The Roman Empire is often associated with the most glorious moment in the history of the Italian peninsula, but are we, modern-day Italians, the genetic descendants of the old inhabitants of the Eternal City?
A short disclaimer before delving deeper into the subject: culturally, ethically, philosophically, we all are the descendants of the Ancient Romans and of their oriental cousins, the Ancient Greeks, at least in the western part of the world. While the influences on our own culture from other civilizations are important – from the Chinese to the Arabic to the Scandinavian – our cultural, ethical and spiritual backbone comes from the Mediterranean basin.
But here, we’re talking genetics and things get a bit more complicated than one may expect.
To understand it, we should try to clarify who the Romans were genetically. Ancient Rome was the capital of an empire that was immense to those times’ standards and still is to modern ones: back then, more than 70 million people across Europe, the Middle East and Africa called Rome their capital. We know Rome never imposed its culture, and that often the contact between the conquerors and the subdued created a mutual passing of knowledge, habits and traditions that enriched The Eternal City immensely. Recent studies carried out by the Universities of Stanford, Vienna and Rome La Sapienza showed that the very same variety and intermingling happened at genetic level. Hannah Moots, co-author of the paper Ancient Rome: A Genetic Crossroads of Europe and the Mediterranean, published in Science, said that her study “Shows how dynamic the past really is” and how “In Rome we’re seeing people come from all over, in ways that corresponds with historical political events.” This means that, throughout the centuries, Roman DNA changed, becoming more varied and heterogeneous, taking in the genetic characteristics of the many people who composed the empire. You know… in many a way, it’s not so different from what we say today about the USA: a great unified nation made of many cultures, languages, ancestries, and it’s not a case the popular expression “melting pot” is often used in relation to both the States and Ancient Rome.
So, if we modern Italians come from the Ancient Romans, then our DNA is certainly a colorful “mix-and-match” of genes, because this is how Constantine and Tiberius’, Virgil and Cicero’s DNA was.
But when we think about our genetic heritage, we shouldn’t forget one essential factor: time. Between the years of the Roman Empire and those in which we live today, two millennia have passed, two millennia where history made and destroyed countries, invasions and conquests took place, trends developed and faded, languages changed. Machiavelli, one of our most enlightened political thinkers, used to say that the first real Italians were the Lombards who, yes, vanquished the Romans, but also fully embraced their culture and mixed with them through marriages: the fall of their kingdom to the Franks of Charlemagne was considered by our Niccolò as the first of the many foreign invasions that plagued the Belpaese throughout its history.
Now, Machiavelli couldn’t know about genetics, but his observations can tell us a lot about them, as they underline how, especially in the Early and mid-Middle Ages, history re-shaped Europe, moving people around the continent and bringing to our shores people from other lands. In Italy, we always called them “Barbarians,” embracing the demeaning name the Romans had for those men and women, coming from central and eastern Europe, but also from the north and Scandinavia who, little by little — and also through a bunch of bloody wars — of course, made of Italy their home. Powerful in the battlefield, but perhaps a bit rough around the edges when compared to the Romans, they soon embraced a lot of what Rome had to offer culturally and socially, keeping however alive much of their own uses and habits: they — the Goths and the Lombards, the Franks and the Normans — are, indeed, as much as our ancestors as the Romans are and their DNA is present in our veins just as much as theirs.
So, do modern Italians come from the Romans? Well, yes, of course: but the Romans were a genetically mixed bunch and so were medieval Italians, who are closer ancestors to us than them. That’s why we can say we are, today, as genetically varied and beautiful as varied and beautiful is the land we come from!
L’Impero Romano è spesso associato al momento più glorioso della storia della penisola italiana, ma noi italiani di oggi siamo o no i discendenti genetici degli antichi abitanti della Città Eterna?
Breve premessa prima di approfondire l’argomento: culturalmente, eticamente, filosoficamente, siamo tutti discendenti degli antichi Romani e dei loro cugini orientali, gli antichi Greci, almeno nella parte occidentale del mondo. Se le influenze sulla nostra cultura da parte di altre civiltà sono importanti – dai Cinesi agli Arabi agli Scandinavi – la nostra spina dorsale culturale, etica e spirituale viene dal bacino del Mediterraneo.
Ma qui si parla di genetica e le cose diventano un po’ più complicate di quanto ci si possa aspettare.
Per capirlo, dovremmo cercare di chiarire chi erano geneticamente i Romani. L’antica Roma era la capitale di un impero immenso per gli standard di quei tempi e lo è ancora per quelli moderni: allora, più di 70 milioni di persone in Europa, Medio Oriente e Africa consideravano Roma la loro capitale. Sappiamo che Roma non impose mai la propria cultura, e che spesso il contatto tra i conquistatori e i sottomessi creò un reciproco passaggio di conoscenze, abitudini e tradizioni che arricchirono immensamente la Città Eterna. Recenti studi condotti dalle Università di Stanford, Vienna e Roma La Sapienza hanno dimostrato che la stessa varietà e mescolanza avveniva a livello genetico. Hannah Moots, co-autrice dell’articolo Ancient Rome: A Genetic Crossroads of Europe and the Mediterranean, pubblicato su Science, ha detto che il suo studio “Mostra quanto il passato sia davvero dinamico” e come “A Roma si vedevano persone venire da ogni parte, in modi che corrispondevano agli eventi politici storici”. Questo significa che, nel corso dei secoli, il DNA romano è cambiato, diventando più vario ed eterogeneo, accogliendo le caratteristiche genetiche delle molte persone che componevano l’impero. Sapete… per molti versi, non è poi così diverso da quello che si dice oggi degli USA: un’unica grande nazione fatta di tante culture, lingue, ascendenze, e non è un caso che l’espressione popolare “melting pot” sia spesso usata in relazione sia agli States che all’Antica Roma.
Quindi, se noi italiani moderni veniamo dagli antichi Romani, allora il nostro DNA è certamente un colorato “mix-and-match” di geni, perché così era il DNA di Costantino e Tiberio, di Virgilio e Cicerone.
Ma quando pensiamo al nostro patrimonio genetico, non dobbiamo dimenticare un fattore essenziale: il tempo. Tra gli anni dell’Impero romano e quelli in cui viviamo oggi sono passati due millenni, due millenni in cui la storia ha creato e distrutto Paesi, in cui si sono verificate invasioni e conquiste, in cui si sono sviluppate e affievolite tendenze, in cui sono cambiate le lingue. Machiavelli, uno dei nostri più illuminati pensatori politici, diceva che i primi veri italiani furono i Longobardi che, sì, sconfissero i Romani, ma che abbracciarono pienamente anche la loro cultura e si mescolarono con loro attraverso i matrimoni: la caduta del loro regno per mano dei Franchi di Carlo Magno fu considerata dal nostro Niccolò come la prima delle tante invasioni straniere che afflissero il Belpaese nel corso della sua storia.
Ora, Machiavelli non poteva conoscere la genetica, ma le sue osservazioni possono dirci molto a proposito, in quanto sottolineano come, soprattutto nell’Alto Medioevo, la storia abbia ridisegnato l’Europa, spostando i popoli nel continente e portando sulle nostre coste persone provenienti da altre terre. In Italia, li abbiamo sempre chiamati “barbari”, abbracciando il nome avvilente che i Romani avevano per quegli uomini e donne, provenienti dall’Europa centrale e orientale, ma anche dal Nord e dalla Scandinavia che, a poco a poco – e anche attraverso un mucchio di guerre sanguinose – naturalmente, fecero dell’Italia la loro casa. Potenti sul campo di battaglia, ma forse un po’ rozzi se paragonati ai Romani, abbracciarono presto molto di ciò che Roma aveva da offrire culturalmente e socialmente, mantenendo però vivi molti dei loro usi e costumi: loro — i Goti e i Longobardi, i Franchi e i Normanni — sono, infatti, nostri antenati tanto quanto lo sono i Romani e il loro DNA è presente nelle nostre vene tanto quanto l’altro.
Quindi, gli italiani moderni derivano dai Romani? Beh, sì, certo: ma i Romani erano un gruppo geneticamente misto e lo erano anche gli italiani medievali, che sono antenati più vicini a noi che a loro. Ecco perché possiamo dire di essere, oggi, geneticamente vari e belli come varia e bella è la terra da cui veniamo!
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