(Ph Loran Zutic da Dreamstime.com)

Presentate a Firenze le nuove annate del Chianti Classico ai massimi esperti del settore, un’occasione unica per conoscere a fondo la denominazione, le sue etichette e le ultime novità da uno dei territori vinicoli più importanti del mondo.

I numeri sono sempre più importanti: 186 aziende per 659 etichette in degustazione. Un totale di oltre 9000 bottiglie che sono state aperte e servite da una squadra di 50 sommelier nella due giorni di manifestazione, alla presenza di oltre 250 giornalisti provenienti da 30 diversi paesi del mondo e più di 1800 operatori, italiani e stranieri. 59 le anteprime da botte dell’annata 2017 e ben 92 le etichette di Chianti Classico Gran Selezione.

“Arriviamo quest’anno a Firenze dopo una stagione difficile – ha dichiarato Sergio Zingarelli, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – che però siamo riusciti a gestire con le migliori armi su cui oggi può contare il viticoltore moderno: la conoscenza profonda del proprio territorio e la capacità di saper aspettare il momento giusto. Così, se da un lato abbiamo dovuto registrare un significativo calo quantitativo nella produzione 2017. Come sempre la Collection mette in mostra e al vaglio della critica il nostro lavoro degli ultimi anni, non solo della vendemmia appena passata.Si può ben dire che il nostro “anno del vino” inizi proprio con la Collection e ritengo doveroso cogliere l’occasione per continuare a sottolineare l’importanza del nostro territorio nei suoi molteplici aspetti, che vanno dalla bellezza paesaggistica alla vocazione enologica, al suo aspetto umano e sociale. L’edizione di quest’anno, la venticinquesima, parla di un grande rafforzamento della denominazione: oltre ai numeri economici, la partecipazione sia da parte dei soci che della stampa e degli operatori di settore segna un record storico.”

E’ stato possibile assaggiare in degustazione anche gli oli di 23 aziende produttrici di DOP Chianti Classico.  Partner della manifestazione sono stati anche quest’anno importanti nomi dell’enogastronomia e dell’industria a questa legata, come alcuni dei migliori prodotti DOP italiani che, sotto il cappello istituzionale di AICIG (l’Associazione Italiana Consorzi  Indicazioni Geografiche), si sono presentati al pubblico della Collection attraverso incontri e degustazioni a cura di: Consorzio Tutela del Formaggio Parmigiano-Reggiano DOP, Consorzio del Prosciutto Toscano DOP, Consorzio di Tutela della Finocchiona IGP, Consorzio di Tutela Oliva da Mensa La Bella della Daunia DOP, Consorzio per la Tutela del Formaggio Mozzarella di Bufala Campana DOP, Consorzio di Tutela Pecorino Toscano DOP, Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP, Consorzio Tutela Grana Padano DOP. 

La degustazione dei vini proposti non ha deluso nemmeno quest’anno. Tra le annate 2016 spiccano Antico Borgo di Sugame, Carpineto, Castello di Ama, Castello Vicchiomaggio San Jacopo, Fattoria San Giusto a Rentennano, Guidi 1929 San Giorgio allo Spadaio. L’annata 2015 è stata buona per Borgo La Stella, Castello di Verrazzano, Fattoria Montecchio, Ormanni. Per quanto riguarda le riserve 2015 sono da segnalare Antico Borgo di Sugame, Felsina e La Sala. 

Nonostante la siccità del 2017 si è registrato un record di vendite con tre 37 milioni di bottiglie vendute in 140 paesi del mondo, hanno affermato il Presidente del Consorzio Sergio Zingarelli e il nuovo Direttore Carlotta Gori. Gli USA si confermano  il primo mercato per la denominazione, che assorbe il 33% delle vendite totali, in crescita dell’1% rispetto al 2016. La crescita è stata registrata anche nel mercato interno, in cui vengono vendute il 23% delle bottiglie.  Al terzo posto troviamo la Germania, seguita da Canada, paesi scandinavi, Regno Unito, Svizzera, Giappone. Sergio Zingarelli si è detto molto soddisfatto del trend positivo negli USA e in Canada.  La produzione di Chianti Classico 2017 a causa della siccità è stata di circa 207.000 ettolitri con un calo del 37% rispetto all’anno precedente, il quantitativo più basso da 40 anni. Comunque la qualità è rimasta sempre molto elevata. Da ricordare che il distretto produttivo del Chianti Classico presenta un fatturato globale di oltre 700 milioni di euro. 

Il Chianti è sicuramente uno dei vini rossi italiani più conosciuti nel mondo: patrimonio e orgoglio della Toscana da secoli; la sua produzione si divide fra “Chianti DOCG” e “Chianti Classico DOCG”.
E che differenza c’è fra vino Chianti e vino Chianti Classico? Chianti e Chianti Classico sono quindi due denominazioni distinte, con disciplinari di produzione differenti, diverse aree di produzione, propri Consorzi di Tutela. L’appellativo “Classico” non è un semplice aggettivo: c’è infatti una bella differenza tra dire vino Chianti e vino Chianti Classico. Molti lo ignorano, tanti non attribuiscono il reale peso alla corretta nomenclatura, ma Classico  significa “il primo”, “l’originale”. Il vino Chianti viene prodotto utilizzando uve Sangiovese per almeno il 75%del totale; il vino Chianti Classico è invece prodotto all’interno della zona di origine denominata, appunto, “Chianti” e la vinificazione avviene con uve Sangiovese per almeno l’80%. Ogni bottiglia deve riportare l’indicazione “Chianti Classico” e la specifica “Denominazione di Origine Controllata e Garantita”, che sarà presente anche nella fascetta sulla capsula.
Il marchio che da sempre distingue le bottiglie di Chianti Classico è il Gallo Nero, storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio.

La storia di questo simbolo comprende anche una singolare leggenda ambientata nel periodo medievale.
La leggenda narra che, quando le Repubbliche di Firenze e Siena si combattevano aspramente per prevalere l’una sull’altra, il territorio del Chianti, proprio perché intermedio alle due città, fosse oggetto di dispute pressoché continue. Per porre fine alle contese e stabilire un confine definitivo, venne adottato un bizzarro sistema. Si convenne di far partire dai rispettivi capoluoghi due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro. La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato il canto di un gallo. Decisione, quest’ultima, in linea con i costumi del tempo. Nei preparativi dell’evento doveva pertanto essere decisiva la scelta del gallo, più che quella del destriero e del cavaliere. I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero, che tennero chiuso in una piccola e buia gabbia pressoché digiuno per così tanti giorni da indurlo in un forte stato di esasperazione.

Il giorno fatidico della partenza, non appena fu tolto dalla gabbia, il gallo nero cominciò a cantare fortemente anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto consentì quindi al cavaliere di Firenze di partire con un grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo, cantando regolarmente, gli permise di partire. Ma dato il notevole ritardo che aveva accumulato nei confronti dell’antagonista, il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri in solitudine, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere.
Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena stessa.

Il colore del vino Chianti DOCG è un bel rubino vivace che, con l’invecchiamento, tende a presentare riflessi granato. L’odore richiama sentori floreali ed in particolar modo di viola e mammola, e con il procedere della maturazione tende a diventare sempre più spiccatamente fine. Il sapore è armonico, asciutto e leggermente tannico; man mano passa il tempo, il gusto tende a diventare via via sempre più vellutato ed equilibrato. Ad eccezione delle riserve, è un vino da apprezzare nei primi anni successivi alla vendemmia. La gradazione alcolica deve essere di minimo 10,50%.

Nel vino Chianti Classico DOCG il colore è un rubino intenso, con profumi floreali e di frutti rossi. Il sapore è asciutto, pieno e intensamente e tannico; con il procedere della maturazione, questo si affina sempre più diventando vellutato e morbido al palato. La gradazione alcolica minima per il vino Chianti Classico è di 12° per quello giovane, mentre il “Riserva” deve avere un contenuto volumico in alcol almeno di 12,5°. Il Chianti Classico d’Annata è un vino da apprezzare giovane, ma la Riserva e la Gran Selezione si prestano ad un lungo invecchiamento.

Per i vini più maturi è sempre consigliato stappare la bottiglia almeno un paio d’ore prima di servirlo, in modo tale da poter permettere al vino di ossigenarsi e di sprigionare i caratteristici aromi; se necessario, può essere consigliato anche l’utilizzo di un decanter.


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