A beautiful beach near Pescara in Abruzzo, one of the safest Italian regions when it comes to Covid-19. Photo: Dreamstime

Thanks to months of rigorous lockdown, continuous monitoring and strict regulations, Italy is finally able to return to some sort of normality after Covid-19 hit its shores last February. This is truly great news for all Italians, who are able  to enjoy at least some of their favorite activities: dining out, aperitivi and, considering we’re in the right season, trips to the  beach. 

While our medical and scientific experts are adamant that the emergency is not over and  that maintaining our guard high is crucial, the reduction of the virus’ diffusion is essential also to allow the economy to gain back, at least in part, what has  been fatally lost since the beginning of 2020. 

Tourism, as we had the occasion to mention in other articles,  particularly suffered and the sector hopes to pick up some momentum in the summer months,  thanks especially to national travelers; but with borders open — for the moment only to EU countries but soon,  probably, also to other parts of the world — we should think also to our international visitors, who are likely wondering which areas of Italy are safer to visit. 

ENIT Launches a New Hashtag Campaign After Beach-Terror Report
Italian Beach in Amalfi (Ph: © janoka82)

Let’s begin with some reassuring  news: the whole country is now a safe place to travel to, although precautions must be taken, as everywhere else in  the world. Social distancing,  hand washing and wearing face masks is — and must remain — a mantra these days, whether you’re going on holiday or simply down the  store to get a pint of  milk. That said, we can begin enjoying  il Bel Paese with a tad more tranquillity: first of all, all stores, restaurants and cafés have been complying with new regulations and making  it quite simple for us costumers to keep safe. Al fresco seats have increased, tables indoor have diminished, free hand sanitizer and gloves are available outside all stores and community face masks are sold a bit everywhere. Are Italians complying with all regulation? Well…on average, yes. 

Latest data show that in 11 regions of Italy (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Tuscany, Umbria,  Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicily and  Sardinia) both prevalence and the weekly number  of new cases is below  national average. In 7 regions (Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Marche and Trentino Alto-Adige), prevalence is above national average, but  cases are strongly diminishing. In Lazio and  Calabria, the weekly number of cases is above national average, but prevalence remains below, while in Lombardia, which is still the most hit area in Italy,  both weekly infections and prevalence are above national average. 

The vast majority of daily new infections comes, indeed,  from Lombardia: on the  21st of June, there were 224 new cases, 118 of which in Lombardia. Piemonte and Emilia Romagna followed with just above 20 cases each, then  the rest  of the  country with  numbers all below 10. 7 regions (Basilicata, Molise, Valle d’Aosta, Sardegna, Umbria, Marche and Abruzzo) had no new cases at all. 

More in general,  it has become evident that less densely populated areas have not only been less touched by the epidemic, but are also, today,  at much lower risk: I can bring in, as an example, the province of Cuneo, in southern Piemonte, where I am from. Here, prevalence remained low throughout the  emergency, because of the  relatively low population density of the territory. This is confirmed by how regions with low population density such as Basilicata and Molise registered the lowest levels of infection. The same could be said for Sardinia and rural Tuscany or Umbria which are all, by the way, pretty popular tourist destinations. 

So, where should we go to be safe?

Truth is, and  we have  to be honest here,  il virus is still among us and, while it appears to be less aggressive, there is not enough research to scientifically prove it. The little spiky fella is here to stay and we better get used to it. This  doesn’t mean, however, that we cannot return to do  what  we most love, including traveling, provided we follow closely all the indication  given by the  WHO and our governments: it isn’t simple, to get  used to new routines, but  we are resilient and   adaptable, and wearing  a mask when we go around town is not the  end  of the world, right?

That said, Italy is now considered a safe place to travel to, although some margins of risk remain, just as everywhere else in the world. If you want to stay  on the safer side, then you should pick slow tourism over mass tourism, choosing lesser known areas and rural spots, rather than large cities. To be honest, though, the level of control and  attention  to regulations are so high all over the country you can quite happily book that trip to Rome without fears, if that’s where your heart is set. 

Until a vaccine is found, or Sars-CoV-2 looses its aggressiveness, we’ll have to accept that our lives won’t be quite the same and that no place will be 100% safe: but we can protect  ourselves and our families and friends with simple habits and still take joy in what we like and love. Italy is here, awaiting for everyone to return. The world changed, we changed, but our  country’s remains the same: beautiful, ageless and  welcoming. 

Grazie a mesi di lockdown, di continui controlli e di rigide normative, l’Italia è finalmente in grado di tornare a una sorta di normalità dopo che il Covid-19 ha colpito i suoi confini lo scorso febbraio. Una grande novità per tutti gli italiani, che possono godersi almeno alcune delle loro attività preferite: cenare fuori, aperitivi e, visto che siamo nella stagione giusta, gite in spiaggia. 

Se da un lato i nostri medici e gli esperti di scienza sono convinti che l’emergenza non sia finita e che mantenere alta la guardia sia fondamentale, dall’altro lato la riduzione della diffusione del virus è fondamentale anche per permettere all’economia di recuperare, almeno in parte, ciò che è andato fatalmente perduto dall’inizio del 2020. 

Il turismo, come abbiamo avuto modo di ricordare in altri articoli, ha sofferto particolarmente e il settore spera di riprendere un po’ di slancio nei mesi estivi, grazie soprattutto ai viaggiatori nazionali; ma con le frontiere aperte – per il momento solo ai Paesi dell’Unione Europea ma presto, probabilmente, anche ad altre parti del mondo – dovremmo pensare anche ai nostri visitatori internazionali, che si chiederanno probabilmente quali sono le zone d’Italia più sicure da visitare. 

Cominciamo con una notizia rassicurante: l’intero Paese è ormai un luogo sicuro in cui viaggiare, anche se occorre prendere precauzioni, come in ogni altra parte del mondo. Il distanziamento sociale, lavarsi le mani e l’uso di mascherine facciali sono – e devono rimanere – un mantra in questi giorni, sia che si vada in vacanza sia che si vada semplicemente in negozio a prendere un litro di latte. Detto questo, possiamo iniziare a goderci il Bel Paese con un po’ più di tranquillità: prima di tutto, tutti i negozi, i ristoranti e i caffè hanno rispettato le nuove normative e reso abbastanza semplice per noi clienti la sicurezza. I posti a sedere all’aperto sono aumentati, i tavoli all’interno sono diminuiti, il disinfettante per le mani e i guanti sono disponibili all’esterno di tutti i negozi e le mascherine per il viso sono vendute un po’ ovunque. Gli italiani rispettano tutte le normative? Beh… mediamente sì. 

Gli ultimi dati mostrano che in 11 regioni italiane (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna) sia nel totale che nel numero settimanale di nuovi casi hanno numeri inferiori alla media nazionale. In 7 regioni (Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Marche e Trentino Alto-Adige) l’incidenza è superiore alla media nazionale, ma i casi sono in forte diminuzione. Nel Lazio e in Calabria, il numero settimanale di casi è superiore alla media nazionale, ma l’incidenza rimane inferiore, mentre in Lombardia, che è ancora l’area più colpita in Italia, sia le infezioni settimanali che l’incidenza sono superiori alla media nazionale.

La stragrande maggioranza dei nuovi contagi giornalieri proviene, infatti, dalla Lombardia: il 21 giugno sono stati registrati 224 nuovi casi, 118 dei quali in Lombardia. Seguono il Piemonte e l’Emilia Romagna con poco più di 20 casi ciascuno, poi il resto del Paese con numeri tutti inferiori a 10. Sette regioni (Basilicata, Molise, Valle d’Aosta, Sardegna, Umbria, Marche e Abruzzo) non hanno avuto alcun nuovo caso. 

Più in generale, è diventato evidente che le aree meno densamente popolate non solo sono state meno toccate dall’epidemia, ma sono anche oggi molto meno a rischio: posso portare come esempio la provincia di Cuneo, nel Piemonte meridionale, da dove provengo. Qui l’incidenza è rimasta bassa per tutta la durata dell’emergenza, a causa della densità demografica relativamente bassa del territorio. Lo conferma il fatto che regioni a bassa densità di popolazione come la Basilicata e il Molise abbiano registrato i più bassi livelli di infezione. Lo stesso si potrebbe dire della Sardegna e della Toscana rurale o dell’Umbria, che sono tutte, tra l’altro, mete turistiche piuttosto popolari. 

Allora, dove andare per essere sicuri?

La verità è, e dobbiamo essere onesti, che il virus è ancora tra noi e, anche se sembra essere meno aggressivo, non c’è abbastanza ricerca per provarlo scientificamente. Il compagno spinoso è qui per restare e faremmo meglio ad abituarci. Questo non significa, però, che non possiamo tornare a fare ciò che più amiamo, compreso viaggiare, purché seguiamo attentamente tutte le indicazioni fornite dall’OMS e dai nostri governi: non è semplice, abituarsi alle nuove routine, ma siamo resilienti e capaci di adattarci, e indossare una mascherina quando andiamo in giro per la città non è la fine del mondo, giusto?

Detto questo, l’Italia è ormai considerata un luogo sicuro in cui viaggiare, anche se rimangono alcuni margini di rischio, proprio come in ogni altra parte del mondo. Se si vuole stare sul sicuro, allora si dovrebbe preferire il turismo lento al turismo di massa, scegliendo zone meno conosciute e luoghi rurali, piuttosto che le grandi città. Ad essere onesti, però, il livello di controllo e di attenzione alle normative è così alto in tutto il Paese che si può tranquillamente prenotare quel viaggio a Roma senza timori, se è lì che vuole andare il cuore.

Finché non si trova un vaccino, o il Sars-CoV-2 non perde la sua aggressività, dovremo accettare che la nostra vita non sarà più la stessa e che nessun posto sarà sicuro al 100%: ma possiamo proteggere noi stessi e le nostre famiglie e i nostri amici con semplici abitudini e continuare ad essere felici di ciò che ci piace e che amiamo. L’Italia è qui, in attesa del ritorno di tutti. Il mondo è cambiato, noi siamo cambiati, ma il nostro Paese è rimasto lo stesso: bello, eterno e accogliente.


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