“Ogni volta che un pezzo di storia torna nel suo giusto posto è un momento che vale la pena celebrare. E’ un piacere commemorare il ritorno di un reperto di inestimabile valore, come questa lettera di Cristoforo Colombo”.
L’Ambasciatore Usa in Italia John Phillips, alla Biblioteca Angelica di Roma, ha presenziato alla cerimonia di riconsegna di una lettera originale di Cristoforo Colombo, stampata a Roma da Stephan Plannck nel 1493, nella quale si rende la traduzione in latino della relazione del primo viaggio con cui il navigatore genovese rendeva conto ai reali di Spagna dei risultati ottenuti con il suo arrivo nelle terre allora ancora considerate le Indie Occidentali.
“Molti fiumi grandi e salubri vi scorrono nel mezzo e vi sorgono monti altissimi. Tutte queste isole – si legge nella lettera – sono molto amene e di vario aspetto, piene di una gran varietà d’alberi che si elevano a grandi altezze e ritengo non siano mai privi di foglie. Io le vidi così rigogliose e ridenti come lo è di solito la Spagna nel mese di maggio”.
La riconsegna all’Italia della lettera originale di Colombo, “Epistola…. de Insulis Indie…. nuper inventis…”, rubata anni fa alla Biblioteca Riccardiana di Firenze e ritrovata negli Stati Uniti, è stata possibile grazie alla stretta collaborazione tra le autorità statunitensi, Department of Homeland Security e il Comando Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio artistico.
“Il recupero di questo prezioso documento – ha dichiarato il ministro della Cultura Dario Franceschini – avvenuto grazie alla preziosa opera dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, è il segno della intensa e solida amicizia e collaborazione tra Italia e Stati Uniti. Ora l’incunabolo ritornerà nella Biblioteca Riccardiana di Firenze, dove sarà a disposizione degli studiosi”.
L’operazione congiunta è stata spiegata nei dettagli in un comunicato del Distretto del Delaware del Dipartimento della Giustizia Usa.
Nel 2012, in seguito alla denuncia pervenuta dall’allora Direttore della Biblioteca Nazionale di Roma per il furto di alcuni volumi antichi di notevole pregio ed interesse storico-archivistico, il Comando dei carabinieri iniziò le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma.
Nel corso delle attività, il Reparto Operativo ha sequestrato l’esemplare della lettera di Colombo datata 1493, ritenuta falsa, relativa all’annuncio della scoperta del Nuovo Mondo.
L’attività investigativa, caratterizzata dal profilo di internazionalità, è stata frutto della straordinaria conoscenza dei meccanismi illeciti nel traffico di beni librari acquisita negli anni dai Carabinieri nonché della rielaborazione ed analisi di molteplici dati investigativi emersi in numerose indagini. In seguito a specifiche richieste avanzate dal Nucleo Tutela Patrimonio dei Carabinieri, l’Homeland Security Investigation di Wilmington ha inviato una nota relativa alla presunta presenza, in territorio statunitense, di edizioni della lettera di Colombo.
Si ipotizzava che la lettera denominata “edizione Plannck 2” di Colombo, conservata proprio presso la Biblioteca Nazionale di Roma, fosse stata sostituita con un falso.
Dal medesimo filone investigativo, inoltre, è emerso che un’ulteriore versione della lettera di Colombo, datata 1493 e custodita presso la Biblioteca Riccardiana di Firenze, era un falso realizzato attraverso riproduzioni fotografiche moderne, stampate su carta antica, ma non corretta per quelle edizioni.
In seguito alle ulteriori indagini svolte per accertare l’autenticità della Lettera custodita alla Biblioteca fiorentina, anche questo documento è stato sottoposto a sequestro.
Gli accertamenti tecnici condotti hanno accertato la falsità delle due lettere sequestrati grazie anche alle perizie dell’autorevole esperto, Paul Needham, curatore della Sezione libri antichi e manoscritti della Biblioteca dell’Università di Princeton. A questo punto è stato individuato l’esemplare autentico della Lettera di Colombo (valore 1 milione di euro), trafugato dalla Biblioteca Riccardiana di Firenze, in quello acquistato dalla Biblioteca del Congresso di Washington da una casa d’aste di settore, che l’aveva posto in vendita per la somma sottostimata- di 400.000 dollari.