Riuscite a immaginare quante cose si possono vedere e vivere in 108 anni? Gli scienziati lo studiano per scoprire l’elisir di lunga e lucida vita, il National Geographic gli ha dedicato pagine di un interessante articolo, i suoi tre libri sono da studio sociologico perchè l’immaginazione di chi ha vissuto tra due secoli deve essere necessariamente diversa, in un certo senso più consapevole, di un comune mortale.
Salvatore Caruso con i suoi 108 anni è già entrato nelle pagine dei casi eccezionali ma, al di là del dna, dei segreti della sua eterna giovinezza, quel che più gli dovremmo invidiare è il patrimonio mnemonico, il bagaglio esperienziale, la memoria storica e sociale che rappresenta la sua vita per tutti noi.
Quanto può dirci, farci capire, farci appartenere a questo Paese soltanto con quello che lui ha vissuto e noi no?
C’è chi entra nella storia in punta di piedi come lui, ma percorrendo una strada lunga come poche a cavallo di due secoli, e chi, come John Fitzgerald Kennedy, di cui si sono ricordati anche in Italia i 50 anni dal suo misterioso assassinio, che irrompe prepotentemente e con strascichi ancora attuali nei libri di storia mondiale pur avendo governato appena tre anni.
Perché avvicinare queste due persone tanto diverse tra loro nel Focus della settimana?
Perché in questo mese che conclude il 105° anno di vita de L’Italo Americano insieme ai suoi lettori, e conclude l’anno della cultura italiana negli Stati Uniti, vogliamo mettere in risalto il valore della persona, chi sta scrivendo un pezzetto della storia d’Italia e chi, in un modo o nell’altro, l’ha segnata.
Ci sono figure che marcano profondamente il terreno culturale nazionale, che incidono nella mentalità di un’epoca e chi può raccontare dall’interno, con il suo immenso microcosmo esperienziale, quello che è l’Italia di ieri, oggi e domani.