Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio culturale festeggia il 50° anniversario della sua nascita con la mostra dal titolo “L’Arte di Salvare l’Arte. Frammenti di storia d’Italia”, allestita nella sede del Palazzo del Quirinale. La mostra sarà aperta al pubblico dal 5 maggio al 14 luglio presso le sale della Palazzina Gregoriana.
Era il 3 maggio del 1969 quando il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale vide la luce, grazie alla lungimirante intuizione del Capo di Stato Maggiore pro-tempore, Arnaldo Ferrara. L’Italia fu così la prima Nazione al mondo a dotarsi di un organismo di polizia specializzato nello specifico settore, anticipando peraltro di un anno la raccomandazione della Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), che, da Parigi, indicava agli Stati aderenti l’opportunità di adottare varie misure volte a impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, tra cui la costituzione di servizi a ciò preposti.
In questo mezzo secolo i carabinieri del comando TPC hanno salvato migliaia di opere che altrimenti sarebbero state sottratte al patrimonio dello Stato: oltre ottocentomila beni recuperati, più di un milione di reperti archeologici sequestrati e provenienti da scavi clandestini, circa un milione di opere false sequestrate e oltre sedicimila reperti rubati in Italia e restituiti dall’estero.
Nel ricordare l’imponete – e importante – lavoro svolto dal Comando, il Ministero per i beni e le attività culturali, guidato dal Ministro Alberto Bonisoli, ribadisce oggi la sua “profonda gratitudine al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e a tutti i carabinieri per questi importanti risultati conseguiti”.
La mostra, sottolineano dal Mibac, “rende omaggio all’impegno, alla passione e al sacrificio di donne e uomini che quotidianamente difendono la memoria dell’identità del nostro Paese da qualsiasi rischio ed emergenza, come criminalità nazionale e internazionale, calamità naturali e conflitti armati”. L’esposizione, conclude il Ministero, “contribuirà a sensibilizzare maggiormente la coscienza culturale sul tema della tutela del patrimonio artistico: una responsabilità che riguarda tutte le componenti della società, dai cittadini ai singoli visitatori”.
LA MOSTRA
Una selezione di un centinaio di opere, suddivisa in quattro sezioni espositive, permetterà al pubblico di rivivere storie di recuperi – alcuni avventurosi, altri frutto di minuzioso, lungo e paziente lavoro investigativo – di opere disperse in ogni angolo del mondo dalla Giamaica all’Ucraina, dall’America al lontano Oriente. Tutte sono state riportate in Italia, recuperate alla comunità e alla ricerca scientifica, ricontestualizzate nel territorio o nel tessuto connettivo che le ha generate, restituendo loro la dignità culturale più vera e profonda di ogni opera d’arte, quella del contesto di appartenenza. Poiché, se è vero che ogni opera d’arte appartiene all’umanità intera, è tanto più vero che essa acquisisce valore di civiltà solo dalla conoscenza e dalla relazione profonda, direi geografica e fisica, con i luoghi che la hanno prodotta, con la cultura che l’ha generata, con il paesaggio che l’ha suggerita.
Nella prima sezione della mostra: “Tra storia dell’Arma e storia dell’arte” verrà presentata una selezione delle più significative opere, divenute oramai simbolo dell’attività di salvaguardia del Comando dei Carabinieri: dal dittico dell’Annunciazione (prima opera recuperata nel 1970) alla Triade Capitolina, al vasellame ellenistico in argento proveniente da Morgantina felicemente rientrato in questi ultimi anni dagli USA ed esposto per la prima volta a Roma.
Sarà tuttavia nella seconda sezione della mostra: “Frammenti di storia d’Italia” che verranno presentati tre diversi esempi di ricontestualizzazioni di opere recuperate attraverso altrettante operazioni eseguite dai Carabinieri nella tutela del territorio, nel recupero delle opere trafugate dai musei e nell’azione dei Caschi Blu della Cultura in occasione delle emergenze sismiche. Il visitatore verrà immerso, come in una ipotetica macchina del tempo, in realtà della nostra storia antica passando dalla “prima Italia” delle antiche popolazioni che abitarono la penisola in età preromana, al Rinascimento che vide l’Italia centro politico, economico e culturale del mondo intero, fino alle emergenze sismiche degli ultimi tempi che hanno messo a nudo la fragilità del territorio e dei beni culturali. In tutti questi casi i Carabinieri sono sempre stati al servizio del cittadino e delle Istituzioni salvando i nostri beni culturali e riportando in Italia i capolavori illecitamente trafugati.
Tali opere formeranno il fulcro espositivo di tre sale rispettivamente dedicate all’opera artistica di Euphronios, uno dei più celebrati pittori greci di V sec. a. C., alla devozione privata nelle grandi corti rinascimentali con le mirabili Madonne con Bambino dipinte da Piero della Francesca, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Antoniazzo Romano e infine i capolavori del Tiepolo come dell’anonimo artista locale salvati nell’emergenza sismica di questi ultimi anni. Per l’inaugurazione, il Comando conta di poter presentare anche gli ultimi recuperi, alcuni dei quali ancora in corso; conclude la mostra una panoramica sulle infinite e mai dimenticate ricerche sui “grandi assenti”, vale a dire i capolavori rubati e ancora non restituiti alla comunità come il Bambinello dell’Ara Coeli di Roma, la Natività di Caravaggio dell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, la Madonna dell’Orto di Bellini a Venezia e tanti altri capolavori che non possono essere dimenticati.