Nel fare gli auguri a tutti i papà, la cui ricorrenza cade in questa settimana, va ricordato che combacia con la festa cattolica di San Giuseppe. In molte località italiane viene celebrata con il rito serale del falò, che bruciando la legna vecchia segna il passaggio dall’inverno alla primavera.
Gli antichi vedevano la luce del sole diminuire e il buio aumentare. Per esorcizzare l’avvenimento accendevano grandi falò serali, rituale magico per suggerire al sole di donare nuova luce, calore e quindi vita alla terra. L’usanza ha probabilmente origini pre-cristiane e simboleggia l’anno vecchio che è terminato ed è pronto per nascere nuovamente.
Mentre ci prepariamo a lasciarci alle spalle la stagione fredda e a “rinascere”, questa millenaria tradizione ci insegna l’importanza del rito di passaggio, quella fase in cui non si è più quelli di prima, ma ancora deve sbocciare quello che è stato seminato.
Se questo concetto è rimasto anche nel nostro 25 dicembre, inizialmente celebrato come il giorno della rinascita del sole e della natura dopo il solstizio d’inverno, la lezione da trarre è il valore del cambiamento.
Ogni emigrante lascia il vecchio per il nuovo e nella fase di transizione, quando non è più solo italiano e non è ancora americano, ma porta i segni del viaggio da una dimensione all’altra, è commistione tra i due mondi.
Il rito del passaggio nell’esperienza personale può essere declinato in tanti modi, ma quello che fa la differenza, a livello sociale, è la consapevolezza di vivere a cavallo di due identità, beneficiando di entrambe, pronti a trovare una dimensione rigenerata.
Anche L’Italo-Americano sta vivendo questo cambiamento es-senziale: dando precedenza alla sezione inglese da questa edizione, sta cercando di avvicinarsi alle nuove generazioni di italo-americani che oggi sono sempre più americane ma non vogliono rinunciare alla propria radice italiana, perchè in questa commistione sta la ricchezza identitaria di un settimanale al servizio di questa comunità da 106 anni.