Dopo 450 anni è tornato il castoro europeo in Friuli: lo conferma un avvistamento nel Tarvisiano di almeno un esemplare di Castor fiber, nella punta più a nord-est d’Italia, in Friuli Venezia Giulia. L’area si dimostra come il più importante corridoio faunistico verso l’Italia e l’intero arco alpino. Nel 2006, nella stessa zona era arrivata la lontra. La scoperta è considerata sensazionale se si considerano la plurisecolare assenza dal nostro territorio e il ruolo chiave del castoro nel creare le condizioni ideali per l’incremento della biodiversità nelle aree fluviali.
Le prove della sua presenza sono state ottenute attraverso le trappole videofotografiche dei ricercatori dell’Università di Torino, allertati da un cacciatore e una guardia forestale che alla fine dello scorso ottobre si erano imbattuti in tracce sconosciute nel fango e anomale rosicchiature su piccoli alberi.
I segni dell’attività del castoro si trovano in un’area di almeno 6-7 chilometri, a ridosso del confine con l’Austria, la nazione da cui è presumibilmente arrivato. L’area di confine della Carinzia ha già rilevato la presenza del castoro mentre mancano segni nella zona alpina slovena.
Nella Mitteleuropa continentale e nella zona prealpina settentrionale il castoro è scomparso molto più tardi che nella nostra penisola e nelle Alpi meridionali. In Austria la sua presenza è documentata fino alla fine del 1800, poi è scomparso anche lì, come dalla Slovenia. Successivamente è stato reintrodotto in diversi paesi, tra cui in Croazia (1996-1998) lungo la Drava ed è da quel nucleo lì che prenderebbe origine l’individuo ricomparso in Valcanale.
I reperti sub-fossili risalenti a circa 8.000 anni fa testimoniano la presenza del castoro nell’Italia nord-orientale ma la specie si è poi estinta nel corso del sedicesimo secolo. Il motivo della scomparsa in gran parte dell’Europa fu da una parte dovuta all’utilizzo delle sue carni e delle sue pelli, dall’altra all’elevato valore del castoreum, un olio prodotto dalle sue ghiandole. L’unguento veniva utilizzato nell’industria dei profumi, e si riteneva avesse anche proprietà medicamentose.