La recente apertura della mostra delle opere della giovane artista italiana Elena Achilli, è stata un piacevole momento di incontro fra tanti appassionati di arte, sportivi e molti professionisti della vela in questo momento impegnati con le fasi finali della Coppa America.
 
Elena infatti, oltre ad essere un’artista molto apprezzata, per motivi familiari è sempre vicina al mondo della vela, cosa che l’ha portata a vivere nell’ultimo anno a San Francisco riuscendo a coglierne aspetti molto personali. L’abbiamo intervistata per scoprire il motivo del suo successo.
 
Che cosa rappresentano le tue opere, esclusivamente create per l’esposizione intitolata “Un’emozione” qui a San Francisco?
Quando avevo iniziato a dipingere non sapevo ancora di poter esporre qui, ma avevo avuto richieste da diverse gallerie per poter collegare l’evento dell’America’s Cup con il tema del viaggio.
Il fatto di viaggiare molto, infatti, mi offre ogni anno la possibilità di visitare nuove città e nuovi paesi, e quindi di poter mixare nella mia arte questi due aspetti: quello dell’evento fine a se stesso, la competizione sportiva, e il fatto di conoscere nuove culture, nuovi colori e anche nuovi modi di pensare l’arte.
 Opera a colori su vela dedicata all’America’s Cup a San Francisco

 Opera a colori su vela dedicata all’America’s Cup a San Francisco

 
Oltre allo sport e al viaggio, c’è San Francisco, e la sensazione che si prova ogni volta che si scopre una città nuova o si vive una nuova esperienza. Per questo l’ho intitolata “Un’ Emozione”, perché è quella che si può provare di fronte a un’opera d’arte, ma anche l’emozione di quando si visita un nuovo posto, una nuova realtà come in questo caso San Francisco.
 
Quanti dei tuoi lavori sono stati ispirati a questo tuo anno vissuto nella Città sulla Baia?
Diciamo che le città americane, l’anno scorso ho anche esposto a New York, hanno influito molto in quanto venendo dall’Italia e da altri paesi europei come la Spagna, la mia pittura ha subito un cambiamento proprio perché intorno a me ho visto dei colori, edifici e costruzioni completamente differenti. La città urbana viene molto fuori nei dipinti e anche nello stile, ho modificato molto la rappresentazione dei soggetti.
 
San Francisco mi ha influenzato molto e si possono notare varie fasi nei dipinti: alcuni possono sembrare più bui in quanto appena arrivata è stato difficile ambientarsi in una città non propriamente americana, ma neanche europea e molto diversa dalle altre città della California che ho visitato come San Diego ad esempio.
 
Altri sono invece molto più accesi ed esprimono più movimento, con una prevalenza di colori come il rosso, il bianco e il blu, riflesso della vicinanza alla vela.
 
L’aspetto che colpisce da subito è la tua varietà stilistica, quali sono le tecniche che usi?
È una cosa che in molti mi fanno notare e deriva dal fatto che ogni giorno io dipingo e ho delle sensazioni ed emozioni diverse. Quindi se un giorno mi sento in un certo modo mi piace sperimentare una tecnica o dei soggetti diversi da altri, per cui tutte le opere sono se vogliamo diverse tra di loro ma anche simili, perché le tecniche e i supporti cambiano di volta in volta.
Una foto della apertura della mostra “Un’emozione”

Una foto della apertura della mostra “Un’emozione”

 
Per esempio mi piace utilizzare il pennello, ma anche moltissimo adoperare la spatola. La cosa che caratterizza tutti è che non faccio mai il disegno di base prima, ma inizio subito a mettere il colore sulla tela, in questo modo sento le emozioni che possono stravolgere il quadro e allo stesso tempo dargli vita.
“Tsunami” è iniziato con il disastro in Giappone, e poi ho terminato nella parte finale con una stilizzazione di un pianoforte e con due bambini raffigurati che esprimono la mia speranza che loro possano suonare il piano e dare vita a una nuova canzone a una nuova musica, e una nuova generazione che possa ricostruire e dare forma a una nuova città.
 
L’altro elemento di collegamento con la competizione velistica è il fatto che usi come base la vela vera e propria.
Sì, uso sia il supporto di carbonio che è il materiale con cui vengono costruite le barche, sia la vela che è un supporto trasparente con dei fili di carbonio all’interno. Avendo questa “texture” a rilievo molto particolare, quando uso la spatola con il colore si crea questo bell’effetto con l’immagine di fondo che si riconosce essere una vela. L’ho usata nei dipinti che hanno come tema le barche e l’America’s Cup.
 
Come è stata la reazione del pubblico nei tuoi confronti?
È andato tutto molto bene. Sono molto contenta sia dell’affluenza di pubblico che c’è stata alla serata inaugurale dell’esposizione, sia dell’ottima atmosfera che si è creata fra sportivi, amanti dell’arte, amanti dell’Italia e del cibo italiano, grazie al catering di Pasta Sommelier.
 
È stato molto interessante incontrare persone legate alla cultura, allo sport, al giornalismo, provenienti anche da paesi diversi, tutti hanno apprezzato l’arte di un’artista italiana, ma che rappresenta città americane, fra le quali in modo particolare San Francisco.
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