio a Campo della Fiera.
Inutilmente cercato fin dal Quattrocento, il Fanum era il luogo delle riunioni annuali dei rappresentanti della lega delle dodici città etrusche.
Lo storico romano Tito Livio ricorda che nell’occasione, alle cerimonie religiose si accompagnavano fiere, mercati, spettacoli teatrali e giochi solenni. Doveva trattarsi perciò di un’area molto vasta, capace di ospitare tutte le delegazioni e accogliere così tante manifestazioni diverse.
Le ultime scoperte nell’area archeologica non si limitano tuttavia al periodo etrusco. In queste settimane, ricorda la professoressa Stopponi, sono state scoperte le vestigia di un enorme edificio, lungo circa 30 metri, probabilmente il refettorio con relativo chiostro della chiesa medievale di San Pietro in Vetere.
Gli scavi in Campo della Fiera sono a cura dell’Università di Perugia su concessione ministeriale e vengono finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.